Anteprima

Chronicles of Spiderwick

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a cura di Songoku

Il 21 marzo 2008 uscirà nei cinema Spiderwick, di Mark Waters. Il film porta su grande schermo la saga ideata dalla scrittrice Holly Black e racconta le avventure di due fratelli gemelli, Jared e Simon, e la loro sorella Mallory, alle prese con un mondo fatato e misterioso, situato nei pressi della casa del loro pro-zio, Arthur Spiderwick. Come è ormai consuetudine, al film si accompagna un videogioco, Chronicles of Spiderwick, che promette di ricreare le stesse atmosfere dell’avventura cinematografica. Abbiamo potuto provare una versione piuttosto avanzata del titolo, anche se non definitiva, e sembra abbastanza evidente che ci troviamo di fronte al più classico dei tie-in, con tutti i pregi e difetti che questo comporta.

La legge del tie-inLa trama è sicuramente accattivante e ci consente di muoverci in ambienti piuttosto diversi comandando vari personaggi, ognuno con le sue caratteristiche e abilità. Jared è il protagonista principale, e sembra incarnare tutti gli elementi più classici dell’action, visto che se ne va in giro a prendere a randellate i goblin. Il fratello gemello Simon è invece più riflessivo e timido, ed è spesso impegnato a scappare e cercare oggetti più che a combattere. La sorella Mallory è appassionata di scherma, e affronta con eleganza i mostriciattoli che le si parano davanti. La storia è piuttosto lineare e ricalcata sul film, organizzata in un sistema a missioni che, malgrado lasci spazio per diverse subquest, appare comunque molto scriptato.Il gameplay è semplice e intuitivo, e alterna sezioni di combattimento ad altre più simili a un platform, tra salti e aggiramenti di trappole. Non mancano gli enigmi, che probabilmente sono l’elemento che più svela il target del gioco: gli indovinelli sono sempre molto abbordabili e il gioco fornisce valanghe di suggerimenti attraverso il libro che Jared trova in soffitta e che non abbandona mai. Siamo sempre in grado, insomma, di sapere cosa dobbiamo fare, e spesso anche di come e dove farlo. Questo approccio dovrebbe facilitare il compito ai giocatori più piccoli, ideali spettatori del film, mentre potrebbe annoiare i gamer più adulti e abituati a ben altri livelli di sfida.

Tanto sonoro e poca graficaDal punto di vista tecnico, le cose migliori vengono dal comparto audio. La versione da noi provata è quella inglese, in cui il doppiaggio è decisamente buono. Gli effetti sonori sono sempre azzeccati e piuttosto vari, e riescono a rendere bene l’atmosfera fiabesca del titolo. Un vero plauso va fatto alle musiche, davvero convincenti e adatte a ogni situazione.Meno soddisfacente la grafica, che non riesce a sfruttare al meglio le potenzialità delle console di nuova generazione. Gli spazi sono ben designati, ma poveri di particolari, e l’interazione con l’ambiente è quasi nulla (se non consideriamo alcuni oggetti che servono al proseguimento della storia e che sono rintracciabili fin dall’inizio). I mostri hanno un buon carisma, anche se il merito del loro design va più agli autori del film che a quelli del gioco. Peccato che anche in questo caso la complessità poligonale sia scarsa, così come il numero di personaggi contemporaneamente sullo schermo. Il framerate è costante per la maggior parte del tempo, salvo qualche leggerissimo rallentamento in corrispondenza dei paesaggi più ampi.Diversi problemi arrivano dalla telecamera virtuale: è sempre possibile usare la levetta destra per spostare la visuale e il tasto dorsale sinistro per centrarla alle spalle del personaggio, ma una buona gestione della telecamera dovrebbe rendere quasi superflui questi accorgimenti, se non in fase di vera e propria esplorazione dell’ambiente circostante. Invece i frequenti errori nel suo posizionamento provocano un senso di disorientamento che obbliga a fermarsi in continuazione per controllare dove ci si trova e dove si deve andare. Non proprio una manna per la scorrevolezza del gioco.

La longevità sembra attestarsi su un livello medio-basso. Ipotizziamo un 7-8 ore di gioco, che però possono ricevere nuova linfa da diverse sub-quest interessanti. Particolarmente riuscita la caccia alle sprite: usando una retina da farfalle possiamo catturare questi folletti-fatine volanti, che forniscono diversi bonus come rigenerazione della salute, potenziamenti temporanei delle armi, cerchi di funghi che tengono lontani i nemici e via dicendo. Ogni sprite, una volta catturato, va “disegnato” su una tavolozza virtuale che ci svela le famose illustrazioni di Tony Di Terlizzi, che è il creatore delle immagini originali della saga letteraria.

Concludendo, possiamo dire che Chronicles of Spiderwick rientra pienamente nella tradizione dei giochi tratti dai film. Atmosfera e storia sono quelle del lungometraggio (supportate soprattutto da un buon audio), e la giocabilità è immediata, adatta ad un pubblico molto giovane. Come la maggior parte dei tie-in, ci sono però diversi problemi, che riguardano una grafica sufficiente ma nulla di più, una longevità non eccelsa ed in generale la difficoltà ad invogliare all’acquisto anche chi non conosce la saga letteraria e non ha visto e apprezzato il film. Rimandiamo alla recensione per un giudizio definitivo (magari alla luce di qualche novità dell’ultimo minuto) e per valutare la localizzazione in italiano.