Recensione

Rock Band 4

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a cura di Pregianza

Ogni cosa è ciclica. L’umanità commette sempre gli stessi errori, dagli alberi cascano semi che fanno nascere altri alberi, Morte chiama morte e, soprattutto, da un trenino conga spunta sempre un altro trenino conga. Nei vari media la situazione non è molto diversa, specialmente nell’ultimo periodo, ove una siccità di idee fuori dal comune ha portato a una massa di reboot forzati dei vecchi classici gargantuesca.  Il risultato? Penoso nella maggior parte dei casi, poiché, appunto, l’umanità non impara MAI dai propri sbagli. Però ci sono cose che meritano di tornare, piccole magie scomparse per sciocche imposizioni legate al marketing di cui i giocatori sentono la mancanza dopo anni. Forse consapevoli di questo (o semplicemente schiave della filosofia del cerchio sopra descritta) certe case hanno dunque deciso di ridare fiducia nientepopodimeno che ai defuntissimi rhythm game, caduti sotto i terribili colpi delle uscite annuali e delle periferiche inutili e costose. 
Il primo marchio a tornare è stato Rock Band, con un quarto capitolo ad opera di Harmonix e sviluppato con il supporto di Mad Catz. Si tratta di un cadavere che andava riesumato, o è il caso di passare diretti alla cremazione?
Freestyilin
Davanti alla nuova chitarra in plastica di Mad Catz è difficile non provare una forte nostalgia per i precedenti capitoli, anche perché in questo nuovo Rock Band 4 veramente poco è cambiato. Il gameplay di base resta sempre lo stesso: 5 tasti di colore variabile che indicano le note, indicatori a schermo che scorrono verso il basso a tempo di musica, e una levetta in plastica da toccare con tempismo perfetto per riprodurre le melodie offerte alla perfezione. Nessuna variazione di base anche per la batteria, mentre gli amanti del microfono ritroveranno armonie multiple dedicate alla voce nelle canzoni di difficoltà elevata, come quelle viste in Rock band 3.
L’unica novità è rappresentata dai Solo Freestyle. Sono assoli liberi, in parole povere, che permettono al giocatore di sbizzarrirsi in virtuosismi spettacolari durante una canzone. Può sembrare un’aggiunta marginale, ma in realtà non è buttata nel mix a caso: i Freestyle seguono tempi e tecniche specifiche, e se affrontati con in mente le linee guida dettate dal tutorial permettono al giocatore di arricchire la melodia in modi stupefacenti e inaspettati, al punto da aumentare a dismisura quella sensazione di essere una rock star virtuale che ha sempre rappresentato il cuore della serie. Peraltro non è la chitarra l’unico strumento influenzato, visto che i cantanti potranno variare a piacere le melodie, a patto di mantenere l’intonazione, e non mancano le novità neppure per i solo dei batteristi. 
Azzeccate tali momenti di puro estro e otterrete pure un bel po’ di sani punticini. Si tratta di un affinamento che da solo migliora sensibilmente il già solido gameplay del marchio.
I problemi del nuovo capitolo sono dunque ben altri, e tutti legati alla sua evidente natura “low cost”. Parliamo pur sempre del ritorno di un genere scomparso da tempo, su cui non sono state investite grandi cifre. Il risultato è la scomparsa del multiplayer online, unita alla sparizione della “chitarra pro” e della tastiera. Molte delle vecchie feature, stando agli Harmonix, dovrebbero ricomparire col tempo tramite aggiornamenti gratuiti, ma la filosofia del risparmio è andata a colpire altri elementi, tra cui la personalizzazione del personaggio (molto limitata al di fuori degli abiti) e il comparto tecnico. Perlomeno, la necessità di riconquistare più pubblico possibile ha portato gli sviluppatori a rendere Rock Band 4 compatibile con un numero enorme di vecchi strumenti dedicati alla serie (o alla sua diretta concorrente), permettendo ai possessori dei vecchi capitoli di strimpellare o distruggere i piatti in tutta calma. 
Ti ho fatto un disco, poteva venirmi meglio
Pure guardando i contenuti si nota una tendenza al taglio, e l’unica modalità polposa pare essere il Tour, una sorta di avventura con scelte multiple che vi vedrà impegnati a conquistare fan e soldoni concerto dopo concerto. È una trovata apprezzabilissima, che dopo certe esibizioni permette all’apparenza di modificare il destino della band scegliendo se andare allo sbaraglio o affidarsi a un manager, se dormire a casa dei fan o seguire uno stilista, e via così. Le scelte però sono concrete solo all’apparenza: ora della fine si arriva comunque al successo, e gli obiettivi restano i soldi, gli oggetti per la personalizzazione da acquistare nel negozio, e il numero di fan. Più curiosa per certi versi l’opzione per gli show di gruppo, visto che il multiplayer locale è sempre presente e ancora poderoso. Qui si seleziona tra una serie di canzone tramite voti, in modo simile alla scelta delle mappe negli sparatutto competitivi. L’interfaccia presenta poi altre chicche, è riuscita, e rende ancora più godibili le canzoni suonate in compagnia. 
Infine è il caso di valutare la tracklist, che è difficile paragonare ai capitoli passati, a causa di una patologica mancanza di grandi classici. Ci sono, sia chiaro, ma in numero minore rispetto al solito, quindi gli Harmonix hanno rattoppato inserendo nel mix pezzi estremamente variegati, che spaziano per più generi. Noi l’abbiamo apprezzata, ma è lontana dall’essere la migliore della saga. Il lato positivo è la presenza nel negozio di uno sfacelo di pezzi scaricabili presi dai predecessori, anche se non tutti vorranno spendere denaro sonante per una tracklist rinnovata.
Poco da dire sulla grafica, semplice e colorata, mentre invece ci sentiamo di elogiare la fattura della nuova chitarra Mad Catz, che rende facile gestire le canzoni anche quando la calibrazione non riesce alla perfezione e sembra in generale migliore rispetto alle altre periferiche dello stesso tipo. 

– I Freestyle Solo sono spettacolari e ben inseriti nel sistema

– Il Tour è una modalità curiosa e piacevole

– Gameplay sempre solido e spassoso in gruppo

– Compatibile con molti degli strumenti vecchi

– Cambiamenti davvero marginali

– Tagli contenutistici notevoli e niente multiplayer

– La tracklist non è tra le migliori della serie

7.5

Rock Band 4 non è una rivoluzione per la storica serie, e il taglio di molti contenuti visti in passato fa storcere non poco il naso. Tuttavia riesce davvero difficile non esaltarsi mentre si vestono di nuovo i panni della rockstar, o trattenere un ghigno di pura soddisfazione durante i nuovi e spettacolari assoli freestyle. Recuperate qualche vecchio strumento, qualche amico, e rockeggiate fortissimo. È un ottimo momento per farlo.

Voto Recensione di Rock Band 4 - Recensione


7.5