Recensione

Need for Speed: NITRO

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a cura di Star Platinum

Non sempre un franchise di successo può sopravvivere ai cambiamenti del mercato videoludico e ai nuovi standard proposti, o almeno non senza delle adeguate modifiche a livello strutturale, in grado di snellire un concept e magari di coinvolgere ancor più appassionati. La serie Need for Speed è ormai una delle più presenti in tal senso e si compone di circa una ventina di episodi pubblicati nel corso degli anni per quasi tutti i sistemi presenti. Dopo i risultati non certo esaltanti degli ultimi capitoli, gli sviluppatori hanno deciso di dare un netto cambio di rotta, optando per un approccio più “ragionato” e simulativo per PS3 e Xbox 360 (SHIFT) e proponendo su Wii l’esatto opposto, con un Need for Speed: NITRO che si presenta come il primo episodio ad essere stato sviluppato espressamente per l’ammiraglia Nintendo. Sarà sufficiente tutto ciò per garantire al gioco un livello qualitativo all’altezza delle aspettative? Scopriamolo insieme.

A tutto gasSe è pur vero che l’aspetto tecnico su Wii non è sicuramente il maggior elemento di spicco, allo stesso modo reinventare la serie proponendola anche attraverso un ridimensionamento estetico sarebbe stata una scelta quantomeno azzardata e avrebbe decretato il destino di NITRO già in partenza. Per fortuna, però, bastano pochi minuti per accorgersi che, almeno da questo punto di vista, il gioco non delude ed anzi risulta piacevole nell’insieme, riuscendo ad avere una sua identità che si sviluppa anche attorno ad un altro elemento portante, quello della velocità, come avremo modo di approfondire a breve. Piccoli dettagli, certo, ma sufficienti a chiarire che davvero vi è stata volontà di proporre qualcosa di diverso e realmente pensato per l’architettura hardware del Wii. Come cambia nel concreto il prodotto Electronic Arts? Essenzialmente attraverso una visione molto più energica, adrenalinica e veloce delle gare, che strizzando l’occhio a Burnout, risultando ora molto avvincenti e dotate di quel pizzico di aggressività necessario a rendere l’esperienza di guida coinvolgente al punto giusto. Il primo elemento distintivo del gioco va ricercato nell’essenzialità stessa della struttura proposta, che con la modalità Carriera non offre nulla che non sia già stato visto infinite volte in numerosi altri titoli dello stesso genere. Il giocatore si ritrova ad affrontare tre competizioni (suddivise nei classici Bronzo, Argento e Oro), ognuna corrispondente ad una particolare tipologia di veicoli utilizzabili, sempre più potenti e, in maniera inversamente proporzionale, difficili da controllare. Non sono presenti trame di qualche tipo né una storia costruita per spronare il giocatore ad ottenere il massimo risultato, semplicemente si corre per la gloria, per far mangiare la polvere agli avversari di turno e, fattore di una certa importanza, per ottenere il numero di stelle richiesto per sbloccare i nuovi circuiti. Arrivati a questo punto però, il gioco ci propone alcune piccole varianti a livello di gameplay, che rappresentano degli obiettivi da rispettare a tutti i costi. Per fare un esempio concreto, potrebbe essere richiesto di realizzare un tempo utile inferiore a quello stabilito, effettuare un certo numero di azioni particolari, adottare uno stile di guida particolarmente violento e così via, fino ad arrivare alla vera novità della serie, che consiste nella possibilità di “marcare” una determinata area dell’ambientazione attraverso graffiti e simboli di vario tipo mentre si sfreccia per le strade cittadine. Un compito difficile da spiegare, ma di immediata esecuzione all’atto pratico. Come sempre in questi casi, al termine di ogni gara si ottiene una somma di denaro che sarà poi possibile investire per potenziare le auto o investire nell’acquisto di nuovi bolidi. L’approccio da adottare in gara e la stessa conformazione dei circuiti, non sono tali da richiedere una particolare attenzione, in quanto per riuscire a domare gli avversari dovrete necessariamente guidare in maniera spericolata e senza preoccuparvi troppo di eventuali ostacoli che potrebbero rallentare la vostra corsa, ad eccezione della polizia che inseguendovi potrebbe farvi perdere del tempo prezioso, rallentandovi e danneggiando la vostra vettura Ciò porterà ad una diminuzione del livello di protossido d’azoto di cui disporrete, elemento fondamentale per riuscire a rompere gli equilibri superando gli avversari più forti. Per vostra fortuna spesso saranno presenti degli “oggetti di ripristino” in grado di riportare alla normalità sia le condizioni del veicolo che i vostri conti aperti con la legge, consentendovi di continuare la gara a tutta velocità.

