Scoperta la prima mano bionica in grado di percepire il tatto

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a cura di NeoSquall

Quando, quasi due anni fa, il regista Rob Spence ha girato, per conto di Square Enix, un documentario promozionale per Deus Ex: Human Revolution in cui mostrava lo stato attuale delle protesi bioniche e della cibernetica, in contrasto con quelle proposte nel titolo Eidos Montreal.Da oggi, l’umanità ha accorciato la distanza che separa la realtà dalle atmosfere cyberpunk del gioco.In queste ore, infatti, è stata rivelata al mondo un’importante scoperta nel campo delle protesi bioniche: la prima mano in grado di trasmettere le sensazioni del tocco a chi le utilizza.Il dott. Silvestro Micera, Ricercatore presso la Ecole Polytechnique Federale di Losanna, in Svizzera, ha messo a punto un prototipo per la mano che, attraverso degli elettrodi collegati ai nervi mediano e ulnare del paziente collegati attraverso la pelle (ma nel futuro si prevede di mettere a punto delle connessioni subdermali, afferma il ricercatore), permetteranno una comunicazione diretta e a doppia via fra la protesi e l’utilizzatore, che comprende il controllo dei movimenti della mano con il pensiero e, soprattutto, la percezione del tatto attraverso una serie di recettori posizionati sui polpastrelli, sul dorso e sul palmo.“Questo è il vero progresso, una vera speranza per gli amputati. Sarà la prima protesi che fornirà feedback sensoriali in tempo reale durante una stretta,” ha affermato il dott. Micera, presentando il prototipo a una conferenza della AAAS (American Association for Advancement of Science) di Boston.“É chiaro che maggiori sono le sensazioni che un amputato ha dall’arto più grande è la sua accettazione. Potremmo essere sul punto di poter fornire soluzioni cliniche nuove e più efficaci per gli amputati nel prossimo anno.”Prima di questo prototipo, il dott. Micera ne aveva creato un altro, impiantato nel 2009 a un tale Pierpaolo Petruzziello, che gli permetteva di muovere le dita, stringerle in un pugno e reggere degli oggetti, oltre a percepire le sensazioni degli aghi passati sopra il palmo.Questo modello, però, aveva recettori tattili solo in due zone, mentre il nuovo presenta sensori su tutti i polpastrelli, sul palmo e sul dorso, con l’obiettivo di garantire un’esperienza realistica dell’arto all’utilizzatore.“L’idea sarebbe di poter offrire due o più sensazioni. Si potrebbe avere un pizzico e ricevere informazioni da tre dita, o sentire il movimento della mano e del polso,” ha affermato il dott. Micera.“Abbiamo perfezionato l’interfaccia [collegando la mano al paziente], quindi speriamo di ottenere un movimento e un controllo della mano molto più dettagliato.”Il fortunato beneficiario di questo nuovo prototipo, un anonimo ragazzo ventenne di Roma, che ha perso l’arto in seguito a un incidente, sperimenterà la mano bionica per un mese per verificarne l’adattamento all’arto artificiale e, in caso di risposta positiva, potrebbe ottenere un modello completamente funzionale entro due anni.Quanto tempo ci vorrà, prima che questi esperimenti si trasformino in braccia e gambe biomeccanciche, collegate tramite connessioni nervose?Il 2027 non è poi così lontano.