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RECENSIONE PS PLUS

Rigiocare The Legend of Dragoon, oggi, non è un piacere come ricordavo

Abbiamo rigiocato The Legend of Dragoon, storico JRPG dell'era PSOne disponibile da poco su PlayStation Store: leggi la nostra recensione.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Legend Of Dragoon
The Legend Of Dragoon
  • Sviluppatore: Sony Computer Entertaiment
  • Produttore: Sony Computer Entertaiment
  • Distributore: Sony Computer Entertaiment
  • Piattaforme: PSX
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 19 gennaio 2001

Era il tempo dei miti e delle leggende, il tempo in cui i giochi di ruolo di matrice nipponica la facevano da padrone. Era l'epoca della prima PlayStation a 32-bit, terreno fertile per i JRPG, specie in Occidente, dopo che la saga di Final Fantasy (con lo storico, settimo capitolo) aveva cambiato per sempre il mercato e il genere di appartenenza.

Nel pieno del boom di questa ondata di titoli più o meno meritevoli di attenzioni, verso la fine della generazione PS One Sony Computer Entertainment decise di gettarsi nella mischia con un titolo destinato a fare la storia, nel bene e nel male. Stiamo ovviamente parlando di The Legend of Dragoon, acquistabile sia singolarmente che disponibile gratis per gli abbonati ai tier più alti di PlayStation Plus (trovate su Amazon la gift card).

Nato per riempire il "buco" lasciato da Final Fantasy IX, leggermente in ritardo rispetto alla tabella di marcia, il gioco di ruolo fantasy di Sony aveva dalla sua la volontà di ricalcare proprio la saga SquareSoft, sia per quanto riguarda il comparto tecnico che per i personaggi, gli eventi e le situazioni di gioco (leggasi, combattimenti a turni).

Pubblicato in origine nell'ormai lontanissimo 1999 in Giappone e nel 2001 dalle nostre parti, grazie alla sua inclusione nel catalogo dei nuovi giochi gratis offerti con PlayStation Plus Extra e Premium, The Legend of Dragoon è tornato tra noi dopo anni e anni di assenza, pronto ad approfittarsi della giusta dose di nostalgia canaglia.

La domanda, come di consueto, sorge quindi spontanea: com’è rigiocarci oggi, a oltre vent'anni dall'uscita originale?

«DOPPIO COLPO!»

Protagonisti su fondali pre-renderizzati su cui si muovono i personaggi, rigorosamente in tre dimensioni, combattimenti a turni particolarmente spettacolari (specie per i tempi) fanno del gioco una fotocopia piuttosto esplicita della formula vincente dei Final Fantasy a 32-bit.

Il tutto, comprensivo di una vera e propria valanga di filmati in computer grafica su – ai tempi – ben quattro CD (questo articolo inizialmente riportava tre, abbiamo corretto e vi ringraziamo per la segnalazione, ndr). Yasuyuki Hasebe, proveniente dalle fila di Square e che in passato si occupò di un big come Final Fantasy III, lavorò a stretto contatto con il produttore esecutivo Shuhei Yoshida e oltre cento sviluppatori di spicco, per ben tre anni. Se già ai tempi, però, The Legend of Dragoon ne usciva abbastanza a pezzi – specie se paragonato coi mostri sacri dell'epoca – nel 2023 la situazione è forse ancora più scoraggiante.

Iniziamo a parlare della trama, neanche troppo velatamente ispirata al classico canovaccio dei Final Fantasy: nel continente di Endiness vivono esseri mitologici come draghi e creature alate. Troviamo qui Dart, un ragazzo rimasto orfano da bambino durante il massacro del suo villaggio natale (compiuto dal Mostro Nero, una creatura misteriosa che attacca la popolazione una volta ogni 108 anni).

Dopo la morte dei genitori, Dart decide quindi di intraprendere un viaggio alla ricerca del Mostro, mentre alle sue spalle scoppia una guerra tra il suo regno, Basil e quello di Sandora. In compagnia di Shana, una giovane guerriera cresciuta con lui e sopravvissuta anch'essa alla distruzione di Neet, l'eroe avrà quindi un doppio compito: salvare l'umanità grazie ai poteri del drago e svelare allo stesso tempo il mistero dietro la morte del padre.

Nulla di originalissimo, quindi, se non fosse che anche dal versante prettamente ludico, The Legend of Dragoon era "vecchio dentro" ieri è forse lo è ancora di più oggi. Il gioco di SCE Japan Studio si era infatti autodefinito "il Final Fantasy di Sony”, cosa questa ancora più evidente oggi, a diverse generazioni di distanza: avendo avuto l’occasione di giocarlo all’epoca della sua uscita, personalmente ne rimasi convinto solo in parte.