Il re della stradaCome accennato in precedenza, il titolo EA non brilla certo per profondità; tuttavia, almeno dal punto di vista delle possibilità in pista, si fanno notare alcune piacevoli varianti rispetto alla formula standard. Nella Gara a circuito lo scopo è unicamente quello di puntare alla vittoria, non occorrono altre spiegazioni in tal senso così come risulterà familiare ai conoscitori di Burnout la Gara a eliminazione, che consiste nell’espulsione del pilota che in quel momento si trova in ultima posizione, fino a decretare il vincitore. Non brillano purtroppo per originalità nemmeno le altre tre prove che sono rispettivamente la Sfida derapata (in cui bisogna compiere il maggior numero di manovre di questo tipo), la Velocità di punta (cercando di segnare il miglior valore in corrispondenza di determinate zone di rilevamento presenti nel circuito) e la Gara di accelerazione, che appare come quella più ispirata non fosse altro per l’abilità richiesta nel riuscire a cambiare marcia al raggiungimento del miglior valore di giri del motore, per poi rilasciare tutta la potenza della N2O al momento opportuno. Nel complesso l’offerta risulta divertente nel breve periodo ma a lungo andare potrebbe deludere non poco per via dello scarso numero di varianti proposte. Un elemento che invece ci ha convinto pienamente è il sistema di controllo, che di fatto consente di potersi avvalere di ben cinque configurazioni possibili, tutte piuttosto precise in termini di risposta alle sollecitazioni impartite e precisione nella rilevazione dei movimenti. Si parte dall’utilizzo del solo Wii Remote puntato verso lo schermo. In questo modo il pulsante A serve per accelerare, B corrisponde al freno, la pressione in su del D-Pad consente di guardarsi alle spalle, mentre giù attiva un bonus. Ruotando il telecomando si effettuano le curve, mentre per attivare la nitro è sufficiente dare uno scossone dello stesso. Vi è poi la possibilità di collocare il Wii Remote all’interno del volantino Nintendo, con la mappatura dei tasti che varierà di conseguenza abbinando a 1 e 2 rispettivamente l’acceleratore ed il freno, con A per la Nitro ed eventualmente B per svolgere i compiti di frenata/derapata, mentre il D-Pad si occuperà sempre delle azioni sopra descritte. Si passa poi alla consolidata accoppiata formata da Nunchuk e Wii Remote. Lo stick analogico è utilizzato per muovere la vettura, il pulsante Z attiva i bonus, C permette di guardare dietro e A e B servono rispettivamente da acceleratore e freno. Concludiamo la nostra carrellata segnalando il pieno supporto del Classic Controller e del joypad del GameCube, per tutti coloro che volessero un’esperienza più tradizionale in tal senso. A prescindere dalle scelte adottate, il controllo del veicolo appare valido e la breve curva d’apprendimento porterà ad ottenere risultati apprezzabili già dopo pochi minuti, attraverso un’esperienza ludica sicuramente divertente e coinvolgente nelle prime fasi ma non in grado di attuare quel cambio di marcia necessario a mantenere elevato l’interesse per molto tempo.

