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Immagine di Dead or School: piccole gemme indie crescono - Recensione
Recensione

Dead or School: piccole gemme indie crescono - Recensione

O vai a scuola, o sei morto. O comunque vai a combattere. Ma con stile.

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 18/03/2020 alle 11:01
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  • Pro
    • Sistema di combattimento semplice ma non privo di profondità
    • Level design rimarchevole
    • Infinite possibilità di personalizzazione
    • Parecchi contenuti...
  • Contro
    • Tecnicamente insufficiente
    • Problemi di performance in modalità portatile
    • ...ma ad un prezzo tre volte più alto della versione PC

Il Verdetto di SpazioGames

7.3

Dead or School è un gioco di alti e bassi, una piccola produzione indipendente che dimostra, ancora una volta, come il talento e la passione possano sopperire alla mancanza di fondi e di spinta pubblicitaria. Nonostante gli innegabili difetti (da performance migliorabili in modalità portatile ad un comparto tecnico davvero arretrato), la produzione Studio Nanafushi può vantare controlli precisi, un sistema di combattimento divertente e rapido, un buon level design ed infinite possibilità di personalizzazione del proprio arsenale. Non poco per un titolo di queste dimensioni, che quindi non esitiamo a consigliarvi, aspettando magari il primo calo di prezzo.

Ognuno di noi è andato a scuola e ognuno di noi ha avuto una mamma (o qualcuno che facesse le sue veci).

Partendo da questi due assunti, i programmatori di Studio Nanafushi, esordiente team giapponese, hanno intitolato il loro hack’n’slash 2D Dead or School, che è la frase con cui, in genere, vengono svegliati alla mattina tutti gli alunni di lingua inglese. Letteralmente, significa “morto o a scuola“, e, onestamente, a questo ambizioso action game non avremmo dato altro titolo al di fuori di questo.

Disponibile da qualche mese in versione PC, il titolo è sbarcato da una manciata di giorni su Nintendo Switch: vediamo com’è venuta la versione per la macchina ibrida della casa di Kyoto.

Diritto allo studio

Sono passati ben settantotto anni dalla guerra tra mutanti ed umani, che ha costretto questi ultimi, usciti sconfitti, a rifugiarsi sotto terra, nelle numerose fermate della metropolitana di Tokyo.

I pochi sopravvissuti all’evento, ormai in età avanzata, faticano a ricordare esattamente non solo cosa sia successo di preciso, ma anche la loro vita in superficie prima delle guerra; dopo anni in cui l’umanità ha pensato solamente alla sopravvivenza, accontentandosi di cibarsi in tunnel sotterranei, la terza generazione, costituita dai nipoti dei primi sopravvissuti, constatato il rischio di sovrappopolamento, sembra scalpitare per vedere la luce del sole.

Come un po’ per tutto il resto della produzione, saremmo curiosi di vedere cosa potrebbe fare Studio Nanafushi con un budget degno di tal nome: per adesso dobbiamo accontentarci di una storia mediamente interessante che spinge a proseguire pur senza stupire (se non nell’ultimo quarto), frutto tanto della capacità di scrittura del team nipponico quanto della fiducia di ottantaquattro finanziatori, che hanno consentito alla campagna di raccolta fondi di andare a buon fine a metà del 2018.

Come creare dipendenza

Nonostante non inventi nulla di nuovo e non brilli particolarmente per varietà, il gameplay di Dead or School ci ha sorpreso in positivo, ed è riuscito a farci entrare in un loop di combattimenti, esplorazione e raccolta di loot che ci ha tenuto impegnati per molte più ore di quanto pensassimo.

La fisicità e l’altissimo livello di personalizzazione del combat system sorreggono l’intera esperienza, aiutando a chiudere un occhio su un comparto tecnico quantomeno rivedibile (come vedremo nel paragrafo dedicato) e su un prezzo che, pur adeguato alla grande quantità di contenuti offerti, è inspiegabilmente triplicato rispetto alla controparte PC, disponibile da quasi due anni.

Insomma, di carne al fuoco ce n’è davvero tanta, forse troppa per una produzione dai valori produttivi e dal budget così modesti, ma il risultato finale, nondimeno, sa essere estremamente invitante, al netto di una inevitabile ripetitività di fondo, comune anche a molti altri congeneri.