Certo, tecnicamente era – ed è – una produzione in grado di eguagliare le più blasonate produzioni Square dell'epoca, sia per quanto riguarda i fondali pre-renderizzati che le animazioni durante i combattimenti e le fasi esplorative.

La colonna sonora, lontana anni luce dalle magistrali composizioni di Nobuo Uematsu e non solo, è abbastanza blanda e senza guizzi musicali di nessun genere, sebbene i problemi più gravi della produzione emergono prepotenti quando si va ad analizzare il team di protagonisti e il sistema di gioco in senso stretto.

Andando a saccheggiare lo stile dei Final Fantasy del secolo scorso, The Legend of Dragoon altri non è che una fusione tra il fantasy più tradizionale e un certo look preso di peso dai Cavalieri dello Zodiaco (o Saint Seiya, che dir si voglia), il manga scritto e disegnato da Masami Kurumada che non ha certo bisogno di presentazioni.

I protagonisti principali, proprio come Pegasus e soci, sono in grado di trasformarsi con le loro armature splendenti, sebbene il tutto appaia decisamente piatto e pieno zeppo di stereotipi.

«ARPIONE!»

La trama del gioco, contraddistinta da colpi di scena assolutamente prevedibili e più nel complesso da scelte narrative decisamente stereotipate, è infatti bellissima nella forma ma assolutamente deludente nella sostanza. Le vicende di Dart e soci si protraggono stancamente sino a un finale che manca di epicità, lasciando nel giocatore un profondo senso di insoddisfazione. Certo, ai tempi vi erano forse JRPG ancora più scadenti lato sceneggiatura e personaggi, sebbene considerando che la produzione Sony ambiva a essere un big assoluto del genere di appartenenza (ma che così non è stato).

Anche riguardo il gioco "giocato", The Legend of Dragoon non arriva a chissà quali livelli di eccellenza, andando a ricalcare fin troppo pedissequamente gli illustri predecessori targati Square: avremo infatti a disposizione un party con un numero variabile di personaggi (da uno a tre), alternando fasi esplorative e quelle dei combattimenti a turni. Saremo quindi chiamati a girare per le città o per la mappa al fine di proseguire nell'avventura, incappando in qualche avversario più o meno coriaceo, boss inclusi.

All'interno della mappa tridimensionale potremo muoverci all'interno del mondo del gioco, seguendo però tragitti pre-impostati che subiranno solo alcune piccole variazioni con l'evolversi della storia.

Per quanto riguarda il combat system a turni, potrete semplicemente attaccare, difendervi, usare oggetti, scappare o diventare dei Dragoni con la capacità di sferrare attacchi e magie sempre più potenti. Infine, vi è la possibilità di utilizzare le Dotazioni, ossia dei colpi speciali che otterrete premendo un tasto al momento opportuno. Se il tutto vi sembra essere il riflesso di un'esperienza JRPG fin troppo tradizionale, sappiate che è proprio così.

Menzione speciale per quanto riguarda il doppiaggio italiano di The Legend of Dragoon, presente anche nella riedizione su PlayStation Plus. Entrato nella storia per via di una realizzazione non proprio al top, i dialoghi decisamente fuori dagli schemi – specie per quanto riguarda alcune frasi urlate durante i combattimenti – fanno sorridere oggi come ieri, specie paragonando il tutto alla qualità dei doppiaggi nel nostro idioma a cui siamo abituati oggi.

Nota finale: il gioco ha dalla sua il supporto ai Trofei, ovviamente assente nella versione degli anni Duemila: una spinta in più per chi ha intenzione di rimettere mano a questo piccolo classico.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Quel retrogusto a 32bit che ha ancora il suo fascino.

  • Combat system tutto sommato funzionale...

Contro

  • ... sebbene estremamente derivativo.

  • Storia e personaggi dimenticabili in fretta.

  • Colonna sonora non pervenuta.

Commento

Nonostante ci ricordi anni spensierati, in cui i videogiochi venivano vissuti in maniera sensibilmente diversa, The Legend of Dragoon non è la gemma degli JRPG dimenticata nel tempo. Il "Final Fantasy di Sony" è infatti ancora oggi un titolo fin troppo derivativo, che ha dalla sua qualche guizzo creativo qua e là, perso in un mare di banalità dovuto a personaggi principali privi di carisma, una trama nel complesso davvero blanda e una colonna sonora sicuramente poco incisiva. Un pessimo gioco? Niente affatto. Solo, non il grande classico immortale che molti ricordano.
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