La lunga strada per la vittoriaCome descritto in precedenza, la modalità in singolo non appare certo esente da difetti in relazione alle possibilità offerte, e purtroppo nell’arco di due ore al massimo ogni situazione risulterà familiare, con gare spesso troppo simili tra loro ed una profondità ridotta ai minimi termini. La possibilità di sfidare altri avversari umani (fino a un massimo di quattro giocatori possono darsi battaglia in split screen) rappresenta una piacevole variante e risulta anche piuttosto divertente a conti fatti, ma l’assenza di una qualsivoglia modalità online penalizza enormemente la longevità del titolo.Le modifiche apportabili ai veicoli risultano interessanti solo al fine di una personalizzazione estetica delle vetture ma non portano in realtà a nessuna reale differenza, così come appaiono minime le caratteristiche distintive di ogni classe in relazione alle prestazioni fornite durante la corsa. Dal punto di vista tecnico il gioco risulta tutto sommato ben realizzato. In particolar modo abbiamo apprezzato l’ottimo engine poligonale adottato dagli sviluppatori, in grado di trasmettere un’elevata sensazione di velocità in ogni situazione senza la minima esitazione. Ottima la palette cromatica adottata così come è apparsa un’idea interessante quella di caratterizzare parte delle ambientazioni con “colorazioni” che variano in base a chi occupa la prima posizione. Pregevole il lavoro per quanto riguarda il design dei veicoli e per il design dei circuiti in generale, alcuni dei quali davvero convincenti.Discreta la colonna sonora scelta per l’occasione, compensata però da effetti sonori ben sopra la media e con motori ben riprodotti. La longevità è purtroppo uno dei maggiori difetti di questa produzione targata EA. I circa trenta modelli disponibili pur riproducendo veicoli piuttosto accattivanti, non appaiono sufficienti a garantire quel senso di coinvolgimento che in titoli del genere è fondamentale per mantenere la giocabilità su binari ottimali e in generale il titolo soffre un po’ di una mancanza di personalità, unita ad un numero di modalità troppo limitato nel complesso. Peccato perché a tratti il divertimento che ne deriva è tangibile, grazie anche al valido sistema di controllo; la strada intrapresa potrebbe quindi portare a risultati ben più positivi nel prossimo futuro, ma questa volta non tutto è andato come previsto e a lungo andare la linearità del gameplay potrebbe risultare un serio problema. In definitiva si tratta di un buon arcade che potrebbe risultare come una valida alternativa a Mario Kart o adatto a chi cerca qualcosa di diverso, non certo un capolavoro quindi ma un titolo da prendere in considerazione senza particolari riserve se non per i difetti sopra descritti.

– Molto veloce

– Pregevole realizzazione grafica

– Buon sistema di controllo

– Nessuna modalità online

– Gameplay alla lunga monotono

– Scarsa longevità

7.0

Need for Speed: NITRO si presenta come un gioco poco carismatico nel complesso, pur non possedendo gravi difetti. A livello tecnico il lavoro svolto dagli sviluppatori è apprezzabile, soprattutto dal punto di vista grafico grazie ad ambientazioni tutto sommato pregevoli e per l’ottima sensazione di velocità fornita dal solido engine poligonale adottato. Anche per quanto riguarda il sistema di controllo tutto funziona senza particolari sbavature, ma purtroppo non ci vorrà molto tempo per scoprire tutti i limiti di un gameplay che appare decisamente troppo semplicistico per risultare davvero appagante.

Come se non bastasse, l’assenza di una qualsiasi modalità online limita fortemente l’esperienza ludica dando il colpo di grazia ad una longevità che già in partenza appare molto fragile, risultando ben inferiore alle aspettative. Non è nostra intenzione fare scomodi ed inopportuni paragoni con l’ottimo Need for Speed: SHIFT visto su altre console e PC, ma avremmo gradito sicuramente un approccio più profondo o comunque una struttura arcade supportata da scelte in grado di mantenere elevato l’interesse del giocatore ben più a lungo, cosa che invece manca in questa versione. Nonostante ciò il gioco si rivela un piacevole prodotto, consigliato a chi cerca un’alternativa all’intramontabile Mario Kart, anche se è ben lontano dal racing game che tutti i possessori di Wii attendono ormai da anni.

Voto Recensione di Need for Speed: NITRO - Recensione


7