Recensione

Bullet Witch, una strega sexy e problematica nella nostra recensione

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Nella densa vita di un videogiocatore sono molti i titoli che per un motivo o l’altro sono quasi stati dimenticati del tutto; altri sono stati completamente rimossi, talvolta perché si tende a ricordare o omaggiare sempre quelli che hanno fatto la storia, altre volte perché – fidatevi – probabilmente è meglio così. Bullet Witch appartiene purtroppo a quest’ultima categoria, reo di non aver saputo lasciare un segno tangibile nella memoria di chi, nonostante tutto, all’epoca riuscì a dargli fiducia.
“Alicia, you’re a mistery”
La software house giapponese Cavia, conosciuta per il primo Nier e altri titoli un po’ incompresi, un po’ dimenticabili (e chiusa nel 2010), sviluppò il poco conosciuto Bullet Witch per Xbox 360, arrivato da noi ben undici anni fa. Era il periodo in cui gli stylish action andavano per la maggiore e funzionavano piuttosto bene, pertanto anche la softco nipponica decise di proporre la sua visione di gioco, presentando come protagonista una strega, ben prima che Platinum Games facesse esplodere il nome di Bayonetta. Se Alicia non ce la fece, i motivi ovviamente c’erano eccome, e anche con questa riedizione per PC la situazione non è di certo cambiata in positivo.
Bullet Witch era ambientato nel 2013 (all’epoca era il prossimo futuro, oggi il passato recente), tratteggiava in modo piuttosto grezzo un mondo giunto ormai sull’orlo del baratro e lasciava capire chiaramente che dell’umanità rimaneva ben poco. Dopo una sequela di disastri naturali, incidenti e mutamenti politico-ambientali, il culmine venne rappresentato da un’invasione demoniaca pronta ad avere la meglio sulla nostra specie e non lasciare scampo nemmeno agli ultimi rimasti. Alicia Claus, guidata da un potere chiamato “l’oscurità”, per tentare di sventare questo attacco finale si dirigeva in una cittadina semidesertica dell’America, col duplice scopo di salvare i sopravvissuti e affrontare a suo modo la minaccia.
Al di là di una piccola sottratrama, in Bullet Witch non si notano particolari complessità narrative, e in effetti l’intreccio resta davvero semplice (e semplicistico, va detto) fino alla fine delle circa quattro-cinque ore che impiegherete per arrivare ai titoli di coda. 
Sebbene sia lecito aspettarsi un comparto tecnico piuttosto invecchiato, dopo molti anni e un’intera generazione, l’impatto che Bullet Witch è in grado di dare lascia davvero desolati. Già all’epoca il titolo aveva grosse défaillance, graficamente, e a tal proposito non sono mancate diverse lamentele su quello che appariva un gioco inadeguato e decisamente arretrato. Rigiocarlo oggi su un PC, e senza poter effettivamente usufruire di un salto tecnologico seppur minimo, rappresenta senz’altro un grosso deterrente. A maggior ragione se la conversione – come in questo caso – risulta essere pigra, offrendo addirittura venti frame al secondo anche dopo aver disabilitato il blocco a trenta e aver selezionato la possibilità di avere un computo finale praticamente illimitato.
Fly Me To The Hell
Quando avvierete Bullet Witch su PC, partirà una scarna schermata delle opzioni che prevede pochissime scelte di base, e anche usando una macchina di fascia media (che beninteso sta al di sopra dei requisiti richiesti dal gioco), il risultato è tutto fuorché entusiasmante. Rispetto alla vecchia versione si nota giusto qualche miglioramento della risoluzione e della gestione delle luci, ma per tutto il resto, Bullet Witch rimane quel mezzo disastro che in molti hanno preferito dimenticare. 
Si prendano come esempio gli scenari disadorni, desolati e anonimi; si consideri la ridicola intelligenza artificiale che vi permetterà di fare il bello e il cattivo tempo da qualunque distanza lo desideriate; si pensi a una concezione talmente arretrata da lasciare basiti per la qualità dell’offerta; e infine, si prenda atto di un sistema di combattimento ingessato che di certo non aiuta ad andare oltre dei problemi strutturali piuttosto gravi. Ecco, forse di Bullet Witch si potrebbe apprezzare tutto sommato la semplicità, o la sua capacità di rilassare senza impegnare eccessivamente, ma per farvelo andare bene dovrete essere dei grandi appassionati del genere: dei cultori dell’action che vogliono recuperare un gioco che sarebbe potuto rimanere in un anfratto della memoria di quei pochi coraggiosi che hanno intrapreso l’avventura di Alicia. 
Alicia, dal canto suo, è dotata di una sorta di fucile d’assalto enorme che ricorda una grossa scopa tecnologica, e da questo punto di vista il design riesce ad essere azzeccato e caratterizza bene il personaggio, sul quale esteticamente non ci sono troppe lamentele da muovere. La nostra eroina potrà poi usare dei poteri speciali, inizialmente adibiti alla cura dei cittadini in difficoltà o per erigere dei muri protettivi. Potrà inoltre esibirsi in una schivata piuttosto goffa con salto in avanti e usare l’arma da fuoco in attacchi ravvicinati quando i nemici saranno troppo vicini o avrete bisogno di aprirvi un varco. 
Si rimane piuttosto perplessi da questo tipo di operazione di revival per un gioco che in fin dei conti non aveva raccolto buoni consensi. E se non ci era riuscito in passato, non si capisce perché dovrebbe farlo adesso, con un’arretratezza ancora maggiore e una conversione pigra e senza reali punti di forza. 

– Avrete la possibilità di giocare a un gioco di cui forse non conoscevate l’esistenza

– Un paio di buone idee…

– Il pacchetto contiene tutti i DLC e i costumi della versione originale

– …Raffazzonate e mal sfruttate

– Molti problemi tecnici, 20 fps, comparto grafico desolante

– IA ridicola

– Breve, ripetitivo e senza mordente

5.0

Bullet Witch ha avuto un piccolo ribilanciamento della difficoltà e un paio di migliorie tecniche, rispetto alla prima versione datata 2007, ma la conversione non offre davvero nulla di buono per chi si vorrebbe avvicinare per la prima volta a questo titolo poco conosciuto dal grande pubblico. Se non altro, in questa edizione sono presenti sin da subito i DLC e i costumi, ma al di la di ciò, facciamo una grande fatica a consigliarvelo.

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5