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Recensione

Yo-Kai Watch Blasters Recensione | Cani Pallidi allo sbaraglio

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Nonostante debba ancora ai giocatori occidentali la doppia versione del terzo capitolo della serie principale (denominata, rispettivamente, Sushi e Tempura in patria), Level 5 si accinge a portare sull’immortale 3DS Yo-Kai Watch Blasters, come di consueto in una duplice veste. Si tratta di uno spin-off basato sul minigioco in tempo reale che tanto successo aveva riscosso all’epoca dell’uscita dei tre capitoli regolari, e che qui diviene il punto focale della produzione, che trasla le proprie meccaniche da quelle di un classico gioco di ruolo a turni a quelle di un action ruolistico con visuale isometrica. Sì, non fate quella faccia, è un clone di Diablo all’acqua di rose.

Cloni dei Ghostbusters

Sin dal titolo, appare evidente il divertito citazionismo di cui Level 5 (e il team italiano occupatosi della traduzione) hanno pervaso tutta l’opera: Yo-Kai Watch Blasters è un omaggio ai primi, indimenticabili film degli Acchiappafantasmi, con tanto di centrale dei vigili del fuoco riadattata, scalcagnata macchina station wagon ed allarme pronto a suonare nei momenti meno opportuni. Solo che, a differenza del team guidato da Peter e Raymond, i Blasters se la fanno letteralmente sotto dinanzi ai demoni più potenti, battendo in ritirata senza alcuna vergogna…almeno finché l’associazione degli Yo-Kai non manda loro il Sergente Kuadro (altra citazione, stavolta da Full Metal Jacket) a metterli in riga. L’inflessibile nuovo istruttore detta nuove regole, mascherando il breve tutorial iniziale con delle lezioni personalizzate utili a comprendere le nuove linee guida per il team.

Tra freddure molto british, comicità slapstick e dialoghi spassosi, alcuni inediti ed altri ripresi dalla fortunata serie animata, il comparto narrativo di Yo-Kai Watch Blasters riesce ad intrattenere per tutta la durata dell’avventura, strappando qualche sorriso anche ai meno giovani, che comunque non rappresentano il target della produzione. I giovani affezionati del franchise, dal canto loro, rimarranno estasiati per la qualità dei filmati e la presenza dell’intero cast di doppiatori del cartone animato in onda da un paio d’anni dalle nostre parti. Alla disarmante semplicità dell’intreccio fanno da contraltare situazioni e personaggi buffi e un gusto particolare per i giochi di parole e per qualche stramberia nipponica, che in questo tipo di produzioni non guasta mai; l’assenza dei personaggi umani della saga non danneggia in alcun modo l’incedere della storia, che anzi guadagna in demenzialità proprio perché verte attorno ai soli demoni della mitologia nipponica. Ciò che più conta, ad ogni modo, è che tutti i fan del brand Yo-Kai si sentiranno immediatamente a proprio agio, coinvolti in una lunga e divertente puntata inedita del loro show preferito.

Da Yo-Kai Watch a…Diablo?!?

Il cambio di prospettiva per quanto concerne il gameplay è, sulle prime, alquanto straniante: da un gioco di ruolo rigorosamente a turni, dove il giocatore gestiva una squadra di Yo-Kai che combattevano secondo le loro inclinazioni, Yo-Kai Watch Blasters si trasforma in un action rpg abbastanza basilare con visuale pseudo-isometrica, con tutto ciò che ne consegue in termini di ritmo di gioco e coinvolgimento del giocatore nell’azione diretta (una delle critiche che molti muovono alla serie principale). Detto che a noi il combat system e la gestione tattica del team in tempo reale della serie originale non erano affatto dispiaciuti, bisogna riconoscere che in questo spin-off il giocatore sia coinvolto in maniera più integrale in ogni frangente del gameplay, anche se (e qui casca l’asino) in maniera molto più grossolana e meno profonda di quanto non fosse nei primi due capitoli pubblicati in occidente. Adesso si ha il controllo diretto di un personaggio alla volta, che può essere scambiato con uno dei suoi tre compagni di missione in qualsiasi momento utilizzando lo schermo tattile, a patto che la distanza tra gli Yo-Kai non sia eccessiva: ognuno dei membri del team riveste un ruolo differente, che chiunque abbia giocato un gioco di ruolo in vita sua conoscerà benone.

Il Guaritore si occupa di curare e tenere in vita i suoi compagni, il Combattente mena le mani come se non ci fosse un domani, il Difensore prova ad attirare su di sé il grosso dei danni provocati dai nemici e il Ranger li infesta con malus di varia natura, dal veleno alla lentezza: pescando tra questi quattro archetipi (almeno inizialmente), il giocatore sarà chiamato a comporre un party da quattro e intraprendere un gran numero di missioni, tanto principali quanto secondarie, così da portare avanti la trama e guadagnare sufficienti sfere Oni per far crescere di livello i suoi Yo-Kai e forgiare per loro equipaggiamento sempre migliore. Tutto funziona in maniera semplice ed intuitiva, con l’unico elemento strategico relegato alla scelta di come spendere la suddetta valuta di gioco, che è unica e serve sia per far aumentare di livello i mostriciattoli sia per acquistare beni di prima necessità e nuove armi: complice un livello di difficoltà tarato decisamente verso il basso, però, e la grande abbondanza di missioni secondarie utili a guadagnare oggetti e sfere, il giocatore non sarà mai davvero chiamato a scegliere. Il nuovo combat system, dal canto suo, funziona egregiamente: alternando le abilità disponibili, assegnate ai pulsanti frontali di 3DS, si potranno effettuare mosse speciali, utili soprattutto durante gli scontri con i boss, gli unici che offrono una parvenza di sfida. Il tutto scorre in maniera veloce e naturale, come anche il rinnovato sistema per fare amicizia con gli Yo-Kai, che riduce a zero l’elemento casuale e si affida, piuttosto, ad un minigioco a tempo in cui collezionare un numero sufficiente di cuori.

