Anteprima

Grav

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a cura di Mascalzone

Se c’è una tipologia di titoli che, da Minecraft in poi, in questi ultimi anni è letteralmente esplosa questa è sicuramente quella dei sandbox, passati dall’essere un genere di nicchia al divenire la “next big thing” del mondo videoludico. Tanto che sono ormai moltissimi quelli che attendono No Man’s Sky come il nuovo messia.

Il fascino delle scatole di sabbiaA dispetto di chi vuole che l’hype su PC e console si focalizzi solo sui titoli mainstream, è infatti indubbio che ogni qual volta che l’occhio del videogiocatore medio cade su titoli che, prima di ogni alta cosa, promettono assoluta libertà questi riescano puntualmente a destare parecchio interesse, perché in tutti questi anni non è mai cessata la ricerca di prodotti che escano dai canoni tradizionali per proporre qualcosa di realmente innovativo.Lo abbiamo visto con lo straordinario successo del world builder di Markus “Notch” Persson e lo stiamo vedendo nell’incredibile richiamo che stanno generando titoli come appunto quello di Hello Games o Star Citizen di Chris Roberts, capace di ottenere decine di milioni di dollari di finanziamento dai fan prima ancora che se ne vedesse anche solo un pixel in movimento. Ulteriore dimostrazione di quanto i sandbox sappiano catturare curiosità ed entusiasmo è poi la sempre più vasta pletora di survival open world che, dal lancio della mod di ArmA III DayZ nel 2012, sono ormai divenuti un vero e proprio sottogenere i cui esponenti si fanno fatica a contare. Si è partiti da ragni e zombi e, passando per dinosauri e apocalissi di ogni genere, si è arrivati a interi pianeti alieni.Proprio quest’ultimo l’incipit da cui sono partiti i ragazzi di BitMonster, piccolo team indipendente formatosi tre anni fa che comprende sviluppatori provenienti da realtà affermate come DICE, Ubisoft e soprattutto Epic Games: ben quattro dei sei componenti del team infatti vantano notevole esperienza con le serie Unreal Tournament e Gears of War. Insomma background di tutto rispetto per una grande ambizione: realizzare un gioco che permetta di esplorare mondi sconosciuti tanto sterminati quanto diversificati, il tutto rispettando gli immancabili dogmi dei sandbox, ovvero dare tutti gli strumenti ai player per esplorare e forgiare il mondo di gioco, anzi i mondi, senza guidarli in alcun modo per lasciare che siano loro stessi a scoprire passo dopo passo tutto quel che possono fare da soli o attraverso l’interazione con gli altri player.Pilastro del gameplay di questo genere difatti è sicuramente tutto ciò che deriva dalle relazioni tra i personaggi, sia in termini cooperativi che competitivi: vale la legge della giungla, per cui la forza dell’individuo è quella del gruppo di cui fa parte. Occorre collaborare non solo per sopravvivere, ma anche per poter adempiere a compiti complessi utili per l’ottenimento dei conseguimenti più importanti, secondo un sistema che fa del farsi degli amici e dei nemici un processo del tutto naturale che si esplicita in quello che le meccaniche di gioco mettono sul piatto.

