Recensione

Cursed Castilla (Maldita Castilla EX)

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

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Cursed Castilla (Maldita Castilla EX)
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 24 gennaio 2019 Switch

Si dice che leggendo libri si vivano mille vite, ma per noi questa massima potrebbe essere applicata con facilità anche ai videogame: solo oggi abbiamo combattuto contro dei draghi, ci siamo seduti sulla panchina di una squadra di serie A e con il fucile in mano siamo stati catapultati lungo le trincee fra la Francia e il Belgio. Non solo, alcuni titoli sono perfino in grado di farti rivivere i migliori momenti della tua infanzia e non stiamo parlando di qualche strano effetto inception, ma di quei giochi che ricordano in tutto e per tutto quelli con i quali hai iniziato a frequentare le fumose sale giochi oppure il bar in riva al mare. Cursed Castilla (Maldita Castilla EX) fa esattamente parte di questo secondo gruppo e non cerca di nascondere nemmeno per un attimo la sua volontà di generare un fortissimo senso di nostalgia per gli anni ’80, con la sua grafica retrò, i suoni a 16bit e soprattutto con una difficoltà tale da far sembrare Lothric un simpatico villaggio vacanze. Una volta asciugate le lacrime per i tempi che furono, cosa resta però di Cursed Castilla (Maldita Castilla EX)?
Retro-tribute
Prima di analizzare Cursed Castilla, occorre spendere due parole sulla sua genesi e sul team di sviluppo, anzi, su Locomalito, l’unica mente dietro a questo parente stretto di Ghosts’n Goblins. Se frequentate forum inerenti alla scena indipendente, il nome del developer spagnolo non vi sarà di certo nuovo: da vero amante degli arcade passati, da quasi dieci anni a questa parte Locomalito si è infatti impegnato a creare e a distribuire in modo del tutto gratuito gran parte dei suoi progetti, fra cui ad esempio spiccano The Curse of Issyos, Hydorah e Gaurodan. Maldita Castilla faceva anche esso parte parte di questo gruppo di freeware, ma dato il suo successo il gioco ha attirato le attenzioni di Abylight Studios che ha deciso di pubblicare una versione estesa, con più contenuti e maggiormente rifinita, cambiando il nome in Cursed Castilla. Se a fine recensione sarete rimasti incuriositi o avrete voglia di provare il titolo, vi lasciamo qui di seguito il link da cui scaricare gratuitamente l’originale Maldita Castilla e tutti gli altri progetti firmati da Locomalito. Ma torniamo a Cursed Castilla e al suo feeling con il passato, che emerge chiaramente non appena si avvia il gioco tramite le nostalgiche scritte “Rom Ok” e “Ram Ok”, seguite dall’immancabile griglia bianca su sfondo nero. I rimandi al mondo degli arcade sono palesi, così come la chiara ispirazione che Cursed Castilla trae dagli indimenticabili Ghosts’n Goblins o Rastan. Se avete avuto la fortuna di buttare via centinaia di gettoni nel tentativo di salvare la vostra bella rapita da Astaroth, saprete quindi perfettamente anche cosa vi aspetta in Cursed Castilla, tra salti su piattaforme ed innumerevoli nemici da far fuori a colpi di spada. Il protagonista del gioco è un cavaliere di nome Don Ramiro, impegnato nella lotta contro i demoni che, dopo essere stati liberati dalle lacrime di una giovane strega, popolano le maledette lande di Tolomera. Il cammino del prode eroe è infestato da ogni genere di creatura, dai più classici zombie ai cavalieri senza testa, dagli scheletri alle manticore, ma i castelli e le grotte non sono popolati solo da esseri mostruosi, ma pullulano anche di scrigni ricchi di bottini, salsicciotti per recuperare un po’ di vita, fate blu che aiutano ad abbattere i nemici o, ancora, le immancabili armi come spade, bolas, asce o bombe. L’esplorazione assume dunque un ruolo chiave in Cursed Castilla, anche a costo di morire per l’ennesima volta: il sapiente level design e gli stage che si sviluppano sia in orizzontale che in verticale spingono il giocatore a scoprire ogni passaggio, a trovare un nuovo segreto o magari qualcosa che lo possa rendere invulnerabile ai nemici e ai loro colpi che riempiono tutto lo schermo. Letteralmente. 
Per Dio e per la Castiglia 
Nella più classica delle tradizioni arcade, anche Cursed Castilla causa vari travasi di bile e scatti d’ira: il livello di difficoltà non è certamente dei più abbordabili, mano a mano che si avanza negli otto stage e si affrontano i circa venti boss la situazione si fa veramente complicata e, nonostante servano circa due ore per portare a termine l’avventura, fidatevi quando vi diciamo che il tempo richiesto si allunga sensibilmente a causa delle continue morti. Cursed Castilla è un gioco sì difficile, ma non è per nulla scorretto ed a differenza dei vari Ery’s Action o Cat Mario, con un’attenta osservazione dei pattern d’attacco, con il calcolo della traiettoria dei colpi e con l’allenamento dei riflessi si è sempre in grado di avanzare fra le terre di Tolomera. In ogni caso, il tasso di sfida esagerato ed il senso di frustrazione che si ha nel compiere per decine e decine di volte sempre gli stessi livelli, temiamo possano allontanare una buona parte dell’utenza: per fortuna Locomalito ha reso più abbordabile e moderna la sua creatura e così, differentemente da quanto accadeva in Ghosts’n Goblins, le vite passano da due a tre, ma soprattutto sono stati introdotti i salvataggi ed il sistema di checkpoint che non obbligano a rifare da capo sezioni di gioco già affrontate. Vi sono poi altri ritocchi che hanno reso Cursed Castilla un titolo decisamente più contemporaneo: nel menù delle opzioni, oltre a poter scegliere fra sei modalità video diverse – anche a tutto schermo o con le vecchie bande nere laterali – tutti i comandi sono rimappabili, siano essi quelli della tastiera, oppure i bottoni del pad, come nel nostro caso che ci siamo affidati a quello del Xbox One, immediatamente riconosciuto dal gioco. Forse sarebbe stato chiedere troppo e probabilmente questa introduzione avrebbe snaturato le radici di Cursed Castilla, ma a nostro vedere l’introduzione della cooperativa a due giocatori avrebbe potuto dare al titolo una marcia in più.
Una Spagna maledetta
Cursed Castilla è sì un tributo al passato, ma ridurlo ad un mero clone di ciò che furono Ghost’n Goblins et similia risulta una terribile banalizzazione, perché il titolo ha un’anima tutta sua e non brilla affatto di luce riflessa. La mitologia a cui Locomalito si è ispirato è quella della sua terra, precisamente quella contenuta nell’Amadigi di Gaula, un romanzo cavalleresco molto in voga nella penisola iberica durante il XVI secolo e che esalta nelle sue pagine la figura del cavaliere errante, esattamente come Don Rodrigo, non un semplice figlio bastardo dell’Arthur di Ghosts’n Goblins. Il lavoro svolto per dare a Cursed Castilla una sua personalità è stato davvero encomiabile e lo stesso developer ha dichiarato in più interviste come tutto ciò che si vede nel suo prodotto è frutto di ricerche su testi, libri, film come Ivanhoe o El Cid, miti che hanno dato vita ad un vero e proprio bestiario illustrato contenuto nel gioco, dove sono scritte tutte le informazioni e le leggende nascoste dietro alle creature che si incontrano in Tolomera. Queste ispirazioni hanno influito pesantemente sull’universo a 16bit di Cursed Castilla, dove la pixel art si mette al servizio di un’atmosfera dark, cupa e piena di rimandi al tardo medioevo spagnolo, dove l’inquisizione dipingeva un mondo truce, sanguinolento e preda del male. Il livello di cura riposto in Cursed Castilla passa anche per la sua colonna sonora, ideata e composta da Javier Garcia, alias Gryzor87, da sempre spalla di Locomalito, che per dare alle sue tracce un vero gusto retrò, ha emulato il chip Yamaha YM2203, dando così al gioco quella musica chiptune tanto cara agli amanti degli arcade anni ’80. Chiudiamo la nostra analisi con una voluta provocazione: sarà capace Cursed Castilla di avvicinare le nuove leve ad un epoca così lontana da loro, non solo in termini di anni, ma soprattutto di gusto e di genere? I salvataggi ed i checkpoint fanno certamente la loro parte, ma il lato pessimista ci porta a pensare che il lavoro di Locomalito &Co verrà tanto apprezzato dai nostalgici attempati, quanto velocemente dimenticato – o peggio ancora ignorato – dai giocatori più giovani.

