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Recensione

The Novelist

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Avatar di Skubalex

a cura di Skubalex

Pubblicato il 27/12/2013 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

A cura di Alessio Colangelo
The Novelist è un gioco indipendente sviluppato interamente in prima persona, una storia nella storia dove noi siamo chiamati a riflettere su cosa vuol dire oggi giocare, cioè entrare in un racconto che può essere cambiato mentre viene scritto. Il giocatore diventa un pedinatore dei pensieri e della psicologia dei personaggi rivivendo le loro esperienze passate e presenti e scrivendo il loro futuro.  Ecco  la domanda che subito ci si pone quando si inizia a giocare a The Novelist: chi siamo? Quale avatar, personaggio o player stiamo controllando? In realtà nessuno, poiché agendo come un’entità abbiamo il pieno controllo della vita di una famiglia mediante le decisioni che prenderemo, scelte che saranno determinanti nel proseguimento della narrazione e del gameplay. Il titolo è stato sviluppato da Kent Hudson che in passato ha lavorato a titoli quali Bioshock 2 e Deus Ex: Invisible War e che ha definito questo progetto come “un gioco sulla vita, la famiglia e le scelte che facciamo”. Un gioco che parla quindi anche alla nostra psiche e ci fa capire quali siano le nostre inclinazioni, quali tipi di decisioni siamo più propensi a prendere, e in ultima istanza ci invita a compiere una sorta di autoanalisi. 
All work and no play makes Dan a dull boy…
Il protagonista Dan è uno scrittore che decide di portare la famiglia per tre mesi in una grande casa isolata dove  dovrà scrivere il suo romanzo. Noi, come se fossimo il poltergeist della casa, osserveremo tutte le mosse della famiglia Kaplans e di notte sussurreremo dei consigli nelle loro orecchie che diventeranno veri e propri sviluppi narrativi.
Iniziando il gioco dobbiamo innanzitutto scegliere se preferiamo la modalità Storia, nella quale i Kaplan non possono vederci perché siamo invisibili, o la modalità Stealth, nella quale dobbiamo stare attenti a non farci vedere gironzolare per la loro casa per non terrorizzarli e far terminare la partita. Entrambe le modalità si svolgono in soggettiva e le nostre facoltà ci permettono di possedere lampade e lampadari per spostarci velocemente attraverso la casa. Una volta arrivati alle spalle di un personaggio possiamo scegliere di entrare nei suoi ricordi oppure leggere i suoi pensieri attuali, e dopo aver scoperto l’oggetto che il personaggio sta pensando basta trovarlo nella casa e sussurrare all’orecchio del padre mentre dorme per passare al livello successivo. Questa modalità di gioco si svilupperà sempre identica per tutti i  dodici episodi di cui è composto il gioco. 
Deus ex machina 
L’aspetto più interessante, che rappresenta un importante punto di svolta nella realizzazione degli indie-games, è sicuramente la possibilità di operare scelte significative. Le decisioni che prenderemo saranno definitive e peseranno tantissimo nel proseguimento della narrazione agendo sui pensieri e sulla psiche dei membri della famiglia Kaplan. Ad esempio scegliere di seguire il padre Dan nella stesura del suo romanzo lo aiuterebbe ad essere più realizzato sul lavoro, ma potrebbe portare a trascurare il  figlio Tommy che diventerebbe triste e ne risentirebbe moralmente, mentre la moglie Linda vedrebbe suo marito come un padre assente. Il gioco pone particolare rilevanza all’aspetto gestionale della famiglia, evidenziando quelle che sono le difficoltà relazionali e pratiche che si frappongono tra i vari personaggi. The Novelist suscita quindi parecchi dubbi, soprattutto quando ci si domanda se non sia meglio operare una scelta differente; ci si sente un po’ responsabili per i Kaplan avendo il potere di determinare le loro vite in un modo o nell’altro.
Una casa nel bosco…
Lo spazio di gioco è limitato e claustrofobico. Abbiamo a disposizione solo i due piani della casa, che in breve tempo conosceremo a menadito. La grafica è molto semplice, le texture sono simili a quelle di un cartone animato, non ci sono effetti di luce particolari e i volti dei personaggi sembrano quelli di un fumetto. Un particolare fastidioso è che la casa ondeggia continuamente su e giù quando ci si ferma , forse per dare la sensazione che la nostra entità sia sospesa in aria piuttosto che attaccata alla terra, ma è un dettaglio che stona con il realismo delle immagini e dà l’impressione di trovarsi su una barca attraccata al molo. La durata complessiva del gioco è intorno alle due ore, ma può essere aumentata fino a sei qualora si voglia riprendere la storia con scelte differenti o aggiungendo la modalità Stealth. Durante il gioco si avverte comunque una certa ripetitività dei livelli e una mancanza di caratterizzazione dei personaggi, che hanno inoltre ben poche conversazioni tra di loro: sembra infatti una famiglia dove l’incomunicabilità regna sovrana; l’unico loro interlocutore è l’entità, il fantasma, cioè noi.

– Innovativo

– Le scelte pesano tantissimo

– Si scopre qualcosa di sé

– La durata è breve

– Ripetitivo

– Superficialità dei personaggi

6.5

In conclusione The Novelist si è dimostrato un titolo che va alla ricerca di contenuti originali, che vuole sperimentare nuove possibilità videoludiche, che non ha paura di appartenere a generi diversi: punta e clicca, gestionale, psicologico, ma la realizzazione non è riuscita ad essere convincente, non dà una sensazione di immersione nel mondo che crea, ci lascia vagare in una sorta di limbo, molto spesso è ripetitiva e i personaggi ci sembrano lontani ed estranei. Ciò che piace, in ultima analisi, è però questa straordinaria possibilità di percorrere narrazioni differenti facendo scelte che avranno esiti negativi o positivi e che ci renderanno dei veri e propri protagonisti.

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