Recensione

Pokemon Conquest

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a cura di Dr. Frank N Furter

Al pari di Mario, solo i Pokémon possono vantare una lunga e performante saga principale accompagnata da una miriade di spin off di ogni genere. Dopo averne viste di cotte e di crude, nell’arco di quindici anni mancava ormai solo un sodalizio con Tecmo Koei, per far incontrare le tenere creature Nintendo con una variante del Giappone feudale ove i signori della guerra si sfidano per il controllo del territorio usando gli stessi Pokémon per difendersi e attaccare. Un esperimento senza dubbio bizzarro, in particolare se si considera che stiamo parlando di uno strategico a turni, ma comunque molto interessante.

Giovani Warlord crescono…Giappone feudale: la regione del Ransei è terra di nessuno, i signori feudali regnano su piccole porzioni di territorio cercando di conquistare le città avversarie alla prima occasione utile. La leggenda del luogo narra che il guerriero che conquisterà i diciassette vessilli avversari avrà dalla sua il potere di un pokémon leggendario in grado di dominare ogni avversario. Ovviamente il cattivo di turno sarà già in marcia verso il traguardo, mentre voi impersonerete il giovane warlord che inizia la sua scalata al potere con il fidato Eevee. Se nella saga principale il ruolo della narrativa ha trovato uno spiraglio di crescita solo con Pokémon Bianco e Nero, negli spin off la strada è ancora lunga, lungi da noi nel lamentarci di un fattore totalmente secondario in ambito Pokémon, è giusto però sottolineare che non avrete un plot a la Final Fantasy Tactics o Tactics Ogre.

Strategia spiccia o c’è di più?Pokémon Conquest è uno strategico a turni nella sua incarnazione più classica, in molti potranno accostare il gameplay a quello visto nella serie Fire Emblem o nell’immortale Final Fantasy Tactics. Al posto di truppe umane avrete gli inseparabili Pokémon, ognuno col proprio allenatore pronto a dare ordini, attivare abilità e utilizzare gli oggetti equipaggiati. La visuale a volo d’uccello è sostituita da una isometrica caratteristica degli strategici, ovviamente zoomabile e dotata di una telecamera che potrà essere spostata lateralmente per avere sempre la miglior inquadratura. Per quanto i campi di battaglia non siano il massimo della fantasia, va rilevata la presenza di elementi di disturbo. Ad esempio nelle presenze di un vulcano potrebbero cadere pietre incandescenti, oppure in altre situazioni si possono trovare passaggi segreti dietro un cespuglio, e così via. Se nei classici strategici abbiamo truppe appartenenti a classi ben definite, in questo caso è stato importato lo stesso meccanismo della saga Pokémon principale: l’equilibrio delle forze in campo sarà stabilito dalle debolezze e resistenze elementali tipiche della serie (acqua batte fuoco, elettricità sconfigge acqua, eccetera). Tutto ciò semplifica estremamente le battaglie da affrontare, visto che basterà schierare una squadra di elementi super efficaci contro le truppe nemiche per conquistare agevolmente il castello. Anche il fatto che ogni pokémon abbia un solo attacco da utilizzare (che cambia solo al momento dell’evoluzione) limita le possibili strategie, stesso discorso per le abilità secondarie (attive e passive).Per quanto riguarda il capitolo “evoluzioni” queste andranno di pari passo con il progredire del rapporto d’amicizia che padrone e Pokémon instaureranno grazie alle vittorie sul campo e alle cure ricevute attraverso attività secondarie. Interessante sapere che gli “allenatori” reclutabili hanno un tetto massimo di sviluppo, poiché questo spinge il giocatore a cercare alleati sempre più forti con grandi potenziali di crescita.Curioso anche il piccolo sistema di addestramento e mantenimento truppe. Ogni città al suo interno può ospitare fino a un massimo di sei guerrieri. Qui troverete luoghi dove combattere e assoldare nuove unità, aumentare l’intesa con il pokémon, recuperare risorse aurifere da spendere nello shop e così via. Importante è sapere che ogni alleato può eseguire un’azione per turno (rappresentati dai mesi dell’anno), per questo motivo diventa fondamentale pensare attentamente a come impiegare quotidianamente le proprie forze.Al di là di tutto, il gameplay viene in parte sminuito dal livello difficoltà indubbiamente orientato verso il basso. Non solo per il discorso di cui sopra riguardante la debolezze elementali, ma anche per la scarsa aggressività dei nemici che difficilmente cercheranno di invadere il vostro territorio, a meno che non lasciate il castello più esposto senza difesa alcuna.Un vero peccato, poiché l’intera esperienza di gioco apporta in qualche modo una ventata d’aria fresca nel mondo pokémon grazie alla particolare unione dei due brand.

C’era una volta il DSDal punto di vista prettamente tecnico non c’è molto da raccontare. Lo stile grafico adottato è molto semplice, immagini statiche a tre quarti per i protagonisti, terreni di diverse fogge e colori dove scontrarsi e la mappa del Rensei dove sono collocate le città in lotta. Buone le animazioni per le mosse dei Pokémon, un po’ meno l’effetto pirotecnico che dovrebbero imprimere alla battaglia. Tuttavia, vista la tipologia di appartenenza e un budget probabilmente non altezza di produzioni maggiori, non si poteva pretendere di più. Poca la fantasia nella soundtrack e negli effetti sonori, da questo punto di vista sarebbe stato interessante un mix tra le musiche dei due brand.Il sistema di controllo è di facile apprendimento, ovviamente vi consigliamo il touch screen poiché rende tutto più veloce e accurato, soprattutto nel posizionamento delle unità sul campo di battaglia.Buona anche la longevità, che assicura decine e decine di ore di gioco tra la campagna principale e le avventure secondarie scaricabili via Wi-Fi, tramite password speciali rilasciate periodicamente da Nintendo stessa.In ultimo vogliamo mettere in guardia coloro che non masticano bene l’inglese: il gioco non è stato tradotto in italiano. Per quanto i dialoghi e il tutorial siano semplici e intuitivi vi mettiamo in guardia da un dettaglio che per alcuni potrebbe essere fondamentale durante l’acquisto.

– Giappone feduale, Pokémon, Nobunaga

– Tante creature a disposizione

– Buona longevità

– Molto facile

– Gameplay efficace ma decisamente lento

– Scarna personalizzazione dei propri Pokémon

7.0

Pokémon Conquest è un prodotto interessante, l’idea alla base di unire due brand così diversi tra loro suscita in ogni videogiocatore dalle larghe vedute più di una curiosità. Peccato che un presupposto così stuzzicante non sia stato sfruttato a dovere. Nonostante tutto è un gioco godibile, mai troppo impegnativo ma neanche così facile da annoiare. Un passatempo estivo in attesa di Pokémon Bianco e Nero 2 o, più semplicemente, un titolo da vacanza che vi terrà impegnati il giusto tra un tuffo e l’altro.

Voto Recensione di Pokemon Conquest - Recensione


7