Anteprima

Speciale Hardware n.3

Avatar

a cura di Sidmarko

La tecnologia stereoscopica ha già pervaso migliaia di sale cinematografiche italiane e, dopo kolossal quali Avatar, studiati appositamente per ostentare questo nuovo sistema visivo, il fenomeno può dirsi pienamente diffuso su larga scala. La questione, invece, cambia radicalmente quando si tratta di contestualizzare questa tecnologia in un ambiente Home Video, dove, a causa di prezzi elevati e prestazioni, per certi versi, poco chiare, fatica a ritagliarsi uno spazio nei salotti di videogiocatori e non solo. Siamo andati a testare con mano, anzi, con occhiali, questa tecnologia negli studi Scenes (partner Nvidia) di Milano.

Nvidia 3D VisionIl kit Nvidia 3D Vision, presentato circa un anno fa, è composto essenzialmente da un paio di occhiali 3D Vision e un piccolo trasmettitore ad infrarossi che collega il PC agli occhiali. Questa tecnologia per funzionare richiede l’utilizzo di altri due strumenti: un monitor, dotato di una frequenza d’aggiornamento pari a 120 Hz e una scheda video della serie GeForce 8800 o superiore. Come avrete capito, il cuore di questa tecnologia risiede negli occhiali 3D, il cui utilizzo trasmette la “falsa” sensazione delle tre dimensioni al cervello umano. Questi occhiali sono costituiti da due lenti con schermi a cristalli liquidi che si comportano in modo attivo, o meglio, oscurando l’occhio sinistro quando compare l’immagine destinata all’occhio destro e, analogamente, con l’immagine destinata all’occhio sinistro. Le due immagini sono posizionate secondo diversa angolazione e prospettiva, distanziate di circa 6 cm fra loro, simulando la distanza media fra le pupille oculari. Il procedimento avviene con una velocità di refresh pari a 120 Hz, quindi 60 Hz per occhio; tale aggiornamento delle immagini permette di evitare artefatti grafici o altri problemi come fastidiosi sfarfallii. Attraverso questo “scherzetto” ai danni del nostro cervello, i due fotogrammi, concettualmente riprodotti in due istanti diversi, arrivano ai nostri occhi nello stesso istante, così la materia grigia elabora una unica immagine tridimensionale ogni sessantesimo di secondo. L’effetto grafico ottenuto è davvero coinvolgente e ben riuscito, anche se, purtroppo, indossare gli occhiali per più di un’ora risulta difficile, comportando una sensazione di affaticamento alla vista e, soprattutto le prime volte, nausea e vertigini. Questi sono ovviamente sintomi che varieranno da persona a persona. Il motivo di questi malori è da ricercare nel fatto che il cervello interpreta gli impulsi visivi della scena 3D come reali, ma gli altri sensi non si attivano di conseguenza, visto che siamo coscienti di non vedere immagini reali, creando un certo scombussolamento. Per quanto riguarda l’utilizzo di Nvidia 3D Vision nei videogiochi, è quindi consigliato fare sezioni di gioco non superiori ai venti o trenta minuti, in modo da fare riposare la vista. La situazione cambia durante la visione dei filmati, che non hanno un impatto visivo cosi debilitante, ma mantengono comunque un alto tasso di coinvolgimento. Altro effetto collaterale di questa tecnologia Nvidia è la diminuzione di luminosità che percepisce l’occhio a causa dell’oscuramente continuo delle due lenti.

Dagli occhialini alla scheda video L’installazione del software di gestione Nvidia 3D Vision inserisce all’interno del Pannello di Controllo Nvidia una nuova sezione, denominata 3D Stereoscopico. Qui è possibile abilitare l’effetto 3D sui titoli compatibili con questa tecnologia, dove viene anche indicato il livello qualitativo dell’effetto stereoscopico relativo al gioco selezionato. I parametri grafici possono essere implementati attraverso questo tool, anche se alcuni potrebbero non essere correttamente eseguiti. Quando avviamo un videogioco, il software di gestione calcola immediatamente la scena da elaborare in 3D. Semplificando il concetto ai minimi termini possiamo dire che la scheda video calcola “due volte” la scena, ovvero, quella reale e quella stereoscopica. Purtroppo, per godere al meglio di questa meraviglia tecnologica, è necessario tenere in considerazione il forte calo in termini di prestazioni durante le sessioni di gioco. I benchmark hanno infatti sottolineato una diminuzione di circa il cinquanta per cento di frame rate attivando il 3D Vision. Quindi, chi volesse fare sua questa tecnologia deve prima di tutto accaparrarsi una scheda grafica Nvidia particolarmente performante, ad esempio, una GeForce GTX 295 o GTX 275.

