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Recensione

The Legend Of Zelda: Phantom Hourglass

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Avatar di Motobecane

a cura di Motobecane

Pubblicato il 19/10/2007 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9.2

Ci siamo. Finalmente il momento tanto atteso da milioni di appassionati della storica saga Nintendo è giunto, con tutto il suo carico di speranze e promesse. Fughiamo subito ogni dubbio: Phantom Houglass è un capolavoro. Un capolavoro significativo come non mai. Se la next-gen appare ancora oggi definita da colori acquarello e, forse, senza una vera e propria direzione precisa in grado di convincere appieno il mercato, Nintendo DS sembra aver trovato la propria strada che risulta ormai lastricata di vere e proprie pietre miliari, in grado di appassionare e coinvolgere, senza dimenticare il vero principio della nostra industria preferita: il divertimento.

Quanto è dolce naufragar in questo mare…Pirati, scorribande, spada e scudo, belle principesse da salvare, isole disperse negli oceani ed eroiche traversate. E ancora malvagi spietati, allegri villaggi, personaggi bizzarri, verdi prati e scrigni nascosti. Tutta la vera, grande tradizione di Zelda è presente anche in questo ultimo capitolo, che valorizza, esalta e porta ad nuova dimensione quello che per molti è ormai un classico. Fin dai primi istanti della bella presentazione disegnata con toni pastello decisamente ispirati, appare evidente come Phantom Hourglass prenda piede direttamente dopo le vicende narrate nello stupendo Wind Waker, apparso alcuni anni orsono sul mai troppo amato cubo. E non stiamo parlando solamente di elementi narrativi: per quanto possibile gli sviluppatori hanno cercato di rendere visivamente ed emotivamente vivo quel mondo fatto di cel-shading, colori forti e decisi, personaggi estremamente caratterizzati e isole da esplorare. Il risultato convince appieno, ma non solo, esalta le potenzialità intrinseche della console, donando, come accennato poco sopra, nuova linfa vitale al titolo, rendendolo un acquisto imprescindibile per tutti gli amanti del due schermi Nintendo.

Mare, mare, mare…Sembra che Tetra, la bella del gioco, nonché reincarnazione della leggendaria principessa Zelda, ne sia letteralmente stregata. Lei e la sua allegra, strampalata ciurma di briganti trascorrono intere giornate in cerca di tesori e fortune di ogni genere, solcando le azzurre onde col loro vascello. E narra leggenda che esista una nave fantasma, di quelle coi teschi e spuntoni dappertutto, che solo a nominarla bisogna stare attenti, custode di tesori favolosi e ricchezze sconfinate. Il fatto poi che chiunque la incontri scompaia misteriosamente senza far più ritorno non deve turbare più di un tanto la giovane avventuriera, che, senza colpo ferire, si getta a spada tratta sul ponte del succitato veliero, apparso misteriosamente vicino alla nave dei nostri eroi. Purtroppo qualcosa va storto e la nostra principessa si ritrova risucchiata in un vortice oscuro, gridando a gran voce il nostro nome. Beh, siamo eroi o no? Cappello verde bel calcato in testa anche Link si getta all’arrembaggio, rimediando però solo un gran mal di testa e un paio di incisivi in meno. Al suo risveglio, spiaggia deserta, caldo atroce e spuma che lambisce le caviglie troverà il primo compagno di avventura, nonché vero e proprio cursore di movimento. Sotto forma di fatina alata, Ciela ci accompagnerà in tutte le nostre peregrinazioni, interagendo con oggetti e marchingegni, aiutandoci spesso con preziosi consigli. La narrazione procede fluida, spedita, affascinante. Side quests ed elementi ruolistici nel più classico stile della saga vanno ad aggiungere quel pepe necessario a creare una vera e propria miscela esplosiva che ci terrà incollati ai due schermi per parecchio tempo.

