Recensione

Monster Hunter 3 Ultimate

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a cura di FireZdragon

Dieci anni sono ormai passati dal lancio del primo Monster Hunter su Playstation 2, un titolo in grado di dare vita a un filone completamente nuovo. La serie, tuttavia, non è mai riuscita a sfondare da noi quanto in oriente, vuoi per le limitazioni imposte sulle connessioni online delle varie versioni portatili, vuoi per la mancanza di un vero e proprio nuovo capitolo in alta definizione che sfruttasse tutte le potenzialità delle console più recenti. Nel 2009 il binomio Capcom/Nintendo ha dato vita a Monster Hunter Tri, prodotto destinato finalmente al mercato casalingo, davvero ottimo sotto molti aspetti ma carente di alcune delle novità introdotte con Monster Hunter Freedom su PsP. Dopo ben tre anni l’accoppiata ci riprova su next gen con Monster Hunter 3 Ultimate, sarà la consacrazione definitiva per la serie che tutti aspettavamo?
Un nuovo inizio
L’impossibilità di importare i precedenti salvataggi di Monster Hunter Tri in questa nuova versione costringerà tutti, sia i giocatori navigati che i novizi, a partire nuovamente dalle prime fasi di gioco.
La creazione del vostro alter ego sarà comunque veloce e indolore, niente statistiche da assegnare o classi da scegliere, dovrete soltanto stabilire il sesso del pg, definirne alcune caratteristiche estetiche, come taglio di capelli, struttura del viso e vestiti, e assegnargli un nome.
Le opzioni di personalizzazione non sono poi molte e soprattutto risultano quasi ininfluenti, dato che già dopo le prime ore di gioco sarete vestiti di corazze a scaglie e armature gigantesche che copriranno praticamente in toto le vostre scelte.
La base della trama rimane sempre la medesima, il villaggio di pescatori di Moga è stato ridotto in macerie da una serie di inspiegabili terremoti e voi, come promettente cacciatore, dovrete indagare su quanto successo, scovare la causa del sisma e risolvere il problema.
Monster Hunter è un titolo dallo sviluppo lentissimo e dalla complessità decisamente sopra la media dei giochi moderni, caratteristiche che da sempre ce lo fanno amare alla follia. Le prime tre/quattro ore di gioco funzioneranno né più né meno come un enorme tutorial, scordatevi quindi di poter affettare draghi giganteschi e mostri pericolosi sin dalle battute iniziali: l’onore di combattere contro queste creature dovrà essere guadagnato sul campo con tempo e fatica. Preparatevi quindi a raccogliere funghi, budella di erbivoro o minerali di varia natura per cominciare a ripristinare alcune delle strutture principali del villaggio.
L’occasione è quella giusta inoltre per sperimentare le diverse tipologie di armi disponibili. Monster Hunter 3 Ultimate mette in campo infatti la più grande varietà di armi nella serie, per un totale di ben dodici tipologie. Oltre al classico spadone a due mani, alle lame doppie e a fucili e balestre, tornano in questa edizione anche l’arco, la spadascia, la lancia fucile e il corno da caccia, un quantitativo davvero mostruoso di opzioni. La cosa davvero eccezionale di tutto questo è che ogni singolo strumento di morte cambierà in modo radicale il vostro stile di gioco e le vostre tattiche di combattimento.
Rimane come sempre la divisione tra spadaccino, con armature dalla protezione elevata, e artigliere, laddove invece le resistenze agli attacchi elementali la faranno da padrone. Come scoprirete proseguendo nella vostra avventura la scelta di uno dei due rami e dell’arma da utilizzare è completamente libera senza alcun tipo di restrizione, ma, come l’esperienza insegna, riuscire a padroneggiare correttamente anche solo una delle lame a disposizione e ottenere tutti i materiali per arrivare ad avere i tier di equipaggiamento più alti può richiedere decine e decine di ore.
Sperimentare inizialmente quale tipologia di gioco si sposa meglio al nostro modo di approcciare le battaglie e scegliere con cura quale arma imparare ad usare vi farà risparmiare successivamente tantissimo tempo, e una volta che avrete l’equipaggiamento al massimo nulla vi vieterà di tornare a farmare in velocità mostri precedentemente abbattuti  e costruire altre tipologie di armi. A tutto questo vanno poi ad aggiungersi particolari talismani, con i quali potenziare specifiche abilità passive e ottenere così ad esempio la guardia automatica o la resistenza a stordimenti e alterazioni di vario tipo.
Crafting a valanga
