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Windbound | Recensione - Tra le onde del mare

Dal colpo d'occhio in stile The Legend of Zelda: Breath of the Wild e con la navigazione stile Wind Waker, Windbound sarà in grado di conquistarvi?

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Windbound
Windbound
  • Sviluppatore: 5 Lives Studios
  • Produttore: Deep Silver
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: 28 agosto 2020

Dopo il buon Satellite Reigns – strategico in tempo reale open-world dai toni cyberpunk – il quintetto australiano 5 Lives cambia completamente genere e dopo un lustro di silenzio si presenta con Windbound, un survival puro con elementi da action-adventure.

Basterebbe poco per farsi ingannare da un titolo che graficamente non fa altro che richiamare lo stile di Zelda: Breath of the Wild, ma che in verità col capolavoro di Nintendo non condivide assolutamente nulla.

Windbound è un titolo indipendente che ha semplicemente scelto di adottare uno stile artistico che ha un forte ascendente su gran parte del pubblico, il quale potrebbe per nostalgia avvicinarsi a un mondo che in qualche modo richiama alla memoria quelle atmosfere meravigliose. In realtà, il progetto di 5 Lives punta forte sulle meccaniche di sopravvivenza e tira un po' la corda sulla narrazione, messa in scena tramite una storia che si dispiega a segmenti e capace di fornire solo alla fine dell'avventura un quadro più chiaro degli avvenimenti.

La storia di Kara

Windbound si apre con un breve filmato che mostra la giovane Kara essere sorpresa dai marosi tempestosi mentre segue il resto della sua flotta, quando d'improvviso un susseguirsi di onde minacciose si abbatte sulla sua barca e la divide per sempre dal gruppo, costringendola a lottare per la vita tra le forze violente del mare grosso agitato da una forza imperscrutabile. Kara si risveglia su un minuscolo isolotto, confusa, da sola e senza nessuno che possa darle manforte.

Non c'è una parola, una frase, un antefatto che possa in qualche modo spiegare i motivi di quella spedizione né qualche elemento che tratteggi il background della ragazza; e d'altra parte Windbound fa di tutto per mantenere i segreti della storia ben nascosti nel corso dell'avventura, aprendosi poco a poco e solo dopo ogni superamento di una macro zona. Certo, esplorando gli isolotti capiterà di udire una voce fuori campo che descrive telegraficamente sprazzi di vita di una misteriosa tribù proprio nel momento in cui vi trovate in mezzo a dei vasi o tra alcuni resti della civiltà, ma al di là di ciò c'è ben poco che possa arricchire in modo pregnante la narrativa.

Il filone principale della trama si articola attraverso dei particolari murales che, uno dopo l'altro, fungono da pezzi di un un puzzle che dovrete mettere insieme passo dopo passo, mentre la lotta per sopravvivere alle bizze del mare infuria, una gigantesca creatura fa capolino dagli abissi e la necessità di non farsi sopraffare dalla disgrazia imminente diventa un'abitudine.

Nella zona iniziale di Windbound non si hanno aiuti di alcun tipo, ma gironzolando tra i brevi lembi di terra si entrerà ben presto in contatto con le tre chiavi Nautilus, arcane reliquie del passato che possono essere raggiunte solo grazie alla barca che dovrete costruirvi con gli oggetti reperiti lungo le aree da esplorare. Le chiavi in questione si trovano in cima a dei torrioni che paiono d'onice e che a sprazzi brillano di una seducente luce bluastra, quasi richiamando Kara alle urgenze del proprio destino. Nel momento in cui la protagonista ne entra in possesso, il medaglione che porta al collo va in risonanza, come se fosse attratto da una forza irresistibile che pare essere simbiotica con quel luogo di cui poco si conosce.

Lo schema per buona parte dell'avventura rimane dunque questo: sopravvivere, solcare il mare alla ricerca delle torri, raccogliere le chiavi e superare il portale dell'area, così da sbloccare un frammento di storia e ripartire verso un nuovo viaggio che è mutevole e mai uguale a se stesso, dato che gli sviluppatori hanno deciso di implementare la generazione procedurale degli ambienti. L'adozione di questa tecnica di programmazione controversa entra in gioco anche a ogni morte, facendo denotando poca personalità e una grande pigrizia nel design del mondo di gioco, che si modella in base a degli algoritmi e che dunque difficilmente potrà rimanere impresso nella memoria del giocatore, che noterà suo malgrado una ripetizione accentuata delle piccole isole in cui s'imbatterà.

Soprattutto nella prima parte, Windbound non riesce a convincere nemmeno durante le traversate, che sono estremamente lente, noiose al limite dell'irritante e senza nessun elemento di disturbo che possa mettere un po' di pepe alla calma piatta che si palesa sin troppo spesso.