HARDWARE

Requisiti:– Sistema operativo: Windows Vista, 7, 8 o 10 – Processore: 1GHz+ – Memoria: 512 MB di RAM – Scheda video: 128 MB – Memoria: 100 MB di spazio disponibile

– Tutto il gusto degli arcade anni ’80

– Difficile e punitivo, ma per nulla scorretto

– Non è un copia-incolla dei suoi genitori spirituali

– L’universo cupo ha una sua propria mitologia e storia

– A tratti davvero frustrante

– Riuscirà ad attirare a sé nuovi appassionati?

8.0

Cursed Castilla (Maldita Castilla EX) è innanztitutto una dichiarazione d’amore, è il disperato tentativo da parte di Locomalito e Gryzor87 di salvare i ricordi legati alle ore passate muovendo le dita su bottoni rossi, verdi e bianchi, mentre gli occhi rimanevano fissi sullo schermo grazie a titoli come Ghosts’n Goblins, Golden Axe, Rastan e molti altri. Cursed Castilla fa di tutto per assomigliare a questi titoli, le meccaniche di gioco così come la difficoltà complessiva restano esattamente quella dei giochi degli anni ’80, ma non si tratta di una mera imitazione, perché – come del resto tutti i suoi titoli – Locomalito ha dato ideato per Cursed Castilla un universo originale, con una sua mitologia ed il suo background fatto di miti e leggende spagnole. Infine, per chiunque apprezzi il genere chiptune, le note che si ascoltano mentre si cerca di non morire per l’ennesima volta rimangono a lungo impresse nella memoria.

Voto Recensione di Cursed Castilla (Maldita Castilla EX) - Recensione


8