Perchè solo nei videogiochi?Durante la prova di questa interessante tecnologia ci siamo resi conto che Nvidia ha ristretto il cerchio applicativo di 3D Vision quasi esclusivamente al campo videoludico, mentre le sue potenzialità permetterebbero un maggiore campo applicativo. Sono parecchi i possibili ambiti dove il 3D potrebbe risultare veramente utile, come la ricerca medica, il design, l’architettura, o persino nelle scuole. Per quanto riguarda la visione dei film, Nvidia ha annunciato la compatibilità con i futuri film in Blu-Ray 3D, i quali vedranno la luce quest’anno. Infatti, per ora, i film ottimizzati per questa soluzione, o anche solo funzionali con quest’ultima, sono veramente rari. Ultimamente sono stati rilasciati anche i primi computer portatili dotati di Nvidia 3d Vision, nati da una partnership intrapresa con Asus, ma acquistabili ad un prezzo tutt’altro che popolare (circa 1500 euro).

Con gli occhiali indosso…Durante la nostra prova abbiamo avuto la possibilità di provare due videogiochi di recente rilascio: Call of Duty Modern Warfare 2 e Colin Mc Rae Dirt 2. Si tratta di due giochi particolarmente dinamici, ma scelti appunto per questa loro caratteristica. Per quanto riguarda Modern Warfare 2, l’impatto iniziale è veramente ottimo. Le scritte di gioco e il mirino sono completamente in due dimensioni, ma molto chiari. La profondità degli elementi è impressionante e, durante lo zoom, la sensazione dei diversi livelli visivi ha dell’incredibile. Purtroppo, giocando ci siamo accorti di come, le sensazione di tridimensionalità, renda la nostra mira più difettosa del solito; l’effetto potrebbe essere causato da una minore precisione visiva della nostra vista sottoposta alla sensazione di pseudo-realtà. Colin Mc Rae Dirt 2, nonostante alcuni piccoli problemi legati ai menu testuali, i quali, probabilmente, non sono ancora stati ottimizzati al meglio, ha un impatto ancora superiore a Modern Warfare 2. La vettura esce letteralmente dallo schermo e, in questo caso, il nostro modo di giocare non risentirà minimamente della presenza del 3D. Anche qui la profondità di campo è molto buona, soprattutto, grazie al contrasto creato dalla vettura. A detta di molti colleghi, questa tecnologia è famosa per creare fastidiose emicranie o dolori agli occhi. Noi non abbiamo riscontrato nessun problema alla vista, sebbene dopo circa un’ora di gioco abbiamo avvertito una leggera sensazione di stordimento, risolvibile, comunque, fermandosi qualche minuto fra una sezione di gioco e l’altra. Ovviamente, vanno tenute presente le abitudini visive di ogni singolo individuo e il fatto che, come in tutte le cose, i cosiddetti “effetti collaterali” variano da persona a persona.

Dopo quasi un anno dal rilascio da parte di Nvidia, questa tecnologia stereoscopica si ritrova in una situazione stagnante e, come già detto inizialmente, fatica a trovare la sua giusta collocazione in questo periodo, forse di transizione. In effetti i vari piccoli problemi che affiggono 3D Vision possono creare alcuni dubbi, soprattutto durante le prove con i videogiochi, dove è presente un considerevole calo di prestazioni e la fastidiosa sensazione di stordimento dopo circa un’ora di gioco. Ma dobbiamo essere consci del fatto che, con i giusti accorgimenti, questo potrebbe essere il futuro per l’intrattenimento Home Video, già fortemente confermato dallo sviluppo a macchia d’olio del fenomeno 3D nei cinema. Speriamo, inoltre, che Nvidia cominci ad allargare i suoi orizzonti incrementando lo sviluppo di questa tecnologia in ambiti diversi da quello videoludico, anche se a noi videogiocatori è quello che, ovviamente, sta più a cuore.