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RECENSIONE

Cannibal Abduction | Recensione - Come gli horror dell'era PSOne?

Pensate a Cannibal Abduction come a un survival horror per PSOne in scala più ridotta e avrete chiara l'idea di cosa sia questo progetto. Ve lo raccontiamo nella nostra recensione.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Cannibal Abduction
Cannibal Abduction
  • Sviluppatore: Tomas Esconjaureguy
  • Produttore: Selewi
  • Distributore: Selewi
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 13 gennaio 2023

Tomás Esconjaureguy è un ventiseienne argentino con la passione per i giochi fuori dalla norma. Cannibal Abduction, già dal titolo, dovrebbe farvi quantomeno capire che non è esattamente il tipo di opera adatta a tutti i palati, ma è certamente una di quelle che i cultori dell'horror dovrebbero prendere in considerazione almeno per concedergli una chance.

Sebbene abbia cominciato con ASKE, una sorta di prototipo sperimentale che pesca a piene mani da Doom, l'autore ha deciso che la direzione da seguire per proporre i suoi primi progetti commerciali sarebbe stata inequivocabilmente quella del survival horror dal taglio rètro.

Dopo Night of The Scissors, che mostrava già il materiale di base per le creazioni future, ecco arrivare Cannibal Abduction, che è al contempo un omaggio ai survival horror dell'era PSOne e ai film slasher anni '80.

Cannibal Abduction, la storia

I cultori dei film horror degli anni '80 e '90 conosceranno piuttosto bene gran parte delle trame usate e riutilizzate in parecchie delle pellicole più in voga in quelle due decadi (e che in larga misura trovano spazio anche oggi con declinazioni varie).

Cannibal Abduction non tradisce mai questo schema ormai consolidato, e propone dunque una storia su quella falsariga, senza aggiunte che possano in qualche modo dare un abbozzo di unicità narrativa.

Durante il suo viaggio, il protagonista di ritrova d'improvviso con l'auto in panne, bloccato su una strada che nemmeno conosce. Neanche a dirlo, da quelle parti si aggira uno strano individuo con un pickup che si offre di dargli una mano. Il suo aspetto è trasandato, ha un braccio parzialmente mozzato e non ispira esattamente il massimo della fiducia. Siamo nell'entroterra americano, in quelle zone rurali in cui vivere in solitudine e ben lontani dal caos cittadino è una consuetudine.

Di lì a breve, il malcapitato viene ospitato in un grande appartamento apparentemente privo di altre persone, silenzioso ma a suo modo accogliente. Senza nessuna scelta su cosa fare o dove andare, con la fiducia forzata che si trasforma in sospetto, fino a diventare terrore nel momento in cui si rende conto di essere stato confinato tra quelle mura, il protagonista deve trovare un modo per evadere. Ed è da quel momento in poi che si rende conto che in quell'edificio si trova qualcosa di sinistro e inquietante.

Alcuni appunti scritti a mano trovati in giro per casa serviranno al giocatore per ricostruire le vicende e per metterlo al corrente di alcune pratiche familiari terribili, oscene, fuori dal mondo. La storia di Cannibal Abduction, la cui estetica è in tutto e per tutto aderente alle produzioni della gloriosa PSOne, è narrata tramite testi in italiano e ricorda quelle pellicole che hanno fatto la storia dell'horror.

A ciò va aggiunta la presenza di uno stalker cannibale che vi darà la caccia per tutto l'arco delle due ore scarse che impiegherete per raggiungere i titoli di coda, vera spina nel fianco che aggiunge quel tocco di imprevedibilità in più.

Non aspettatevi chissà quali evoluzioni, perché davvero Cannibal Abduction vuole essere né più e né meno di quanto vi abbiamo appena raccontato, scegliendo di non uscire mai dal seminato e continuando idealmente le tradizioni tanto care al cinema e al videogioco d'antan.

In tal senso, l'opera dell'autore argentino si porta dietro pregi e difetti di quei survival horror, resi ancora più evidenti dal tipo di produzione in piccola scala, molto artigianale e con poche rifiniture. Lo si capisce non solo dai piccoli dettagli, ma proprio da tutto ciò che l'intero progetto ha da offrirvi, fermo restando che qualche chicca in effetti c'è.

