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Recensione

Steins;Gate

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 12/06/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Era ora. Una delle più acclamate visual novel degli ultimi anni, per troppo tempo preclusa agli appassionati occidentali a causa di un’insormontabile barriera linguistica, giunge su PS3 e PSVita, dopo essere sbarcata qualche mese fa su PC: Steins;Gate è un prodotto atipico per il pubblico nostrano, che richiede uno sforzo notevole in termini di tempo e una conoscenza cristallina della lingua inglese, ma, in cambio, racconta una delle storie più avvincenti tra quelle sbarcate sullo schermo OLED di Vita, della cui versione ci occuperemo in questa recensione.

Japanese Donnie DarkoOriginariamente pubblicata come una delle esclusive mirate ad aumentare le misere vendite di Xbox 360 in Giappone, Steins;Gate seppe presto guadagnarsi popolarità grazie al passaparola e alla bontà del suo script, che rimane, ad oggi, una delle migliori opere di fantasia dell’ultimo decennio, grazie a dialoghi densi, personaggi credibili e una serie di teorie che, partendo da presupposti verosimili, si arrampicano sulle vette della fantascienza più affascinante.Presto, dal prodotto originale furono tratti un manga, un anime, composto da ventiquattro episodi, un lungometraggio (esclusiva del paese del Sol Levante) e del merchandise sparso. Un successo sicuramente figlio dell’ambientazione nella Tokyo odierna, e specificatamente nel quartiere di Akihabara, dell’età dei protagonisti, che come al solito sono teenager, ma anche, e soprattutto, della smodata quantità di riferimenti alla cultura pop contemporanea, al mondo degli otaku e alle più intriganti teorie sui viaggi nel tempo formulate da mente umana.L’incipit non è dei più accattivanti, e l’incedere della trama è abbastanza lento durante le prime sette-otto ore di gioco: Naotake Hayashi, brillante mente dietro l’intera sceneggiatura, si prende tutto il tempo necessario per introdurre ognuno dei protagonisti, intessere tra loro relazioni credibili, fornire un’infarinatura sulle teorie più in voga all’interno della (pseudo) comunità scientifica riguardo ai viaggi nel tempo.Come Donnie Darko, altra opera di rilievo, Steins;Gate richiede una conoscenza almeno minima delle teorie più basilari, e si premura di fornire al giocatore molti mezzi per capire i suoi riferimenti (grazie ad un’enciclopedia interna molto generosa) e gli offre, nel contempo, una serie di ganci per approfondire le tematiche affrontate ed entrare in un mondo fatto di complotti, bufale, teorie e possibilità.I rimandi alla realtà sono continui, e l’eccellente lavoro metatestuale finisce con il premiare il giocatore più curioso, che, a console spenta, si diletta in ricerche e magari passa una serata a spulciare i forum riguardanti un certo John Titor (true story, NdR).

