Recensione

Yu-Gi-Oh! Zexal Duel Carnival

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Piaccia o meno, negli anni Yu-Gi-Oh! ha saputo conquistarsi un seguito a dir poco numeroso, sia nella sua forma originaria sia nei vari tie-in che hanno invaso il mercato videoludico, soprattutto in ambito portatile.Gli episodi su Nintendo DS e PlaystationPortable hanno fatto appassionare una generazione di ragazzini ai giochi di carte collezionabili, e hanno rappresentato una discreta miniera d’oro per Konami che, con sforzi produttivi tutto sommato limitati, ha raggranellato numeri non male, sia sul mercato giapponese sia in occidente.Questo Zexal Duel Carnival sarà all’altezza degli episodi precedenti?

Dalla carta ai due schermiLe vicende prendono le mosse dalla quarta serie del manga dal titolo omonimo, e mettono inizialmente il giocatore nei panni di Yuma Tsukumo, giovane duellante che si affaccia per la prima volta ad un campionato internazionale, indetto da tale Mr. Heartland.I protagonisti, comunque, si moltiplicheranno, offrendo dodici sottotrame che si andranno ad intersecare, fornendo alla fine una visione d’insieme un po’ confusionaria.Come per il resto della produzione (come vedremo più avanti), il debole intreccio narrativo riuscirà a malapena a catturare l’interesse degli appassionati della saga, essenzialmente per due motivi: l’uno è legato alla verbosità dei personaggi e alla marea di dialoghi inutili e sciapi che ci troveremo a dover digerire, tra l’altro in completa assenza di doppiaggio.L’altro deriva dal fatto che, mentre alcuni personaggi sono introdotti ex novo, altri fanno parte della serie da anni, e mi sono imbattuto, di quando in quando, in riferimenti che per me erano totalmente oscuri, visto che non ho letto il manga.Il primo dei due problemi è sicuramente il più grave: difficilmente resisterete alla tentazione di saltare a piè pari tutte (o quasi) le sequenze di dialogo, premendo ripetutamente sullo schermo tattile del vostro fido 3DS.Poco male, direte voi, d’altronde non è che da un card game ci si aspetti chissà quale intreccio. E avreste anche ragione, se solo tutto il resto fosse programmato come si deve.

Carte per tutti i gusti. Pure troppe.Come preannunciato nel paragrafo precedente, Zexal Duel Carnival è davvero brusco con i neofiti: oltre a non lasciare che la sottile trama sottesa all’azione su schermo sia alla portata di tutti coloro che non hanno letto gli albi originali, nel prodotto, di fatto, non è stato incluso alcun tipo di tutorial.A parte una rapida e mai esaustiva spiegazione sommaria durante i primissimi match, il giocatore viene lasciato totalmente in balia del software, che, come tutti i giochi di carte collezionabili, assomma un gran numero di regole e di carte di tipo diverso, pur mantenendosi lontano dalla complessità di un Magic The Gathering qualsiasi.Come nel gioco di Wizards of the Coast, c’è la possibilità di evocare creature, con valori di attacco e difesa, di usare incantesimi e di attivare trappole, utili a sbarazzarsi con rapidità delle creature nemiche; vi sono magie che costringono l’avversario a scartare una o più carte, altre che infliggono danno direttamente al duellante, andando così a colpire i suoi punti ferita piuttosto che quelli di una delle sue creature, che, tra l’altro, possono essere schierate su due linee, quella avanzata, in posizione d’attacco, e quella arretrata, in cui i danni inflitti e subiti diminuiscono drasticamente.E ho solo sfiorato la punta dell’iceberg: nonostante il sistema funzioni discretamente una volta metabolizzato, le prime ore di gioco sono un incubo per tutti coloro che non si siano già cimentati con uno qualsiasi degli episodi precedenti, e questo appare ancora più paradossale alla luce del fatto che il target del gioco (e del manga prima di esso) è relativamente giovane.Pur videogiocando da un quarto di secolo, ed essendomi dilettato per anni con Magic (tanto in versione fisica quanto in versione digitale), ho fatto fatica ad ingranare durante le prime partite, spaesato tra un mare di variabili, e anche adesso, dopo aver speso una quindicina di ore sul titolo, non sono sicuro di aver padroneggiato al cento per cento ognuna delle meccaniche di gioco: questo probabilmente deriva da una certa pigrizia di fondo degli sviluppatori, testimoniata anche da altri fattori.Per dirne una, manca completamente il supporto al multiplayer, cosa che, in un gioco di carte, è quantomai anomala, com’è anche del tutto assente qualsivoglia senso di progressione, visto che le carte sono tutte disponibili da subito (e non sono poche, parliamo di un numero di poco inferiore alle seimila), e con esse gli sfidanti, animati da un’intelligenza artificiale parecchio incostante, che alterna fasi in cui sembra barare ad altre in cui non punisce errori evidenti del giocatore.L’impressione costante è che il titolo si rivolga solamente alla nicchia di appassionati della saga (e dei precedenti episodi digitali), piuttosto che cercare di allargare il bacino di utenza e accogliere anche i neofiti.

Sicuri che sia un 3DS?La suddetta pigrizia dei ragazzi di MCP2, che hanno sviluppato il gioco per Konami, è evidente anche quando si posa l’occhio sul comparto tecnico di questo Zexal Duel Carnival: pur non aspettandomi granché da un card game destinato primariamente ai ragazzi, non posso non denunciare l’estrema staticità delle talking heads, che visualizzeremo per il novanta per cento del tempo trascorso a non duellare, e l’aspetto delle sezioni in cui abbiamo diretto controllo del nostro personaggio, che sembrano venire direttamente dalla prima generazione di giochi per Nintendo DS.Come per altri tie-in, recenti e non, la sensazione costante è che si sia cercato di ottenere il massimo con il minimo sforzo, puntando soprattutto sulla forza del brand e sulla quantità, che di certo non fa difetto alla produzione.Peccato che, come accennato precedentemente, essendo tutto sbloccato dall’inizio, la sola molla che spingerà a continuare a giocare con Zexal Duel Carnival è rappresentata dalla volontà del giocatore di perfezionare il suo mazzo e le sue tecniche di gioco.Starà ai nostri lettori decidere se è abbastanza.

– Seimila carte con cui sbizzarrirvi

– Farà sentire a casa i veterani…

– Nessun supporto al multiplayer

– …tanto quanto disorienterà i neofiti

– Mancano stimoli a proseguire sul medio – lungo periodo

– Tecnicamente scialbo

– Dialoghi infiniti e insipidi

5.5

Yu-Gi-Oh! Zexal Duel Carnival rappresenta, allo stesso tempo, un pessimo punto di partenza per chi volesse avvicinarsi alla saga e, paradossalmente, un acquisto con sufficiente carne al fuoco per gli appassionati di lungo corso.

Questa sua ambiguità è dovuta alla mancanza di un tutorial capace di acclimatare il giocatore, a tutta una serie di riferimenti più o meno oscuri e ad una generale sciatteria in fase di programmazione, che inficia il reparto tecnico quanto il divertimento sul lungo termine, vista l’impossibilità di sbloccare ulteriori contenuti con il proseguire della modalità Storia.

La quantità di contenuti è adeguata, ma, pur sommata all’amore dei fan per il manga, non basta a garantire l’agognata sufficienza al titolo Konami.

Voto Recensione di Yu-Gi-Oh! Zexal Duel Carnival - Recensione


5.5