All’insegna del divertimentoSe c’è un titolo che attualmente riesce a sfruttare tutte, ma proprio tutte le caratteristiche tecniche e strutturali di Nintendo DS è proprio Phantom Hourglass. Tecnicamente appare solido e ben definito, una grafica bellissima e colorata, delineata e precisa. Lo stile di Wind Waker è splendidamente ricreato, i tratti sono fantasiosi eppure dotati di una propria personalità. Anche in tema sonoro siamo a livelli eccelsi: le musiche sono magnifiche, epiche ed intense, mai monotone, gli effetti appropriati e ben scelti. I controlli dal canto loro sfiorano la perfezione. L’intera esperienza si gioca tramite stilo, senza far mai ricorso ai pulsanti, se non per nostra scelta. I tratti disegnati vengono riconosciuti magnificamente, senza un minimo di sbavatura. Acrobazie, scudisciate, fendenti, salti e chi più ne ha più ne metta sono incredibilmente semplici da eseguire ed estremamente semplici da assimilare. Affidabile e preciso anche nei combattimenti e nelle situazioni più concitate, è il vero e proprio fiore all’occhiello di questa produzione. Il meticoloso metodo di sviluppo Nintendo dà quindi i suoi frutti, sfornando una pietanza gustosa, ben presentata e decisamente saporita.Ma se proprio vogliamo la ciliegina sulla torta non ci resta che parlare del “come” il DS sia stato spremuto. Le giuste ed intelligenti intuizioni di “Another Code”, “Nintendogs” e affini (ma per chi ha buona memoria anche il primo Metal Gear su PSone è buon esempio) sono state fatte proprie e sviluppate in maniera incredibile, immerse in un’esperienza che trascende i limiti stessi del giocare su console. Senza svelare niente possiamo solo assicurarvi che in più di una situazione vi ritroverete a dover gridare nel microfono per una trattativa commerciale a base di rupie o soffiare per far girare mulini a vento, e….basta, abbiamo già detto troppo. E’ questo quindi uno dei maggiori punti di forza del titolo, esempio illustre di come un vero gioco sia divertimento a 360 gradi, mai banale o scontato, e sempre accessibile a tutti.Se proprio bisogna muovere qualche critica (e dobbiamo farlo, in quanto nostro dovere di rompiscatole) si potrebbe citare il fatto che a volte il gioco tende seriamente a diventare troppo infantile, vuoi per le tematiche, vuoi per le situazioni, cosa che potrebbe non andar giù ai fan di lunga data, o a tutti gli appassionati del Link più adulto. Niente di che, sia chiaro, ma la sensazione che da parte degli sviluppatori si sia cercato di allargare il bacino di utenza anche verso i “nuovissimi” di Zelda a tratti emerge. Altra piccola macchiolina nella fedina penale risiede nella necessità di dover ripetere obbligatoriamente più e più volte lo stesso dungeon, affrontando enigmi e situazioni da capo. Se da un lato ciò ci permette di esplorare a fondo le rovine, dall’altro risulta una scelta non troppo convincente, anche a fronte del tempo impiegato per raggiungere nuovamente l’obbiettivo. A far da corollario a tutto questo ben di Dio troviamo infine una discreta modalità online, che, come avevamo già constatato nella versione giapponese del gioco, incide poco sull’economia globale del titolo e risulta essere nient’altro che un piacevole passatempo spensierato senza troppe pretese.

– E’ Zelda su DS!

– Grafica e sonoro splendidi

– Controlli sublimi

– Lungo e intenso

– A volte un pò infantile

– Multiplayer marginale

9.2

L’ultima impresa di Link nel tentativo di salvare la bella Zelda (forse solo Mario è più sfigato) si incastona come uno splendido gioiello nella corona dei titoli per Nintendo DS. The Phantom Hourglass è bello da vedere e divertente da giocare. Profondo, intenso, vario. Il comparto tecnico è solido e decisamente spettacolare, i controlli sono praticamente perfetti. La sensazione finale è quella di aver fra le mani un prodotto confezionato con estrema cura e perizia, che dà pieno significato all’intrattenimento digitale a tutto tondo. La magica console a due schemi è sfruttata fino al midollo e qui non possiamo che fare un sonoro applauso agli sviluppatori. Poco incidono sul voto finale le sbavature citate durante la recensione, ancora una volta a conferma del fatto che nessuno è perfetto, ma alcuni ci vanno molto, molto vicino.

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