Anteprima

Need for Speed: The Run

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a cura di andymonza

Parigi – Jack deve una vagonata di soldi a della brutta gente. A nessuno importa come sia successo: il succo della storia è: se non li paga in fretta, saranno grossi guai. Jack ha saputo di una corsa. Qualche matto ha messo 25 milioni di dollari in palio per il primo bacato di testa che, partendo da San Fran, taglia il traguardo nella Grande Mela. Quella montagna di biglietti verdi farebbe un gran bene alle tasche di Jack, senza contare che gli salverebbe il collo. Jack accende il motore. Jack deve vincere.I ragazzi di EA Black Box conoscono bene il brand Need for Speed, avendoci lavorato per molti anni. Sono stati capaci di sviluppare titoli destinati ad entrare nel cuore degli appassionati (Underground e relativo seguito) ed altri da far rabbrividire (Undercover), ma di certo va ammesso lo sforzo di aver sempre tentato di proporre un concept diverso dal precedente. Con questo Need for Speed: The Run si scommette tutto su un’impostazione fortemente cinematografica: la storia è degna di un film action alla Fast and Furious, le macchine sono le migliori sul mercato, i paesaggi di tutta l’America sono pronti a fare da sfondo ad una lunghissima gara che il protagonista non può perdere. Premesse non male, che si sono concretizzate una volta di più in quel di Parigi, dove Electronic Arts ci ha portato per permetterci una breve prova del nuovo titolo in uscita a Novembre.

Una sola via d’uscitaLa breve presentazione a cura degli sviluppatori ha toccato i punti salienti della produzione: The Run proporrà una campagna lineare che andrà a dividere in “tappe” la lunga corsa coast to coast, talvolta inframmezzate da cut scene con i quick time event di cui tanto si è parlato dopo la demo mostrata all’E3 di giugno. Forse spaventati dalla reazione perlopiù negativa dei fan, i ragazzi di Black Box hanno deciso di non mostrare più quelle sequenze. Assicurano però di essere al lavoro per rendere i QTE più elaborati ed adatti al contesto, fattore che potremo verificare solo nella versione finale del gioco. Mettendo dunque da parte completamente la componente narrativa, la nostra prova si è tutta concentrata sull’esperienza di guida. Quest’ultima si struttura in maniera tutto sommato lineare, senza lasciare al giocatore molta scelta: di tappa in tappa, la gara proseguirà per un totale di oltre 300 chilometri di strade (circa tre volte quanto proposto da Hot Pursuit), andando a toccare diverse famose città statunitensi: San Francisco e New York ovviamente, ma anche Las Vegas, Denver e Detroit. La gara sarà ostacolata dai tentativi della polizia di fermare il folle gruppo di corridori, ma non solo: l’utilizzo del nuovissimo motore di DICE, il Frostbite 2, ha fatto sì che nella visione degli sviluppatori anche l’ambiente vada a rappresentare un antagonista. Dalle valanghe sulle Montagne Rocciose viste nel gameplay mostrato al Gamescom si passerà alle tempeste dell’entroterra ed a molte altre amenità atmosferiche. E’ la prima volta che la serie Need for Speed si cimenta con la riproduzione di luoghi reali, un primato interessante, che ha portato gli sviluppatori a confrontarsi con nuove sfide. Fortunatamente il paesaggio americano, con la sua eccezionale varietà di ambienti, è perfetto per fare da sfondo ad una corsa di tali folli dimensioni.Non latita naturalmente l’implementazione dell’Autolog, ormai immancabile nelle produzioni corsistiche targate Electronic Arts. Gli sviluppatori promettono un’integrazione ancor più capillare di quanto visto nei precedenti episodi della serie: non solo alla fine, ma anche durante le tappe i giocatori potranno ricevere aggiornamenti in tempo reale su come i propri amici hanno performato nel segmento appena percorso e competere immediatamente con loro.