Scienziati (non così) pazziDifficile mantenere una distinzione netta, come facciamo di solito in sede di recensione, tra l’aspetto narrativo e le dinamiche di gioco dell’ultima fatica sviluppata da 5pb e distribuita da Pqube: in Steins;Gate, di fatto, non esiste un gameplay vero e proprio, giacché il titolo si propone come una visual novel nella sua forma più pura e genuina, in cui si legge, si legge e si legge ancora.Le uniche interazioni con il software sono quelle che passano attraverso il nostro smartphone, attore primario della vicenda, tramite il quale scegliere se e come rispondere a mail ed sms in arrivo: per il resto, a parte accedere al sistema per salvare o consultare la sconfinata enciclopedia interna al titolo, non si è che spettatori di un’opera profonda, complessa, che comunque, nonostante dilemmi morali notevoli e quesiti di grande intensità, riesce a non prendersi troppo sul serio, come solo i giapponesi sanno fare.Il giocatore è chiamato a vestire gli scomodi panni di Rintaro Okabe, diciottenne paranoico autoproclamatosi scienziato pazzo, che si diletta a condurre esperimenti in un piccolo appartamento di Akihabara, preso in affitto dal venditore di televisori CRT al piano sottostante.Con lui la più naive delle amiche d’infanzia, Mayuri, e un nerd dedito alla perversione, di nome Daru: questo strano trio di squattrinati adolescenti inciampa, quasi senza volerlo, in un esperimento destinato a cambiare per sempre l’umanità e ad avere conseguenze gigantesche, di cui, inizialmente, gli stessi personaggi sembrano non rendersi conto.Il cast si arricchisce presto di altre facce, su tutte quella enigmatica di Kurisu, studentessa alla pari che ha vissuto negli Stati Uniti, ma rimane contenuto nel numero totale di personaggi, così da concentrarsi più sulle loro interazioni e sugli effetti che il progredire della storia avrà su ognuno.Il muro di testo cui il giocatore dovrà sottoporsi racconta un intreccio brillante e mai banale, che pure conosce momenti di stanca e fasi eccessivamente verbose, in cui le spiegazioni eccedono nell’imboccare il giocatore, che invece preferirebbe, probabilmente, che il titolo si fidi maggiormente della sua capacità deduttiva.D’altronde, di tutte le opere simili partorite dal Giappone negli ultimi tempi, Steins;Gate è una delle più ambiziose, che necessita di conoscenze pregresse, si spende in continui rimandi ad altri media e imbecca il giocatore sulle letture e gli approfondimenti giusti da fare per essere sempre sul pezzo.I continui riferimenti al mondo reale, spesso di natura scientifica, sono, nel contempo, una delle parti più affascinanti e più controverse della produzione, che difficilmente può essere fruita come un semplice libro di narrativa sotto l’ombrellone.A parte questo, però, e i già citati cali di ritmo, tutto sommato fisiologici in un’opera tanto vasta (la durata media per una run è di almeno trentacinque ore), è davvero difficile muovere critiche al comparto narrativo e alla qualità dei dialoghi del prodotto, atipico ma decisamente degno di nota.

Artisticamente lodevoleLe tavole che si presenteranno dinanzi agli occhi del giocatore, totalmente prive di animazioni in game e con un’abbondanza di talking heads, offrono uno splendido spaccato della maestria nel character design sulla quale il paese del Sol Levante non sembra aver alcuna intenzione di abdicare.Come anche per le meccaniche di gioco, Steins;Gate non può essere valutato secondo i canoni consueti di un videogioco, ma di certo, a livello visivo, emana molto più fascino di un libro, fisico o digitale che sia: perché, in fondo, l’opera di 5pb è molto più vicina al medium letterario di quanto non sia a quello videoludico.Un numero esorbitante di finali differenti, basati sulle scelte prese dal giocatore e su una intelligente interpretazione dell’ormai arcinoto butterfly effect, consiglia di fare buon uso della cinquantina di diversi slot di salvataggio concessi dal titolo, anche se, personalmente, ritengo che la maniera migliore per gustarsi finali anche molto diversi tra loro (io ne ho raggiunti due in tempo per questa recensione) sia giocare liberamente, stando ben alla larga da soluzioni e guide in rete, per poi riprendere l’opera in mano a distanza di mesi e godersela una volta ancora, battendo magari strade diverse.La possibilità di salvare dovunque rende il pacchetto perfetto per Vita, le cui ridotte dimensioni dello schermo, però, amplificano il problema di testi da leggere probabilmente troppo piccoli.Con la sola traccia audio giapponese (peraltro di ottima fattura) e sottotitoli in un inglese abbastanza complesso (e non esente da qualche svista qua e là), Steins;Gate non è assolutamente consigliato a quanti abbiano conosciuto la lingua d’Albione solamente tra i banchi di scuola.

– Narrativa di grande spessore

– Traccia originale giapponese

– Personaggi fuori dagli schemi

– Cibo per il vostro cervello

– Dialoghi a tratti verbosi

– Decisamente non per tutti

8.0

Se non amate leggere, se da un videogioco cercate prima di tutto esplosioni e divertimento arcade, se il vostro inglese è solo sufficiente, allora dovreste stare alla larga da Steins;Gate come un fan dei Metallica farebbe da un concerto di Justin Bieber.

In ogni altro caso, e in particolare se siete amanti della cultura giapponese e della fantascienza, vi perdereste una delle trame più affascinanti, contorte e malate partorita da mente umana nel corso degli ultimi dieci anni, nonché un ottimo compagno di viaggio verso le vostre mete preferite, grazie alla portabilità garantita da Vita.

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