Insomma, da molti particolari si nota come il team di sviluppo abbia provato a rimediare ad alcune delle critiche ricevute dalla serie principale, ma, nel farlo, fatalmente, si sono eliminati anche alcuni dei punti di forza, come l’elemento tattico correlato al vecchio combat system a turni e la bontà delle fasi esplorative, che mettevano in evidenza una Valdoro ricca di oggetti segreti, missioni nascoste e piccoli dettagli che mandavano in sollucchero i fan più accaniti del franchise. Di certo, Yo-Kai Watch Blasters abbassa ulteriormente la soglia d’ingresso per i nuovi arrivati, sostituendo il button mashing più forsennato con le valutazioni strategiche del vecchio sistema di combattimento: se questo sia un bene o un male per il brand sarà solo la storia a dircelo.

Qualità anche per i più giovani

Come da tradizione per i prodotti targati Level 5, anche nel caso di Yo-Kai Watch Blasters è impossibile lamentarsi dei valori produttivi e della cura riposta nel confezionamento e nella presentazione del prodotto: a partire dall’assurda sigla cantata in italiano che apre le vicende, passando per l’ottimo doppiaggio nella lingua di Dante, che utilizza i medesimi doppiatori della serie animata in onda da un paio d’anni ormai, i giovani fan del franchise troveranno tutto al loro posto e si sentiranno quanto mai coinvolti nelle vicende. Certo, a livello tecnico, la visuale a volo d’uccello penalizza il buon lavoro svolto dagli artisti e la discreta complessità delle strutture, ma su una console uscita nel 2011 è inevitabile che il lato meramente poligonale sia messo in secondo (se non terzo) piano. Le sequenze animate d’intermezzo, le musiche e gli effetti sonori, la cura con cui sono realizzati persinoi menu si attestano sui medesimi, altissimi standard fissati da serie come Inazuma Eleven e il Professor Layton, marchi indissolubilmente legati al successo delle console portatili Nintendo nell’arco degli ultimi quindici anni.

Finché la software house di Fukuoka continuerà a mantenere questo livello qualitativo anche nelle produzioni per i neofiti, si creeranno sempre nuove generazioni di giocatori con delle aspettative particolarmente elevate, e questo per l’industria videoludica tutta non può che essere un bene. Benone anche l’offerta ludica, che si assesta, grossomodo, sui livelli dei due precedenti capitoli già giocati sugli schermi di 3DS. Concludiamo segnalando la piena compatibilità del prodotto con i salvataggi delle tre versioni di Yo-Kai Watc 2 (Spiritossi, Polpanime e Psicospettri), i cui salvataggi sbloccano uno Yo-Kai esclusivo, che va ad aggiungersi ai quasi quattrocento già inclusi nel ricco pacchetto.

+ Una gradevole variazione sul tema...

+ Presentazione e confezionamento sempre di primo livello

+ Ideale per i più giovani...

- ...che però non regge il confronto con i capitoli regolari

- Un po' troppo button mashing in certe fasi

- ...meno per i veterani

7.0

Nonostante a noi sia piaciuto meno dei capitoli regolari della saga, perché riteniamo assottigli troppo l’elemento strategico e sacrifichi in maniera troppo pesante le fasi esplorative, Yo-kai Watch Blasters mantiene frizzante e divertente l’anima della serie, provando a dare ascolto alle lamentele di parte dell’utenza (su tutte la presunta passività dell’esperienza e la difficoltà nel reclutare nuovi Yo-Kai) e abbassando ulteriormente le barriere d’ingresso per le nuove generazioni di videogiocatori.

Se amate la serie, ci spenderete qualche pomeriggio in allegria, ma speriamo che per il futuro il franchise torni sui binari gettati dai primi due capitoli pubblicati in Europa.

A proposito, Level 5, quando ci regalerai il tanto atteso terzo episodio?

Voto Recensione di Yo-Kai Watch Blasters Recensione | Cani Pallidi allo sbaraglio - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Una gradevole variazione sul tema...

  • Presentazione e confezionamento sempre di primo livello

  • Ideale per i più giovani...

Contro

  • ...che però non regge il confronto con i capitoli regolari

  • Un po' troppo button mashing in certe fasi

  • ...meno per i veterani

Commento

Nonostante a noi sia piaciuto meno dei capitoli regolari della saga, perché riteniamo assottigli troppo l'elemento strategico e sacrifichi in maniera troppo pesante le fasi esplorative, Yo-kai Watch Blasters mantiene frizzante e divertente l'anima della serie, provando a dare ascolto alle lamentele di parte dell'utenza (su tutte la presunta passività dell'esperienza e la difficoltà nel reclutare nuovi Yo-Kai) e abbassando ulteriormente le barriere d'ingresso per le nuove generazioni di videogiocatori. Se amate la serie, ci spenderete qualche pomeriggio in allegria, ma speriamo che per il futuro il franchise torni sui binari gettati dai primi due capitoli pubblicati in Europa. A proposito, Level 5, quando ci regalerai il tanto atteso terzo episodio?