Come forgiare quindi l’equipaggiamento? E’ presto detto. Ogni volta che abbatterete un nemico qualsiasi potrete avvicinarvi e iniziare a scuoiarlo raccogliendone pelli, ossa e corna che una volta portate dal fabbro del villaggio in quantità sufficiente sbloccheranno diverse armi e armature. Ogni lama o arma da tiro potrà poi essere sviluppata ulteriormente tramite upgrade, con  ramificazioni disparate che non solo influiranno attivamente sull’estetica del pezzo, ma anche sulla sua efficacia in battaglia.
Esistono fondamentalmente due rami principali, uno per le armi craftate con le parti dei mostri uccisi e uno per i minerali e altri materiali raccolti durante l’esplorazione. Le differenze principali risiedono nel danno e, cosa più importante, nel grado di affilatura delle lame, inserito in maniera radicata nel gameplay. Ogni singola creatura presente nel gioco ha infatti tutta una serie di hitbox dalla resistenza variabile: nelle più fragili anche le armi meno affilate e indicate potranno infilarsi senza problemi, mentre quelle più resistenti rimbalzeranno i colpi come un muro. Diventa quindi fondamentale per un buon giocatore imparare a conoscere le bestie nei minimi dettagli, muoversi velocemente sul campo e colpire al momento adatto e nei punti giusti. Un gameplay quindi molto profondo e particolareggiato, immutato da dieci anni a questa parte ma sempre solidissimo.
A limitare la vostra possibilità di parare e schivare ci penserà la stamina, elemento da tenere sempre sotto controllo almeno tanto quanto  la vostra barra dell’energia. Quella dei nemici invece è completamente assente, tanto che dovrete imparare a capire in autonomia quando questi saranno vicini alla morte per completare con successo le missioni di cattura.
Questa tipologia di quest, sempre assegnate dalla gilda dei cacciatori, sono probabilmente tra le più difficoltose da portare a termine e richiedono di consegnare vivi alcuni dei mostri più imponenti. Oltre al combattimento entrano in gioco anche lo studio dei movimenti del nemico e la necessità di piazzare una trappola sul terreno quando questo si trascina ferito verso il suo nido per recuperare le forze, al che basterà lanciargli qualche sfera soporifera e il gioco è fatto.
La bava alla bocca, il trascinamento delle zampe e un accentuato barcollamento sono tutti segnali che indicano che il mostro è pronto per essere catturato, attenzione però alle ultime energie del nemico, grazie alle quali potrebbe sorprendervi con attacchi disperati dell’ultimo secondo. Come sempre la strategia pre-scontro sarà importante quanto l’abilità in battaglia e forgiare le armature dalle giuste resistenze, farmare con anticipo piante curative e far scorta di antidoti saranno elementi necessari per trionfare. Nelle fasi avanzate di gioco aspettatevi scontri lunghi, capaci di durare anche più di quaranta minuti nel peggiore dei casi, sfiancanti ma capaci di regalare soddisfazioni davvero uniche.
Si ma sempre da solo? 
Monster Hunter offre una campagna in singolo piuttosto lineare, dove non dovrete far altro che accettare in successione le quest fornite, completarle e seguire il dipanarsi di una trama raccontata tramite i semplici dialoghi degli abitanti. Il punto forte del gioco tuttavia risiede nella caccia in multigiocatore, dove affrontare i mostri più grossi, impegnativi e ostici di tutto il gioco, ottenendo davvero il massimo che il titolo può regalarvi. Sarà inoltre possibile gettarsi in una speciale arena nel tentativo di abbattere i nemici nel minor tempo possibile con tanto di classifiche e premi, feature comunque già presenti anche nei precedenti capitoli.
Un breve assaggio di cooperativa viene offerto anche in singolo grazie a due Shakalaka che sbloccherete con il proseguo dell’avventura, capaci di curarvi e offrirvi un leggero aiuto in battaglia. 
Monster Hunter 3 Ultimate fornisce la possibilità di giocare sia tramite connessione  locale, con altri tre giocatori dotati di 3DS, sia online, dove i server di gioco ospiteranno centinaia di altri cacciatori virtuali.
Durante la nostra prova non abbiamo avuto alcun rallentamento dovuto al lag o disconnessioni, con server stabili nei quali è possibile creare stanze private o unirsi a cacciatori già in battaglia e comunicare con loro tramite una comodissima chat, sia con messaggi preregistrati istantanei, sia con l’utilizzo del paddone Wii U (con tanto di tastiera virtuale a scomparsa davvero perfetta per sessioni di questo tipo).
Proprio il Wii U gamepad, tanto bistrattato nei titoli di lancio, in questo caso funziona egregiamente e regala infinite possibilità di personalizzazione dell’interfaccia. Il titolo mette a disposizione infatti la possibilità di giocare in modalità classica o in quella dinamica, che semplicemente rimuove tutte le informazioni a schermo e le sposta direttamente sullo schermo touch.
