Anteprima

Nether

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a cura di Specialized

Prima DayZ con il suo incredibile (e per molti versi inatteso) successo, poi la comparsa di Rust e ora anche Nether. Gli MMO survival stanno davvero sbancando dalle parti di Steam e nonostante nessuno di questi tre progetti si sia concretizzato in un gioco fatto e finito, la curiosità e l’attenzione degli appassionati del genere non è mai stata così alta come in questo periodo. Se DayZ riprende la tradizione dell’apocalisse zombi e Rust quella del survival duro e puro, Nether cerca di porsi in mezzo, non tralasciando una forte componente horror ma al tempo stesso non concentrandosi così tanto sulla ricerca di acqua, cibo e medicinali.
Sopravvivere tra mostri e assassini
Ma esattamente cos’è Nether? Sviluppato dal piccolo team di Phosphor Games, questo nuovo MMO survival è disponibile in accesso anticipato su Steam e a inizio marzo è stata rilasciata una nuova versione con diversi miglioramenti, sebbene il gioco rimanga ancora molto acerbo a livello di funzionalità, bug e glitch grafici. In una metropoli grigia, tetra, mezza distrutta e quasi interamente disabitata, dobbiamo semplicemente sopravvivere sia dai Nether (creature mostruose con il potere di teletrasportarsi), sia dagli altri pochi umani rimasti in vita. Il gioco unisce insomma una parte PvE con i combattimenti contro i mostri, sia un classico PvP e su questo versante ogni server di gioco può ospitare fino a 64 giocatori. Purtroppo al momento è già un miracolo trovarne uno con 15-20 giocatori e la mappa a disposizione, nonostante sia ancora un terzo di quella finale (la metropoli è davvero immensa), è comunque troppo grande e dispersiva per trovare agevolmente abbastanza compagni (o nemici) con cui giocare. Anche per questo il primo impatto con Nether è simile a quello con Day Z, ovvero molto dispersivo, confuso (il gioco non spiega praticamente nulla), ripetitivo e soprattutto frustrante.
Soli nella metropoli in rovina
Si inizia infatti con un semplice coltello e prima di trovare qualcosa di più consistente (proiettili e armi da fuoco sono rarissimi) ce ne passa. Di conseguenza i primi scontri con gli eventuali nemici umani (sempre se riuscirete a trovarli) e con i Nether sono a dir poco disastrosi, senza dimenticare che una volta morti si perde tutto quello che si è trovato e si deve ricominciare con un personaggio del tutto nuovo. Conviene insomma scappare, cercare soldi e oggetti tra le case e i palazzi semi distrutti e raggiungere il prima possibile una Safe Zone, dove possiamo restare al sicuro da qualsiasi tipo di attacco e vendere quello che abbiamo trovato in giro per acquistare armi e altri oggetti utili alla sopravvivenza. A questo punto di avanzamento dei lavori è però difficile capire bene cosa ci aspetterà dalla versione finale del gioco. Nether ha sicuramente del buono. L’atmosfera post-apocalittica funziona così come il senso di solitudine e desolazione, i Nether sono sinceramente spaventosi (soprattutto quando attaccano in gruppo) e le dinamiche survival, per chi è appassionato del genere, sono abbastanza profonde, anche se rispetto a DayZ c’è meno l’ossessione per il cibo e l’acqua e si trova fin da subito una maggior quantità di oggetti utili.
Speranza per il futuro
Di contro però i difetti e i limiti sono ancora tanti. La grafica è piuttosto rozza e il design degli interni e dei palazzi è troppo poco fantasiosa, con il rischio di non capire mai in che parte della città ci si trovi. Per di più non esiste una mini-mappa inserita direttamente nell’interfaccia del gioco, ma vi si può accedere solo da un’altra schermata che tra l’altro non mette in pausa il gioco, con il rischio così di farsi attaccare senza nemmeno accorgersene. I glitch grafici sono poi all’ordine del minuto (mostri sospesi in aria, oggetti attraversabili) ed è capitato anche che, di fronte a un mostro apparso all’improvviso, sia comparso il comando per commerciare come se avessimo davanti un mercante della Safe Zone. C’è insomma molto lavoro da fare ancora (la stessa creazione del personaggio è poverissima), ma l’impressione è che Phosphor Games si stia facendo in quattro per sistemare il tutto. L’ultima patch di inizio marzo ad esempio ha introdotto le Tribes (tribù a cui affiliarsi) e la relativa reputazione, in modo da creare gruppi di giocatori meno sparsi e isolati e da affrontare con meno frustrazioni le prime sessioni di gioco. Speriamo quindi che lo sviluppo della beta prosegua sempre con questa attenzione, ma per ora, almeno che non siate devoti di DayZ, è meglio aspettare che l’accesso anticipato si trasformi in qualcosa di più compiuto e meno buggato.      

– Atmosfera riuscita

– Mette sinceramente angoscia

– Meccaniche survival interessanti

Nether ha ancora molta strada da fare e al momento l’accesso anticipato su Steam non vale i soldi richiesti (13,99 euro). Le potenzialità però ci sono e le meccaniche da MMO survival appaiono già piuttosto solide, seppur marcate in negativo da bug, glitch, frustrazione, design un po’ anonimo e un’eccessiva dispersività nella mappa di gioco. Dopotutto di beta si tratta, ma gli elementi da tarare al meglio e da risistemare sono ancora numerosi (mettete una mini-mappa!). Per ora rimandato, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.