Recensione

Dementium: The Ward

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a cura di Jack Right

Provate ad applicarvi in questa equazione videoludico-matematica: prendete Silent Hill, sommateci Doom 3 e togliete Halo. Recuperate ora nella vostra memoria Quake 2, aggiungete l’esperienza di gioco di F.E.A.R e dei primi Resident Evil, dividete il tutto per Condemned e moltiplicate per Metroid Prime: Hunters. Se avrete eseguito convenientemente l’operazione dovreste avere a questo punto una almeno vaga idea attorno a cosa questo Dementium The Ward per Nintendo DS avrà intenzione di offrirvi.

Un gioco sconsigliabile ai deboli di cuoreSi deve inevitabilmente notare che sono passati i tempi in cui Nintendo era contraria ai giochi violenti presso le sue console. Ricordo che, attorno al 1992, la versione di Mortal Kombat per Super NES fu mutilata in ogni sua parte violenta (quindi immaginate cosa poteva restare) onde evitare accuse che avrebbero potuto ledere la reputazione della storica Hardware e Software House. Dementium: The Ward è uno sparatutto in prima persona (con forti componenti Survival Horror) che parte sin da subito in quarta. Senza troppe spiegazioni infatti vi ritroverete in un claustrofobico manicomio e il vostro scopo sarà quello di farvi strada tra mostri infernali, vermi ed altre aberrazioni simili. Interessante il sistema di controllo che sapientemente riprende alcune idee fornite, anni fa, da Metroid Prime Hunters. Lo schermo tattile vi fornirà alcune importanti informazioni (come la vostra energia) e sopratutto sarà diviso in vari settori che, se toccati, daranno accesso ad alcune informazioni o funzioni aggiuntive. Essi saranno fondamentalmente lo spazio dedicato alle armi (una decina in tutto: non mancherà il manganello, la pistola ed il fucile), la mappa (dovrà essere raccolta), le opzioni (settaggi sui controlli e volumi), l’inventario (qui avrete accesso ad informazioni attorno agli oggetti raccolti) ed il notepad (dove potrete appuntare col pennino alcuni dati, ad esempio codici utili per aprire porte). Il touch-screen però fungerà anche da secondo analogico; tramite esso sposterete il vostro sguardo e mirerete. Con il D-pad vi muoverete e, attraverso una veloce pressione doppia del pulsante “Su”, correrete. La descrizione dei comandi termina attraverso il tasto dorsale “L” con il quale sparerete. Trattandosi di un gioco con chiare componenti e radici Survival, le munizioni che troverete in giro non saranno molte e dovrete prestare particolare attenzione ai punti deboli di certi mostri che, se non colpiti convenientemente, potranno darvi del filo da torcere. La vostra salute sarà costituita da 10 pallini: ogni volta che verrete colpiti ne perderete uno. Essa potrà essere facilmente ripristinata attraverso i vari Kit medici sparsi per i livelli. Il titolo purtroppo rinuncia all’innovazione portata da sparatutto come Halo, che prevede il recupero di punti salute senza medikit, in favore di un sistema di gioco più classico.

Gameplay datato ma ancora funzionaleGirovagando per i livelli (abbastanza lineari e con poca libertà d’esplorazione) vi capiterà talvolta, tra l’uccisione di un mostro ed un altra, di risolvere qualche enigma. Uno dei primi, piuttosto ben fatto, vi permetterà di trovare una chiave magnetica dentro un pianoforte giocattolo, a patto però di suonare le giuste note nella corretta consequenzialità. L’incedere del protagonista apparirà lento e sofferto e, in generale, il gioco non è adrenalico. Se vi aspettate, insomma, uno sparatutto frenetico in cui uccidere decine di nemici al minuto, forse vi converrebbe astenervi dall’acquistare questo prodotto poiché, in realtà, esso basa la propria essenza ludica sulla capacità di incutere timore e sorpresa. Questa possibilità è garantita altresì dalla torcia che troverete immediatamente. Le ambientazioni sono infatti molto scure e, equipaggiando la torcia, riuscirete a inquadrarle meglio. Attenzione: la torcia non vi permette di combattere e se sbucherà all’improvviso un nemico (spesso sono nascosti bene) sicuramente verrete colpiti (Doom 3 docet). Procedere con la dovuta calma è quindi essenziale, farvi avanti con fare sbruffone vi porterà solo ad un veloce game-over. Nota dolente: il salvataggio. Nonostante il gioco salvi automaticamente all’uscita ed all’entrata di ogni stanza, se perderete sarete chiamati a ricominciare da capo il livello in corso. Spesso ciò significherà ripetere una ventina di minuti di gioco. Tale osservazione ci porta alla seconda nota dolente: la longevità. Poiché il titolo non offre valori di rigiocabilità molto alti, le 6-7 ore necessarie a completarlo sono forse un po’ poche. Forse proprio a causa di una lunghezza non eccessiva, Renegade Kids ha reputato opportuno allungare l’esperienza di gioco attraverso un frustrante, scomodo e antiquato sistema di salvataggio.

Giudizi tecniciGraficamente Dementium: The Ward è ben fatto. Offre un motore grafico 3d solido e veloce. Difficilmente noterete rallentamenti ed i giochi di luce, molti in tempo reale, si rivelano funzionali all’atmosfera che il titolo vuole evocare. La palette di colori usata non è molto varia (con una forte tendenza a tonalità grigio-scure) ma non può, tale accorgimento, esser definito negativo poiché anch’esso voluto è necessario ai fini di un gameplay Survival. Discrete le texture, di necessità in bassa risoluzione ma capaci di donare ai mostri ed alle ambientazioni una certa sostanza ludica. Alcune chicche innalzano il valore del progetto: sparando ad un muro vedrete su di esso il buco prodotto dal proiettile per qualche secondo e, colpendo con il manganello un muro (o un oggetto), non entrerà scomparendovi (come tutt’ora capita a volte in produzioni ben più costose) ma si bloccherà sull’ostacolo. Buono altresì il comparto sonoro che offre grida e gemiti capaci di impaurire e sorprendere. Le musiche sono di buon livello ed in linea con l’atmosfera che il gioco vuole creare.

– Solido motore grafico

– Buon sonoro

– Fa davvero paura

– Sistema di salvataggio scomodo e frustrante

– Longevità limitata

– Gameplay collaudato ma a tratti obsoleto e meccanico

7.0

Dementium The Ward è una gradita sorpresa. Il solido motore, il buon sonoro e una meccanica di gioco ben collaudata ne fanno un titolo consigliabile a chiunque cerchi un vero FPS su Nintendo DS. Attenzione però: per i più smanettoni questo titolo potrebbe anche rivelarsi noioso! Le chiare componenti Survival del gameplay, infatti, ne minano la velocità d’azione in favore di un’atmosfera maggiormente ricercata. Comunque il titolo raggiunge il suo scopo: fa paura. Misto tra Doom 3, F.E.A.R. e Silent Hill, soffre purtroppo di due principali problemi: il sistema di salvataggio obsoleto (che spesso vi costringerà a rigiocare porzioni di gioco di 20 minuti) e la scarsa longevità (sulle 6 – 7 ore). Poiché la rigiocabilità del titolo è scarsa, consigliamo di valutare attentamente l’acquisto di questo prodotto. Un peccato, senza questi difetti lo avremmo senz’altro consigliato.

Voto Recensione di Dementium: The Ward - Recensione


7