Passa la cera, togli la cera

Gli amanti del genere conoscono tutti i limiti che quella struttura ha, e sebbene ci siano dei pilastri portanti inamovibili, col tempo gli studi di sviluppo hanno imparato e rendere le asperità meno aguzze. Non è il caso di Cannibal Abduction, che prende proprio alla lettera i dettami dei vecchi survival horror.

Ecco dunque che il backtracking è imperante, continuo, dominante; gli spazi per gestire gli oggetti sono davvero pochi e bisogna tutte le volte tornare presso una cassetta degli attrezzi per posare e prendere la roba che vi serve; i salvataggi sono limitati e diventano possibili solo entrando in possesso di poche VHS da usare presso la tv del salone.

Il personaggio, invece, non può nemmeno difendersi (anche perché creare un sistema di combattimento vero e proprio, per il progetto, avrebbe richiesto molto lavoro in più). Cannibal Abduction è in questo molto più simile a Clock Tower o Demento (Haunting Ground, da noi), col protagonista che può solo fuggire a gambe levate quando l'inseguitore è sulle sue tracce.

Troverete al massimo qualche armadietto, per far perdere le vostre tracce momentaneamente, e sarà dunque importante ricordarsi dove si trovano le zone franche lungo i tre piani della casa in cui è ambientato il gioco.

L'atmosfera non è mai davvero in grado di incutere timore, questo va detto, ma le apparizioni improvvise del killer cannibale (gestite in modo randomico) possono certamente farvi sobbalzare in più di un'occasione. I richiami a quegli anni sono tangibili anche da un filtro che fa sembrare Cannibal Abduction come un video impresso su una vecchia VHS, con inquietanti distorsioni dell'immagine e disturbi video che diventano più evidenti all'avvicinarsi del nemico.

I controlli sono rigorosamente tank, come i primi Resident Evil (trovate Village su Amazon a un prezzo davvero stracciato) e va detto che anche da questo punto di vista si nota qualche piccola imprecisione legata in particolar modo all'input utile al movimento, che potrebbe farvi perdere attimi preziosi nei momenti di fuga.

Fuga che tra l'altro non è affatto infinita, ma gestita da un'apposita barra della resistenza che si risana non troppo lentamente quando smetterete di correre o quando semplicemente starete nascosti per il tempo che vi giova per mettere in salvo la vostre carni pronte per essere azzannate senza pietà.

Cannibal Abduction è un horror indipendente che è principalmente un tributo, un primo passo verso progetti che potranno diventare un domani di ben altro spessore. Così com'è, il titolo creato da Tomás Esconjaureguy può al massimo ambire a essere un esperimento rivolto ai più grandi nostalgici di quell'epoca, a chi davvero di survival horror non se n'è lasciato sfuggire nemmeno uno.

I limiti sono tanti e sono tutti evidenti in quel paio d'ore di gioco messe a disposizione; ma se l'opera di questo giovane ragazzo vi lascia intravedere il suo talento, fate in modo di fargli sentire tutto il vostro supporto, perché è da qui che nascono i creatori di sogni (o degli incubi, in questo caso) del futuro.

Versione provata: PC

Voto Recensione di Cannibal Abduction - Recensione


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Impostazione da survival horror PSOne

  • Si ispira agli slasher anni '80

Contro

  • Tanti limiti strutturali

  • Brevissimo e con tanto backtracking

Commento

Cannibal Abduction è un'ode ai survival horror PSOne e agli slasher anni '80. In appena un paio d'ore di durata propone una trama sulla falsariga di quelle specifiche pellicole e un sistema di gioco che richiama in tutto e per tutto i grandi classici. Va tuttavia ammesso che i limiti sono tanti, e ciò dipende in larga misura dal fatto che si tratta di un progetto molto piccolo, quasi sperimentale, creato da un ragazzo che ha ancora bisogno di esperienza.
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