Se, alla fine dei conti, non chiedete altro che migliaia di nemici da affettare con stile, centinaia di armi differenti da raccogliere e modificare e mappe non lineari da esplorare a piacimento, Dead or School saprà offrirvi abbondante pane per i vostri denti.

PS1 o PS2?

Non useremo mezzi termini per definire il comparto tecnico della produzione Studio Nanafushi: siamo tra l’appena passabile ed il gravemente insufficiente.

Dead or School ci ha per larghi tratti ricordato un titolo della tarda era PlayStation, o al massimo dei primi giorni di quella PS2: sprite bidimensionali che scorrono su fondali in 3D di una pochezza imbarazzante, texture slavate e grossolane, spesso messe in ulteriore evidenza da scelte registiche discutibili, con la telecamera che zooma e sottolinea le problematiche, soprattutto nel caso decideste di giocare in modalità televisiva.

Giocando in modalità docked il framerate si difende benone, invece, nonostante il costante spawn di nemici e la quantità di esplosioni ed oggetti che vengono ridotti in mille pezzi dalla spada o dalle armi da fuoco della protagonista.

Se, d’altro canto, optaste per giocare il titolo distribuito in Europa da Marvelous in mobilità, guadagnereste nel colpo d’occhio complessivo, vista la minore diagonale dello schermo di Switch, ma la perdita in termini di performance sarebbe significativa in caso lo schermo si affolli di molti nemici (evenienza non troppo remota) e la distanza con l’azione potrebbe farsi talvolta eccessiva, riducendo gli sprite a dimensioni davvero troppo ridotte.

Difficile essere troppo duri quando il team di sviluppo è al debutto ed è composto da soli tre elementi, che si sono fatti bastare i poco più di cinquemila euro raccolti su Indiegogo, ma è giusto segnalare che, insomma, tra i pregi di Dead or School non c’è la prestanza tecnica.

Ci sono anche aspetti positivi, beninteso: la direzione artistica, al netto di un fanservice ricorrente ma nemmeno troppo fastidioso se confrontato con altre produzioni simili, riesce a rendere credibili storia ed ambientazione, e, sebbene puzzino di basso budget lontano un miglio, alcune delle cutscene animate (non quelle prerenderizzate) riescono a restituire quel feeling da fumetto giapponese a cui Studio Nanafushi probabilmente aspirava.

Ridotto anche il consumo di batteria, probabilmente dovuto alla pochezza tecnica del titolo: anche giocando con Switch Lite, difficilmente la batteria vi abbandonerà prima di quattro ore piene di gioco.

Non ci è dispiaciuta la colonna sonora che, pur riciclando con una certa frequenza alcuni dei suoi pezzi migliori, riesce a sottolineare bene l’azione a schermo e a rendere memorabili alcune delle boss fight più adrenaliniche, e, soprattutto, non possiamo che toglierci il cappello dinanzi alla quantità di contenuti inserita dal team di sviluppo.

A fronte della trentina scarsa di euro richiesti, ci sono quasi altrettante ore di contenuti, quantomeno giocando al livello Difficile da noi selezionato: tirando abbastanza dritto e lasciandoci dietro diverse quest opzionali, abbiamo fermato il nostro counter per questa recensione a circa ventotto ore, ma non vediamo l’ora di rituffarci nei bui tunnel della metropolitana di Tokyo per finire quanto lasciato in sospeso e dedicarci ad un po’ di sano backtracking.

+ Sistema di combattimento semplice ma non privo di profondità

+ Level design rimarchevole

+ Infinite possibilità di personalizzazione

+ Parecchi contenuti...

- Tecnicamente insufficiente

- Problemi di performance in modalità portatile

- ...ma ad un prezzo tre volte più alto della versione PC

7.3

Dead or School è un gioco di alti e bassi, una piccola produzione indipendente che dimostra, ancora una volta, come il talento e la passione possano sopperire alla mancanza di fondi e di spinta pubblicitaria. Nonostante gli innegabili difetti (da performance migliorabili in modalità portatile ad un comparto tecnico davvero arretrato), la produzione Studio Nanafushi può vantare controlli precisi, un sistema di combattimento divertente e rapido, un buon level design ed infinite possibilità di personalizzazione del proprio arsenale. Non poco per un titolo di queste dimensioni, che quindi non esitiamo a consigliarvi, aspettando magari il primo calo di prezzo.

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