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Recensione

Puzzle & Dragons Z Super Mario Bros. Edition

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 05/05/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Spesso i trend provenienti dal Giappone fanno una grande fatica a superare le barriere culturali e ad affermarsi con la stessa forza in occidente: la serie di Monster Hunter, le idol simulation, certi JRPG scollacciati sono un esempio lampante di questa situazione.Poi ci sono quei prodotti che travalicano le culture e catturano con meccaniche di gioco immediate e assolutamente godibili per chiunque: i Pokemon sono l’esempio più eclatante, ma si potrebbero trovare decine di altri titoli affini.Puzzle & Dragons Z, fenomeno di massa nella terra del Sol Levante negli ultimi due anni, è atteso al banco di prova: mania giapponese o prodotto di qualità?

Da Draconia al regno dei FunghiL’idea di unire puzzle e giochi di ruolo non è affatto senza precedenti, ma, si sa, nella terra del Sol Levante praticamente qualsiasi genere videoludico, in un qualche momento della sua storia, ha dovuto mescolare le sue meccaniche con quelle di un RPG, con risultati non sempre apprezzabili: GungHo ha sposato uno dei concept più immediati e riconoscibili dell’ultimo decennio, quello dei giochi match-three, con la profondità, la personalizzazione e l’aspetto collezionabile che hanno sancito il successo dell’imperitura saga GameFreaks.Il risultato, francamente, va oltre le aspettative, per un connubio di fattori intrinseci ed efficienti strategie di confezionamento e marketing.A livello narrativo, ad esempio, nonostante la generale pochezza di un plot sottile e visto decine di volte (soprattutto nell’ambito di titoli apparentemente dedicati ad un target giovane), il lavoro svolto sulla localizzazione e sulla cura nei dialoghi è encomiabile: in assenza di doppiaggio, i testi veicolano un mondo in cui nessun personaggio si prende troppo sul serio, con alcuni tra i cattivi più buffi visti su 3DS fin qui e una serie di riferimenti alla cultura pop e al mondo dei videogiochi che non potranno non far sorridere i giocatori più navigati.Certo, salvare Draconia dall’ennesima organizzazione di loschi figuri (peraltro mascherati in modo scandalosamente simile a quelli visti negli ultimi episodi di Pokemon) non è esattamente una cosa nuova, come non lo è, d’altronde, dover salvare Peach per l’ennesima volta in Puzzle & Dragons Super Mario Bros. Edition, ma la cura per i dettagli e l’ottimo lavoro di localizzazione alleviano la mancanza di originalità e rendono gustosi alcuni dei siparietti cui assisteremo tra un dungeon e l’altro.Cosa?Come dite?Cosa c’entra Puzzle & Dragons Z con la Super Mario Bros. Edition?Sono entrambe nel pacchetto, con una mossa astuta e quantomai apprezzata: per meno di trenta euro (tanto in versione retail quanto in download su Nintendo eShop), Nintendo e GungHo fanno ammenda per il consistente ritardo aggiungendo al pacchetto base una versione a tema Mario del loro puzzle game, che, nonostante il riciclo di meccaniche e la sensazione di colorato reskin, allunga sensibilmente la longevità e aggiunge valore all’acquisto.

