Recensione

Island Time Recensione

Avatar

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Su Playstation VR siamo ormai abituati a vedere ogni genere di gioco, dagli sparatutto ai giochi di guida, dai puzzle game ai platform, e così via. Pochi erano stati, però, gli esperimenti nell’ambito dei survival puri: un genere estremamente in voga in questi ultimi anni, e che i ragazzi di Flight School Studio hanno deciso di reinterpretare in una chiave di lettura estremamente personale ed autoironica con Island Time, in uscita su Playstation 4 e PC.
Un’isola, un naufrago e Carl il granchio
La premessa narrativa di Island Time è davvero semplice: nei panni di uno sfortunato naufrago, ci ritroviamo su un minuscolo isolotto in compagnia di un granchio parlante di nome Carl, ed il nostro unico obiettivo sarà quello di sopravvivere il più a lungo possibile con quanto riusciremo a trovare (letteralmente, come vedremo) a portata di mano. Il gioco, come è evidente, non punta sul comparto narrativo, ma la presenza di Carl, vera e propria linea comica di Island Time, incide profondamente sull’esperienza. Il granchio infatti non mancherà di commentare le nostre azioni, con battute esilaranti che spesso rompono la quarta parete, e che rivelano fin da subito la profonda autoironia che permea Island Time. Il gioco è stato doppiato solamente in inglese, e sebbene la comprensione della lingua non sia fondamentale, è consigliata per godersi appieno l’esperienza. Esteticamente, il gioco si presenta con un piacevole stile cartoonesco, estremamente semplice ma efficace, che permette di non sentire i limiti della periferica. Inoltre, è assente l’abituale effetto blur, fin troppo comune ai titoli pensati per Playstation VR. 
Un’isola a misura d’uomo
La più grande particolarita di Island Time risiede forse nella sua location: un isolotto che si estende poco più del nostro corpo, in cui ogni oggetto può essere raggiunto con un minimo spostamento. Questo significa che in Island Time non c’è alcuna necessità di movimento: infatti, non è possibile spostare il proprio personaggio, tutto viene affidato allo spostamento del nostro corpo reale. Questo implica una completa assenza dell’effetto di motion-sickness, rendendo Island Time un titolo perfetto per tutti quelli che si trovano alle prime esperienza in fatto di realtà virtuale. I controlli vengono affidati a due Playstation Move, ciascuno dei quali rappresenta, come d’abitudine, una mano del personaggio. Attraverso di essi potremo interagire con l’ambiente circostante, facendo cadere noci di cocco dall’unico albero presente sull’isolotto, costruendo una lancia improvvisata, catturando pesci e, in generale, facendo quanto possibile per sopravvivere. Se non mangeremo abbastanza spesso, infatti, il nostro orologio da polso, su cui vengono visualizzate la salute rimanente ed il tempo di gioco, comincerà ad emettere un suono che segnala l’arrivo della nostra fine. Per evitare che ciò accada potremo, ad esempio, infilzare pesci con una lancia improvvisata, per poi cuocerli al nostro altrettanto improvvisato fuoco da campo; occorrerà stare attenti, però, alla cottura del pesce, in quanto un pesce troppo cotto potrebbe rivelarsi dannoso per la salute. Fortunatamente un suono ci avverte quando il pesce è cotto a puntino, e Carl stesso ci darà consigli su cosa evitare di ingurgitare. Per sopravvivere dovremo anche sopravvivere ad alcuni pericoli: tra piovre giganti, squali e gabbiani minacciosi, sembra che il nostro isolotto sia meta turistica di molte altre specie. Prima o poi, comunque, arriverà la schermata di game over, che ci mostrerà quanto a lungo saremo riusciti a sopravvivere. In pieno spirito arcade, l’obiettivo di Island Time non è arrivare alla fine (inesistente) del gioco, ma fare il punteggio più alto, che in questo caso significa sopravvivere più a lungo. Purtroppo però, la struttura limitata dell’isolotto porta con sé anche dei contro: dopo poche partite avremo visto tutto quello che il gioco ha da offrire, e non avremo grandi incentivi per tornare a giocare. Certo, il prezzo budget a cui il gioco viene venduto rende questo difetto meno pesante, ciò nonostante chiunque cerchi un’esperienza longeva non troverà in Island Time pane per i suoi denti.

– Carl il granchio è una spalla comica eccezionale

– Esperimento interessante

– Strutturalmente limitato

– Dopo qualche partita non ha più niente da offrire

6.5

Island Time è un esperimento interessante, che propone un’esperienza VR semplice, in cui tutto si trova a portata di mano e quindi non sono richiesti spostamenti. Purtroppo però, questa stessa struttura di gioco, se da un lato rende il titolo esente da qualsiasi rischio di motion-sickness, dall’altro lo rende povero di contenuti, in quanto dopo qualche partita si vede già tutto quello che c’è da vedere. Dato il prezzo budget, possiamo comunque consigliarlo a chi si trovi alle sue prime esperienza con la realtà virtuale o a chi voglia passare una manciata di ore su un isolotto sperduto in compagnia di un granchio chiacchierone.

Voto Recensione di Island Time Recensione - Recensione


6.5