Recensione

My Horse and Me

Avatar

a cura di momo

Un tempo era il tamagotchi a sopperire alla mancanza di un vero animale domestico, concedendo la possibilità a qualche povero ed infelice bambino, al quale i genitori non permettevano di possedere un cucciolo, di prendersi cura, se non altro, della sua controparte virtuale.Dal 1996 ad oggi sono passati più di 10 anni e nel tempo la moda del tamagotchi è sfumata pian piano; nonostante i vari tentativi di modernizzare e far tornare in voga il piccolo oggetto di culto giapponese, con i bambini del nuovo millennio il tamagotchi non è riuscito a replicare quel successo di vendite del quale gli appartenenti alla mia generazione, teenager di ieri e ventenni di oggi, erano stati gli artefici.C’è voluta Nintendo con la sua nuova ed innovativa console ed un titolo chiamato Nintendogs a far tornare in auge uno status symbol che all’epoca aveva fatto guadagnare una fortuna alla giapponesissima Bandai, creatrice di una moda controversa che aveva sollevato feroci polemiche (chi non ricorda i bambini depressi a causa della morte del tamagotchi?).Ad oggi, l’animale virtuale è certamente migliorato: non accudiremo più su uno schermo monocromatico di due centimetri e mezzo quattro pixel neri con delle esigenze incontenibili ed una marcata propensione alla morte prematura, ma dei cuccioli decisamente più vicini al reale con i quali potremo interagire in maniera più profonda e che avranno la decenza di non morire dopo mezza giornata di abbandono; anzi non moriranno affatto.Dopo i cani dunque, i gatti, i criceti, i delfini, i bambini, i personaggi Disney, è venuto il momento di accudire anche i cavalli. Atari ha scelto il nobile animale anche e soprattutto perché per realizzare questo titolo ha potuto vantare della licenza FEI (Federazione Equestre Internazionale) e quindi ci si aspetterebbe un titolo d’eccezione, ma il condizionale in questo caso è d’obbligo, ed anche appropriato, malauguratamente.

Voi ed il vostro cavalloDicevamo che Nintendogs è stato il promotore del revival del “Virtual Pet”, modello ispiratore emulato e mai superato dagli innumerevoli cloni che sono proliferati in seguito.Purtroppo My Horse and Me rientra nella categoria di cui sopra, limitandosi a ricalcare le basi del titolo Nintendo e cambiando semplicemente il soggetto del gioco: non avrete un cane bensì un cavallo.All’inizio potrete scegliere il vostro personaggio tra sei disponibili, sarà il vostro fantino e lo vedrete a cavallo nella visuale in terza persona, oppure non lo vedrete per niente se deciderete di usare quella in prima. Una volta scelto il protagonista, che di personalizzabile avrà soltanto i vestiti, andrete a selezionare il vostro cavallo scegliendo il colore del manto, la sella ed altri accessori che aumenteranno di numero man mano che vincerete le diverse competizioni che il gioco mette a disposizione. Quando avrete sbrigato le pratiche “burocratiche” di scelta dei nomi potrete finalmente entrare nel vivo dell’azione scegliendo una delle tre modalità che il gioco vi offre: potrete prendervi cura del cavallo, allenarvi per farlo gareggiare, o, nei momenti di svago, cimentarvi in alcuni minigiochi.

Competizioni internazionaliPartiamo dalla seconda scelta che risulta essere anche la più ricca (il perché lo capirete in seguito).Comincerete con l’allenamento del vostro cavallo nel quale imparerete le basi: trotto, galoppo, salto di ostacoli semplici.A dire il vero tutto quello che voi dovrete fare sarà regolare l’andatura del vostro destriero ed impartirgli le direzioni; il cavallo infatti salterà automaticamente in prossimità dell’ostacolo ed il vostro unico compito sarà quello di farlo trovare in posizione più o meno centrale rispetto alla staccionata per fargli effettuare un buon balzo.Più o meno quello che succedeva nelle gare di Nintendogs insomma.Ovviamente nei primi livelli gareggerete in scenari rustici, piccole scuderie. Salendo di grado verrete ospitati nelle grandi scuole di equitazione fino ad approdare in arene mastodontiche per competizioni di livello mondiale.Le gare potranno svolgersi in differenti ore del giorno e saranno suscettibili di diverse condizioni climatiche.

