Anteprima

In Verbis Virtus

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a cura di FraFont

Indomitus games, come già aveva anticipato allo Svilupparty 2014, pubblica il suo primo titolo: In Verbis Virtus. L’idea del gioco nasce durante il corso di Videogame Design and Programming del Politecnico di Milano tenuto dal professor Pier Luca Lanzi. Il team è riuscito in poco più di un anno a concretizzare e commercializzare un titolo di tutto rispetto con delle caratteristiche molto interessanti; il gioco è infatti attualmente disponibile in beta early access su Steam. 

La ricetta
Il concept è molto semplice, gli ingredienti di questa avventura sono: ambientazioni travolgenti, enigmi, antichi incantesimi e il potere della propria voce. L’avventura si svolgerà tra le misteriose rovine di un’antica civiltà perduta, e l’unica arma a nostra disposizione sarà il suono della nostra voce. Quando diciamo “nostra”, peraltro, intendiamo proprio quella che usiamo tutti i giorni. Quanti di voi giocando a Skyrim hanno sognato di urlare “Fus Ro Dah!” per davvero e scatenare l’ira degli antichi draghi contro i nemici? Beh, qui potrete farlo! O quasi. Per giocare sarà necessario un microfono, e pronunciando alcune parole magiche nell’antica lingua Mahaki (o in inglese per i meno poetici) attiveremo diversi incantesimi che ci porteranno alla risoluzione di numerosi enigmi. 

Ma tutti ora si chiederanno: funziona?
La risposta è sorprendentemente sì. E’ stato impressionante vedere l’effettivo funzionamento, il gioco riconosce bene anche diverse intonazioni e volumi della voce. I comandi funzionano molto bene sia nella fantasiosa lingua inventata che in inglese. Ci avventureremo quindi attraverso i meandri delle rovine scovando nuovi segreti, apprendendo nuovi incantesimi e risolvendo puzzle. Avremo un numero interessante di incantesimi, tra cui la capacità di creare una fonte o un raggio di luce, utilizzare la telecinesi, curare le proprie ferite oppure piazzare una sorta di sigillo esplosivo. Per utilizzarli sarà sufficiente fare click, pronunciare la parola corrispondente e rilasciare. La combinazione delle varie abilità creerà una complessità di scenario intrigante e stimolante, senza mai annoiare. La difficoltà della sfida è adeguata, tralasciando forse un primo enigma piuttosto arduo, inoltre i numerosi documenti ritrovati nelle varie stanze aiuteranno il giocatore non solo ad immergersi meglio nell’ambiente di gioco, ma talvolta anche a capire come procedere nell’avventura. Una piccola nota negativa tuttavia va fatta. Andando avanti nel gioco avremo a disposizione diversi incantesimi e potrà capitare che alcune volte, pronunciando le parole di un’abilità, se ne attivi un’altra. Questo potrebbe risultare abbastanza fastidioso, soprattutto nelle situazioni più critiche dove sono richiesti tempismo e velocità ma, poiché il gioco è ancora in beta e in generale i comandi funzionano bene, perdoniamo gli sviluppatori e ci auguriamo che continuino con l’ottimo lavoro che stanno svolgendo.Il team, ad ogni modo, intende integrare una funzione di “addestramento” nel menù principale, in cui sarà possibile insegnare al computer a riconoscere la nostra voce, con il nostro tono e il nostro accento. In questo modo il comando vocale fatto su misura dovrebbe risultare praticamente perfetto.

Un’avventura fatta di divinità e antiche rovine
Vestiremo i panni di un avventuriero che studia da moltissimi anni un’antica lingua perduta. Dopo un lungo viaggio nel deserto, quando tutto sembrava perduto, riesce finalmente a trovare un tempio in rovina. Una volta dentro qualcosa in lui cambia: ciò che prima era un testo da decifrare su una lastra di pietra, adesso gli sembra una comune scritta e ne riesce a comprendere il significato in maniera completa, come se fosse la sua lingua madre. L’avventuriero capisce subito che c’è molto potere in quelle parole e comincia così il suo viaggio. Tra perle di saggezza e antiche leggende, l’avventura proseguirà accompagnando il giocatore attraverso questo misterioso luogo.
In alcuni momenti ci troveremo ad affrontare anche alcune brevi parti “platform”, in cui sarà necessario muoversi con precisione o saltare da una roccia all’altra per raggiungere alcuni luoghi. Questa scelta ha senso ed è in linea con il titolo, tuttavia in certi punti andrebbero calibrati meglio gli spazi, poiché alcuni movimenti potrebbero risultare più complessi del necessario. Escluse tali piccole eccezioni, queste parti conferiscono un ulteriore senso di esplorazione all’esperienza di gioco e sono un elemento sicuramente valido. 

Guarda, un cristallo gigante!
Il titolo è stato sviluppato utilizzando l’Unreal Engine e la resa è ottima. Un sapiente uso di luci, ombre ed effetti particellari riesce a rendere l’ambientazione cupa e misteriosa, ma al contempo affascinante e travolgente. Ci capiterà spesso di soffermarci ad ammirare lo scenario tra cristalli luminosi e antiche statue imponenti: scoprire le meraviglie e i segreti del tempio sarà un ottimo incoraggiamento per proseguire il nostro viaggio.
Anche il comparto audio è curato e l’intera esperienza di gioco sarà accompagnata da una buona colonna sonora che, perfettamente in linea con l’ambiente, favorirà una migliore immersione.

– Comando vocale funzionale e promettente

– Ambientazioni spettacolari

– Atmosfera intrigante

– Enigmi stimolanti e non frustranti

In Verbis Virtus è un titolo sorprendente: senza utilizzare nuove tecnologie o espedienti complessi riesce a creare un gameplay intrigante e innovativo, con elementi semplici ma ben articolati. Il gioco è ancora in beta ed è disponibile in accesso anticipato su Steam, quindi c’è un grande margine per perfezionamenti e miglioramenti di un prodotto che già così regala molte soddisfazioni. Non ci resta che attendere la versione definitiva!