Ispirazione persistenteCome avviene in molti altri survival, Grav altro non offre che una serie di server cui collegarsi, ognuno col proprio pianeta generato proceduralmente in grado di accogliere sino a 64 giocatori. Questi server sono sia quelli ufficiali, ovvero messi in piedi dalla stessa BitMonster, sia quelli aperti dai giocatori. Riguardo ai primi quelli per l’Europa sono circa una quindicina, mentre i secondi sono diverse centinaia, divisi per nazionalità e community (e sì, ce ne sono anche diversi italiani).Al momento la principale differenza tra l’uno e l’altro, a parte la lingua, consiste nel prevedere o meno la possibilità di uccidere altri giocatori: insomma ce ne sono con e senza il PvP, esattamente come avviene coi MMORPG. Le similitudini con quest’ultimi del resto sono moltissime: Grav è infatti un sandbox piuttosto atipico, visto che riprende diverse carattertisiche dai theme park a la World of Warcraft come per esempio la presenza di livelli per personaggi e creature: mano a mano che si combatte si acquisisce esperienza e si sale di livello, mentre potendo visualizzare quello della creatura (o del PG) che ci si para davanti potremo valutare le nostre possibilità di sopravvivere allo scontro. Questo assolutamente non significa che il gioco faccia del grind il fulcro del suo gameplay come sin troppo spesso avviene nel modello MMORPG, ma ha semplicemente lo scopo di far conoscere la forza dell’avversario con tanto di nomi a indicare se ci si trova di fronte una variante particolarmente aggressiva e letale di un mob o un NPC.Un’implementazione intelligente che vale anche per crafting e gathering, questi sì completamente contestualizzati al genere di cui questo titolo fa parte: salendo di livello potremmo infatti raccogliere, costruire e utilizzare sempre più cose, perché se è vero che si diventa più resistenti grazie all’aumento delle statistiche associate ai personaggi (punti salute in primis) la grande differenza la fanno le armature e, se vorremo uccidere, le armi le dovremo creare completamente da zero perché non esistono loot (eccezion fatta naturalmente per il PvP) che non siano risorse di vario tipo che vanno lavorate in materiali per creare tantissimi oggetti, da elmi a pistole o fucili sino a macchinari, veicoli e edifici attraverso cui civilizzare il pianeta, con addirittura la possibilità di costruire strade con tanto di indicazioni lungo il percorso!Altre idee riprese dai MMORPG sono infine i dungeon, anch’essi generati proceduralmente e in cui si trovano le risorse più rare e le creature più temibili, e gli eventi dinamici come piogge di meteoriti, attacchi da parte di pericolosissimi branchi di bestie feroci o agguerriti gruppi di indigeni, quest’ultimi anche reclutabili come pet al fine di avere un aiuto in combattimento. Quest’ultimo è assolutamente dinamico richiedendo di muoversi costantemente per schivare i colpi e una buona mira nel portarli a segno, con l’inevitabile presenza del mirino per le armi da fuoco oltre alla chicca della visuale che si sposta sulla spalla del PG.

Potenza della fantascienzaLa mescolanza tra questi elementi e quelle che invece sono tutte le meccaniche da survival, dai già citati full loot in PvP e necessità di costruire qualsiasi cosa all’immancabile partenza in braghe di tela e coltellino svizzero, anche se in verità si ha da subito a disposizione un potente attrezzo con sui si fa praticamente tutto, dal disboscare allo spaccare rocce, costituisce il principale elemento di spicco facendo della struttura di Grav un ibrido oltremodo originale, reso ancora più affascinante dall’ambientazione decisamente peculiare e sempre differente grazie al motore procedurale mosso dall’Unreal Engine 3, letteralmente in grado di forgiare pianeti.Ovviamente, trattandosi di un prodotto ancora in early access, non stiamo certamente parlando di un prodotto finito. Lo dimostrano la rozzezza di molte animazioni e dell’interfaccia, funzionale ma tremendamente scarna, con in particolare una chat testuale ben poco pratica (difetto mitigato da quella vocale integrata) e soprattutto la massiccia presenza di bug, glitch e crash del client. Gli sviluppatori si stanno comunque dando un gran daffare sfornando patch a ripetizione, ma è chiaro che sarà un procedimento piuttosto lungo quello che porterà il gioco dall’attuale alpha alla beta e poi alla release.Inoltre al momento manca decisamente varietà per i pianeti e le tipologie di creature che li popolano: l’unica ambientazione ora disponibile è quella tropical-lussureggiante e non si può non sottolineare come, essendo l’esplorazione il fulcro di Grav, nella grande diversificazione della della fauna, della geologia e del clima dei pianeti risieda buona parte del potenziale del gioco.

– Interi pianeti sempre diversi da esplorare e colonizzare

– Il miscuglio tra elementi sandbox e theme park è sublime

– Nonostante i problemi di gioventù è già ora perfettamente fruibile

Se quel che andate cercando sono videogiochi che fanno della sopravvivenza in ambienti ostili la loro ragion d’essere proponendo tutti gli elementi dei survival sandbox, l’offerta attuale, pur trattando per la maggior parte prodotti tutt’altro che completi come questo, è assolutamente ampia. Ma solo Grav (e Planet Explorers…) è in grado di mettere a disposizione interi pianeti sempre differenti con pure diverse feature pensate per rendere le cose più interessanti nonché più accessibili, pur rimanendo nei confini dell’hardcore gaming più spinto e dunque anche più appagante. In definitiva un titolo estremamente interessante che ha solo bisogno di essere sviluppato a dovere per poter diventare un grande successo.