Accudire il cavallo e “minigiocare”In queste due sezioni il titolo mostra tutti i suoi punti deboli. Si può cominciare col dire che le tre fasi di gioco in generale risultano troppo slegate fra loro. Separati fin dal menù, la cura del cavallo ed il rendimento di quest’ultimo nelle gare non presentano alcuna correlazione, non ci sono parametri di affinità tra il giocatore e l’animale ed i vostri comportamenti non influiranno minimamente sul carattere e la docilità del cavallo.Addirittura lavare il vostro amico a quattro zampe non avrà molto senso: non lo vedrete gradualmente sporcarsi durante una gara o un minigioco, ma selezionata l’opzione, proprio perché la cura del cavallo è quasi totalmente indipendente dal resto del gioco, avrete davanti a voi semplicemente un animale dal manto sudicio che dovrete ripulire (e non saprete mai quando e quale bizzarro impulso equino avrà spinto il vostro cavallo a rotolarsi nel fango).La fase di accudimento assumerà un senso solo nel momento in cui andrete a personalizzare il vestiario del fantino e gli accessori del cavallo, che saranno quelli che vedrete durante le gare e che a loro volta saranno sbloccabili risultando vincitori in queste ultime.I minigiochi sono pochi e studiati appositamente per i giocatori occasionali; vanno dalle classiche prove di memoria alle corse per raccogliere farfalle o stelle cadenti, non sono particolarmente immediati né particolarmente divertenti.

A caval donato non si guarda in boccaMa in questo caso faremo un’eccezione.I modelli dei cavalli risultano graziosi ma sono poco originali a dire il vero. L’unica caratteristica morfologica che permetterà di distinguere un cavallo da un altro sarà il colore del manto.Le animazioni sono discrete, i movimenti appaiono un po’ legnosi ma accettabili, probabilmente rimangono quanto di meglio si è visto fin’ora nelle simulazioni di cavalli. Anche le ambientazioni sono abbastanza curate e varie, arricchite da soddisfacenti effetti di luce studiati per rappresentare le diverse ore del giorno.L’unica cosa che ancora una volta non convince è l’animazione del cavallo in fase di accudimento. E’ piuttosto innaturale vedere un animale quasi totalmente indifferente alle vostre vigorose strigliate, addirittura se commetterete l’errore di passargli la spazzola dura sul muso il vostro cavallo non farà un piega.La musica è di circostanza e gli effetti sonori sono ben campionati.

HARDWARE

Requisiti Minimi

– Sistema operativo: Windows 2000 / XP / Vista– Processore: Pentium 4 / AMD Athlon XP o superiore– RAM: 512 MB– Spazio su disco: 2,5 GB

MULTIPLAYER

Assente.

– Carini i cavalli e carine le ambientazioni

– Il migliore simulatore per quanto riguarda i cavalli

– Decisamente NON originale

– Struttura di gioco poco profonda

– Annoia presto

6.5

Un gioco tutto sommato decente che sarà perfetto se cercate un simulatore legato al mondo dell’equitazione. Si colloca nel solco tracciato da Nintendogs ma fortemente al di sotto di quest’ultimo. My Horse and Me manca di personalità, originalità e sapore; sembra solo sfruttare una licenza importante attingendo qua e là da idee già sfruttate fino alla nausea da altri.

Certo è che tra i simulatori di cavalli My Horse and Me rappresenta il titolo migliore sul mercato e potrete scegliere di comprarlo se proprio adorate questi animali e non sopportate i cani. In caso contrario, vi conviene puntare altrove (e credo sia ben chiaro “dove”). Probabilmente bisognerà aspettare un’altra decina di anni per veder scemare i cloni di Nintendogs ed avere una nuova rivoluzione nel genere come quella che la grande N ci ha regalato un paio di anni fa.

Voto Recensione di My Horse and Me - Recensione


6.5