Combo!Bene l’offerta ludica, quindi, e bene la consueta cura per i dettagli e la localizzazione.Ma il vero gancio di Puzzle & Dragons Z è il gameplay, tanto semplice quanto assuefacente.Credo che tutti i nostri lettori sappiano come si gioca ad un titolo match-three, ma GungHo ha aggiunto un paio di ingredienti sfiziosi e personali per arricchire la minestra, con risultati sorprendenti.La possibilità di muovere qualunque sfera sullo schermo tattile di 3DS, non essendo quindi limitati allo scambiar di posto due limitrofe, apre a orizzonti del tutto nuovi, perché favorisce la creatività e il colpo d’occhio del videogiocatore, che spesso (a volte per pura fortuna, a volte dopo un lungo calcolo delle variabili…) metterà a segno tris inaspettati già nel solo spostamento di una data sfera colorata.Rispetto alle decine di emuli di Candy Crush, le possibilità si ampliano a dismisura, spostando l’attenzione più sulle strategie da adottare che sul semplice accoppiamento di tre sfere dello stesso colore, e portando il giocatore a pensare un turno in anticipo, alla stregua di un buon giocatore di scacchi.Questo aumenta le responsabilità, perché non sempre (per non dire quasi mai) la combinazione più ovvia è quella più produttiva, e, con le responsabilità, aumenta la soddisfazione in caso di vittoria: dopo pochi istanti di apprendistato, il gameplay di Puzzle & Dragons Z vi catturerà e diventerà una coloratissima droga virtuale.Alle dinamiche da puzzle game, poi, si aggiungono quelle da gioco di ruolo, e anche qui c’è da sbizzarrirsi: al giocatore viene chiesto di comporre un party di cinque mostri, cui si aggiunge, di volta in volta, un aiutante selezionato tra una rosa di cinque candidati, i quali obbediscono alle stesse regole del “sasso carta forbici” di tanti altri prodotti made in Japan.Fuoco batte Legno, Legno batte Acqua e Acqua batte Fuoco, con Luce ed Ombra che si combattono tra loro: questa semplice equazione genera decine di combinazioni possibili, con il giocatore che dovrà scegliere, di dungeon in dungeon, se puntare su un approccio quanto più plurale possibile, di modo che ogni combinazione di sfere infligga danno, o se limitarsi a uno o due colori, portando danni ingenti ma sprecando così l’apporto di molti tris.Le possibilità sono tantissime, i mostri da collezionare sono oltre 250 e, sebbene pecchino spesso nella caratterizzazione, finendo con il ricordare un po’ troppo quelli visti altrove, offrono un ventaglio di scelte sufficientemente ampio per costruire numerosi team, che rispondano alle esigenze dei singoli dungeon di gioco.A fronte di una difficoltà media permissiva ma mai eccessivamente blanda, gli scontri con i boss e, in particolare, con i cinque Draghi da liberare dal giogo della Paradox, propongono un livello di sfida da non sottovalutare, che inciterà ad intraprendere una delle numerose missioni secondarie per far salire di livello il party.Puzzle & Dragons Z non propone nulla di particolarmente originale, credo questo si evinca dall’analisi fin qui, ma il risultato finale è sicuramente superiore alla somma delle parti, e, in men che non si dica, vi ritroverete dipendenti dalla sua efficace formula base.

Rip offNonostante una tavolozza cromatica tra le più splendenti viste su 3DS, l’aspetto meramente tecnico della coproduzione GungHo/Nintendo è quello che convince di meno, complice una direzione artistica che non riesce a distanziarsi nettamente dai titoli che hanno preceduto questo prodotto, e non mi riferisco solamente ai già citati Pokemon.Il design dei mostri e quello degli scagnozzi della Paradox richiamano troppo da vicino quelli di molti titoli concorrenti, ma, presi dalla dipendenza acuta dal gameplay, difficilmente ne farete una colpa al prodotto.Il motore di gioco, che pure non esita nemmeno quando su schermo scoppiano decine di sfere tutte insieme, avrebbe potuto girare anche su DS, e tradisce le origini mobile della produzione, lontana anni luce dalla magnificenza grafica vista negli ultimi due episodi della saga GameFreaks.Quando però parlavo di un confezionamento furbo e generoso mi riferivo anche ad altri aspetti: la longevità, ad esempio, è fuori parametro, e non c’è traccia alcuna di microtransazioni.Arrivare in fondo alla campagna principale richiede tra le venticinque e le trenta ore, a seconda di quante missioni secondarie sceglierete di intraprendere (e le campagne sono due, come detto), cui vanno aggiunte le sfide nell’Arena.Un ulteriore plauso va fatto riguardo alla scelta del modello economico: nella sua versione originaria, Puzzle & Dragons Z poggia su un modello free to download con microtransazioni in-game, sulla falsariga di Candy Crush, ma in questo adattamento per console si è saggiamente optato per una rimozione delle in-app purchase a fronte di pagamento iniziale, peraltro inferiore alla media dei prodotti del catalogo della console ospite.Un esempio da seguire.

– Di facile approccio, ma non privo di profondità

– Pacchetto ricco ed invitante

– Riuscito connubio di puzzle e RPG

– Genera dipendenza

– Manca di personalità a livello di design

– Storia accessoria

8.0

Nonostante un character design generico che potrebbe indurre a catalogarlo frettolosamente come un rip off in chiave puzzle dei Pokemon, Puzzle & Dragons Z è uno dei prodotti meglio confezionati e dal gameplay più assuefacente dell’intero catalogo 3DS.

La semplicità delle meccaniche di base e la profondità delle dinamiche da gioco di ruolo costituiscono un’accoppiata letale per il tempo libero del giocatore, che, giunto alla fine del percorso, qualora non ne avesse abbastanza, potrà sollazzarsi con la Super Mario Bros. Edition.

Il tutto senza microtransazioni. Cosa volete di più?

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