Potrete quindi godervi Monster Hunter 3 Ultimate con lo schermo completamente pulito o spostare dal pad solo la barra dell’energia, il lock dei nemici, le barre dei compagni o la lista di oggetti in maniera del tutto indipendente per una personalizzazione totale. E’ stata inoltre inserita una sorta di insta lock-on sui mostri per reindirizzare immediatamente la telecamera verso di loro durante le battaglie. Tale soluzione, unita all’utilizzo del doppio analogico per la telecamera libera, rende il controllo davvero ottimale.
Extra a gogo
Oltre alle missioni della gilda e alla routine di caccia e raccolta basilare, tornano anche in Monster Hunter 3 Ultimate tutte quelle funzionalità extra utili a snellire le fasi di raccolta oggetti.
Sarà come sempre possibile recarsi dai nostri amici Felyne, sia per farci preparare gustosi banchetti tramite la cucina sia per coltivare piante, funghi e insetti speciali nell’apposita fattoria. Non mancano nemmeno le spedizioni della flotta sulle isole limitrofe per raccogliere pesci e oggetti rari da scambiare poi con i diversi mercanti, magari in modo da ottenere quell’oggetto di arredamento che tanto volevate mettere nella vostra dimora. Purtroppo il menu degli item è ancora davvero poco comprensibile e accessibile per i neofiti, un lavoro di rifinitura da questo punto di vista sarebbe più che gradito.
Per quanto concerne i mostri tornano invece tutti i colossi della serie, a partire dai Qurupeco, passando dai Rathalos fino ad arrivare ai più maestosi Diablos e Uragaan, e senza dimenticare ovviamente le battaglie acquatiche contro Lagiacrus e Plesioth. Non potevano mancare le nuove aggiunte, tantissime rispetto a Monster Hunter Tri, con versioni potenziate di nostre vecchie conoscenze e nuovi arrivi inediti che vi lasceremo scoprire da soli. I numeri parlano chiaro e ben 38 sono i nemici aggiunti pronti a farvi a pezzi, con il Brachydios, il mostro simbolo del titolo, a fare da portabandiera. 
Ma questa è davvero la next gen?
Abbiamo quindi più contenuti rispetto a Monster Hunter Tri, un sistema di controllo adattato alla perfezione, nonostante la scomodità iniziale dovuta all’ingombro del pad (è comunque possibile giocare con il controller pro) e funzionalità multiplayer solide, ma ci aspettavamo terribilmente di più dal punto di vista tecnico. Ad eccezione infatti dei modelli dei mostri, accettabili, gli ambienti risultano ancora terribilmente spogli, carenti di poligoni e con texture slavate dalle palette cromatiche piatte. Solo l’ambientazione del vulcano regala qualche scorcio gradevole ma il resto è tutto dimenticabile. Stiamo pur sempre parlando di una console next gen e vedere ancora compenetrazioni poligonali immense (i nemici più grossi entrano addirittura nelle montagne circostanti durante gli attacchi speciali), piani invisibili su cui poggiano gli npc staccati completamente dall’ambientazione (il galleggiamento del villaggio è terribile sotto questo aspetto se osservato con cura) e alcuni equip curati meno di altri risulta completamente inaccettabile. Siamo ben consci che in Monster Hunter il comparto grafico sia l’ultimo dei fattori da valutare, ma non possiamo non tenerne conto vista la gravità della situazione. Nessuna nota di rilievo anche per l’audio, relativamente curato per i ruggiti dei mostri ma da rivedere per gli impatti delle lame e i colpi sparati dei fucili, sempre sottotono. Pessima invece l’effettistica, con fulmini ed esplosioni praticamente identiche alla versione per Nintendo Wii.

– Il Monster Hunter più completo in termini contenutistici

– I fan lo adoreranno

– Uso intelligente del gamepad Wii U

– Online pratico

– Cross platform con 3DS

– Tecnicamente molto arretrato

– Nessuna novità rilevante in termini di gameplay

– Sempre troppo ostico per i neofiti

8.5

Monster Hunter 3 Ultimate è il capitolo più completo della serie in termini contenutistici. Tantissime sono le aggiunte apportate e le migliorie all’interfaccia non possono che farci consigliare il titolo a tutti gli appassionati. Il comparto tecnico tuttavia risulta davvero troppo arretrato, soprattutto se pensiamo che la console su cui gira il gioco dovrebbe poter offrire prestazioni superiori alle attuali concorrenti. Il gameplay, per fortuna, è rimasto integro, con la sua profondità, la sua difficoltà, sebbene semplificata leggermente grazie ai due Shakalaka, e la necessità di ore di pratica prima di poterlo padroneggiare a dovere. Un titolo quindi che difficilmente potrà entrare nelle grazie di un pubblico abituato ad avere tutto e subito, ma che saprà essere apprezzato da chi è alla ricerca di una sfida ardua e longeva.

Voto Recensione di Monster Hunter 3 Ultimate - Recensione


8.5