Anteprima

March of the Eagles

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a cura di Ctekcop

Paradox Interactive è un publisher nato a Stoccolma relativamente piccolo, rivelatosi poi, col passare degli anni, capace di crescere in maniera esponenziale, arrivando ora a incassare nel corso dell’ultimo anno più di 20 milioni di dollari.

La società ha infatti basato il proprio successo per lo più sui cosiddetti grandi strategici caratterizzati da un’accurata ricostruzione storica capaci di richiedere grandi dosi di impegno per comprenderne a fondo le complesse meccaniche che li contraddistinguono. Un genere senza dubbio di nicchia ma sfruttato a dovere dagli svedesi capaci di creare attorno a sè una reputazione invidiabile nonostante talvolta abbia badato più alla quantità di giochi rilasciati che alla qualità per via di qualche prodotto sottotono.
Ecco quindi che dopo la conversione per Linux di Crusader Kings II e prossimamente anche di altri pezzi forte del catalogo è giunta l’ora di ampliare nuovamente quest’ultimo con un videogioco creato dall’apprezzato studio interno. March of the Eagles, questo il titolo, uscirà il 18 febbraio esclusivamente nei negozi di digital delivery al prezzo di 20€. L’offerta del preordine prevede oltre a un piccolo ulteriore sconto del 10% anche in regalo una copia di Sengoku, altro valido esponente del genere.
Chi ha paura di essere conquistato è certo della sconfitta
Mantenendo fede alla tradizione non scritta di ambientare ogni diverso brand in un relativo contesto storico March of the Eagles esplora il setting dell’Europa napoleonica agli inizi del secolo XIX, dal 1805 al 1820 per la precisione, dandoci concretamente la possibilità di riscrivere la storia. Lo scopo del gioco è infatti ovviamente quello di diventare la forza dominatrice dell’Europa.
La novità di questo titolo consiste in un focus quasi esclusivo sugli aspetti bellici: creare il proprio esercito, mantenerlo con cibo e armi, conquistare province e un pizzico di diplomazia; gli altri aspetti secondari sono ridotti ai minimi termini o addirittura assenti. L’aspetto più importante è probabilmente quello delle linee di rifornimento che richiedono territori adiacenti o sagaci alleanze per non far morire di fame le truppe impegnate in ardite campagne lontane dai propri confini. I leader rivestono grande importanza e il terreno di scontro o la presenza di eventuali fortificazioni può fare la differenza. Viene a mancare l’albero tecnologico sostituito da un equivalente definito idea system: grazie alle provincie più ricche si accumulano punti da spendere poi per l’appunto in “idee” capaci di fare la differenza come riforme per la nazione, tattiche militari, nuove tecnologie e così via.
Più che una simulazione in grande stile a tutto tondo si può pensare a una versione ridotta e concentrata di Europa Universalis. Diversamente da quanto accade in altri giochi vengono proposti tutta una seria di obiettivi specifici da raggiungere: ogni nazione ha delle precise e diverse condizioni di vittoria, come il raggiungere la dominazione navale o terrestre di una certa zona. L’IA terrà bene a mente tutto ciò non solo per cercare di vincere ma al tempo stesso per quanto possibile proverà a metterci i bastoni tra le ruote.
Finalmente il multiplayer quello serio
La struttura snellita sembra quindi andare a braccetto con una feature disponibile e integrata da tempo dagli sviluppatori di Paradox ma difficilmente sfruttabile e godibile a fondo se non da una minuta schiera di intrepidi appassionati. Il comparto multigiocatore si prospetta infatti più accessibile grazie a una durata delle partite non esagerata, non più di una manciata di serate. Fino a 32 giocatori possono prendere parte in epiche partite caratterizzate da strategie imprevedibili e inaspettati tradimenti. Molto dipenderà dalla comunità di giocatori.
Infine, visto il successo di tali iniziative intraprese dai videogiocatori di Crusader Kings II e non solo, anche March of the Eagles sarà moddabile così da poter variare l’esperienza ludica secondo le proprie preferenze.

– Prezzo budget

– Forte enfasi sulla guerra vera e propria

– Sembra il solito strategico di Paradox ma non lo è

Senza troppi giri di parole March of the Eagles si propone di affinare ancora una volta sempre di più lo strategico alla Paradox Anche so forse rischia di risultare apparentemente troppo simile agli il titoli del medesimo publisher, o forse troppo semplificato o ridotto, il prezzo di lancio lo mette al riparo da eventuali critiche rendendolo senza dubbio molto interessante per gli appassionati del genere.