Tonfo GameStop: crollano i numeri della catena retail

La catena di rivendita di videogiochi deve reinventarsi e propone il suo piano per il futuro, dopo il tonfo di queste ore

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Non è un periodo felice per GameStop. La celebre catena di rivendita di videogiochi, rivelano i dati fiscali, ha fatto registrare nel secondo quarto dell’anno un calo delle vendite pari al 14,3%. Nello specifico, la vendita di nuovi hardware da gioco è calata del 41,1%, in attesa della next-gen; le vendite di nuove software sono calate del 5,3%, con l’unica crescita rappresentata dai titoli per Nintendo Switch.

In calo le vendite sull’usato, del 17,5%, mentre quelle degli accessori sono scese del 9,5%. In calo tutti i settori: anche il credito digitale si è ridotto dell’11,2%, mentre c’è un aumento sui collezionabili, cresciuti del 21,2%.

I numeri sono però molto severi: nel quarto, la compagnia ha avuto perdite per $415,3 milioni. Numeri che hanno avuto un fortissimo contraccolpo anche in borsa, dove il titolo della catena ha perso rapidamente oltre il 15% del valore delle sue azioni.

Evidente che ci sia il bisogno, per salvaguardare i posti di lavoro, di una nuova strategia: nell’incontro con gli investitori, GameStop ha fissato alcuni punti. Vuole, prima di tutto, «migliorare l’efficienza della sua organizzazione, ristrutturando i costi, ottimizzando l’inventario, aggiungendo nuovi prodotti ad alto margine, razionalizzando la base dei suoi negozi a livello globale.»

In questa riorganizzazione entrano anche nuove strategie: GameStop vuole «diventare l’hub culturale per i videogiochi, migliorando l’esperienza in-store» e, leggiamo, proponendo anche migliorie per il suo programma di PowerUp Reward.

Fissato anche l’obiettivo di costruire una piattaforma digitale: la catena vuole rinnovare il suo sito ufficiale, facendo in modo di riuscire a presentare in modo accattivante i prodotti desiderati dai consumatori.

Nessun allarmismo, secondo Jim Bell, chief financial officer della catena, che riconduce l’andamento negativo alla condizione di fine gen del mercato console: «sebbene abbiamo vissuto un calo delle vendite in un ampio numero di categorie nel corso di questo quarto, i trend sono conformi a quanto abbiamo storicamente visto alla fine dei cicli hardware.»