Mani sul volanteDiverse postazioni Playstation 3 ci hanno permesso di mettere finalmente le mani sul gioco. A nostra disposizione abbiamo trovato una delle prime tappe della gara, ambientata tra le Desert Hills del Mojave, Arizona. Una lunga e stretta lingua d’asfalto si snodava attraverso il deserto, offrendo molte scorciatoie tra le colline e diversi punti critici, come una ripida discesa. L’obbiettivo, esplicitato all’inizio della corsa, ci richiedeva di superare dieci macchine prima del checkpoint finale per passare alla tappa successiva. La struttura di Need for Speed: The Run metterà infatti il giocatore costantemente di fronte alla necessità di superare un certo numero di avversari per accedere al livello successivo.Il modello di guida imbastito da Black Box potrebbe essere definito come una via di mezzo tra quello di Shift e quello di Hot Pursuit. La vena disperatamente arcade e “outranesca” di quest’ultimo è stata infatti ibridata con un feeling dei veicoli molto più “pesante”. La derapata ed il turbo sono ancora le colonne portanti dell’esperienza di guida, ma non più infallibili come nel titolo Criterion: mettere di traverso le macchine si rivela un’attività molto più rischiosa e “sporca”, in qualche modo più vicina alla realtà, e l’uscita di curva con il turbo non assicura più un matematico raddrizzamento della traiettoria. Il risultato è un mix diverso, piacevole una volta presa la giusta confidenza. Peccato aver potuto provare una sola macchina, la Porsche 911 Carrera S (esclusiva per il gioco), dato che, a detta degli sviluppatori, si è puntato molto sulla differenziazione tra le diverse tipologie di veicoli. A parte qualche sana sportellata, la gara non offriva particolari spunti o eventi dinamici, lasciando al puro piacere della guida il compito di intrattenere. Nonostante un’intelligenza artificiale non brillantissima, la difficoltà media non è da trascurare: i moltissimi cavalli sotto al cofano non si sono rivelati facili da domare e le strade erano ricche di insidie. Per rendere l’esperienza più accessibile, gli sviluppatori hanno comunque introdotto un classico sistema di flashback, facendo tuttavia le cose a modo loro: invece di proporre il riavvolgimento dinamico del tempo tipico dei giochi Codemasters, in Need for Speed: The Run la pressione dell’apposito tasto riporterà il giocatore all’ultimo checkpoint, una soluzione senza dubbio adottata per non appesantire troppo il gioco dal punto di vista delle risorse di sistema richieste. Va infatti detto che il motore sembrava affaticare abbastanza la macchina di casa Sony, probabilmente a causa di un’ottimizzazione ancora non definitiva: a parte il diffuso pop up degli elementi di sfondo, si faceva notare un frame rate poco stabile, con picchi verso il basso ben sotto i 30 FPS. Si tratta di un aspetto su cui gli sviluppatori dovranno intervenire a qualsiasi costo, dato che la fluidità è un fattore irrinunciabile per qualunque gioco, in particolare se ci sono di mezzo delle corse ad alta velocità.

– Modello di guida divertente

– Grande varietà di ambientazioni

Nonostante la brevità della demo, Need for Speed: The Run è riuscito a convincerci, almeno in parte, grazie al suo modello di guida interessante, a metà tra l’arcade ed un feeling realistico sul peso e sulle scodate dei veicoli. L’implementazione del nuovissimo Frostbite 2 garantisce sfondi di notevole impatto, ma sembra che l’ottimizzazione sia ancora piuttosto indietro, come testimoniato dal frame rate poco stabile. Se gli sviluppatori sapranno lavorare a fondo su questo punto cruciale, il titolo potrebbe offrire agli appassionati della serie un’esperienza di guida cinematografica, condita con qualche elemento narrativo utile a legarne i contenuti. A Novembre potremo dirvi se gli sforzi di Black Box sono andati nella giusta direzione, rimanete con noi.