Costruisci, sopravvivi, resisti

I giocatori non troppo avvezzi alle meccaniche survival o coloro che mal digeriscono le corse a tempo che non concedono la possibilità di godersi un'opera coi propri ritmi, potrebbero rimanere delusi dal fatto che il tal senso Windbound non fa nulla per agevolare i neofiti.

Considerando che la barra della salute si esaurisce con buona rapidità per via dell'inedia galoppante, e che il cibo non fiocchi in continuazione e sia numericamente limitato per ogni piccola isola, è chiaro che bisognerà gestire in maniera ottimale le tempistiche per il crafting e l'esplorazione, col rischio che la morte possa sopraggiungere ben prima che gli obiettivi siano portati a termine. Inoltre, per ottenere dei materiali sarete costretti ad affrontare delle creature che per ovvie ragioni concorrono a rendere più faticoso il mantenimento della salute, motivo per cui esiste la possibilità di incorrere in un po' di frustrazione.

In Windbound si possono selezionare due livelli di difficoltà. Il primo è quello standard, si chiama sopravvivenza ed è consigliato ai giocatori che non vogliono scendere a compromessi: alla morte si conservano solo gli oggetti negli slot "oggetti in mano" dell'inventario e si ritornerà tutte le volte al primo capitolo, mentre i combattimenti sono come li hanno pensati gli sviluppatori per un'esperienza ottimale.

Esiste poi la possibilità di scegliere la difficoltà Storia, dove alla morte si conserva l'intero inventario, si mantengono i progressi lungo i capitoli e i combattimenti sono più abbordabili. A proposito degli scontri coi nemici, va detto che il combat system è davvero sin troppo abbozzato e prevede solo la possibilità di attaccare e rotolare via, tra l'altro con una certa lentezza che risulta ben lontana dagli standard moderni.

Se è vero che la buona alternanza delle armi dà una certa varietà, è vero anche che non poche volte tenderete a passare oltre e infischiarvene degli avversari, che da par loro rimangono poco molesti e facilmente aggirabili, anche tramite una camminata di soppiatto.

Al di là dei consumabili e della combinazione degli oggetti che possono dar vita a strumenti utilissimi e grandi potenziamenti, è il miglioramento della barca a farla da padrone in Windbound. Partirete con una sorta di zattera che col tempo può essere migliorata grazie all'aggiunta di una o più vele, di una parte aggiuntiva che vi consente di navigare con maggiore spazio di manovra, di contenitori che vi danno la possibilità di avere sempre con voi ciò che vi serve e di altri elementi che vi lasciamo il piacere di scoprire.

Com'è facile immaginare, oltre a migliorarvi letteralmente la vita, sono tutti accorgimenti utili a solcare il mare con meno difficoltà. E se pensate che si tratta del vostro mezzo per fare continuamente la spola da un punto all'altro, si capisce come gli elementi più di spicco siano proprio quelli legati alla costruzione e alla preparazione dell'inventario da portarvi appresso.

Può tutto questo bastare per fare di Windbound un gioco promosso con ottimi voti? Non proprio, perché al di sotto della superficie c'è un gioco con davvero pochi elementi in grado di entusiasmare, e al di là di una storia dai toni delicati che può intrattenere e incuriosire ma mai commuovere, sono alcune scelte di design che fanno sollevare un sopracciglio, soprattutto se si constata quanto Windbound soffra sin troppo di ritmi dilatati che non fanno bene all'esperienza globale di gioco, che è buona ma ben diversa rispetto a quanto ci si potesse aspettare già in sede di anteprima.

Se amate le atmosfere à la The Legend of Zelda: Breath of the Wild, potrete trovarlo a questo indirizzo.

Voto Recensione di Windbound - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Buone meccaniche survival

  • Upgrade di armamentario e della barca, utili per rendere l'avventura meno fiacca...

Contro

  • ... Ma la noia incombe per via dello scarso ritmo

  • Generazione procedurale degli isolotti dell'arcipelago, che si somigliano sin troppo tra loro

Commento

Il passaggio da un genere all'altro non ha fatto molto bene agli sviluppatori australiani di 5 Lives, che hanno puntato forte su un survival dallo stile simile a Breath of The Wild per tentare di mascherare il vuoto che si annida in sin troppi elementi poco approfonditi come il combat system o nella controversa scelta della proceduralità degli ambienti. Windbound incontrerà senz'altro il favore di chi ama il crafting e la sopravvivenza, un po' meno dei giocatori che si aspettavano molti più elementi da action-adventure e una storia davvero vibrante.