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Recensione

Natural Doctrine

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 12/10/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5.5

Reduci dalla discreta esperienza maturata con Demon Gaze, i ragazzi di Kadokawa Games tornano su PsVita (e sulle altre piattaforme Sony, senza differenze di contenuti) con Natural Doctrine, nuova IP appartenente al sempre sottovalutato sottogenere strategico dei giochi di ruolo.Uscito dal Giappone con la fama di gioco così difficile da richiedere una patch che abbassasse il livello di difficoltà a pochi giorni dall’uscita, il titolo giunge in Europa in sordina…sleeper hit o titolo dimenticabile?

Non sfruttiamo i minatori, pleaseL’esile linea narrativa che ci introduce i personaggi è ambientata nel mondo fantasy di Feste, dove l’umanità deve fronteggiare non solo la comparsa di mostri ma anche una straordinaria carenza di Pluton, materiale che permette l’utilizzo della magia e il sostentamento della razza umana.Gruppi di avventurieri e mercenari vengono assunti dai più abbienti per avventurarsi nelle miniere sparse per il mondo, le uniche fonti della sostanza, che però oltre ad essere di fondamentale importanza, è anche nociva per la salute.Gli unici a non risentire dei nefasti effetti sono i Goblin, che, manco a dirlo, affollano le zone di scavo del mondo dove il Pluton giace.E indovinate a chi toccherà condurre il manipolo di mercenari che, durante una normale spedizione, si imbatte in un inaspettato, e terribile, pericolo?Se il plot vi sembra trito e sciapo non è colpa del mio riassunto: è proprio così.Nemmeno dopo svariate ore di gioco ci si riesce ad affezionare ad un party uguale a centinaia di altri, con il solo protagonista, Geoff, a mostrare una caratterizzazione quantomeno sufficiente: non è esagerato dire che, se non fosse per una delle assurde scelte di design del gioco, non importerebbe a nessuno di perdere uno dei comprimari sul campo di battaglia.

Uno per tutti, tutti per unoGli sviluppatori, cui di certo non manca il coraggio, hanno infatti scelto di costringere il giocatore a ripetere interi scontri se anche uno solo dei membri del suo party dovesse cadere in battaglia. Evenienza che, per una serie di motivi, è tutt’altro che improbabile.Il sistema di combattimento di Natural Doctrine parte bene, offrendo una serie di spunti interessanti: innanzitutto, sebbene non consenta di accerchiare i nemici, il sistema di controllo delle zone rappresenta una ventata di aria fresca all’interno del genere.I personaggi su schermo non sono limitati in quanto a movimento come nella tradizione del genere, né vincolati ad una griglia in stile scacchiera: piuttosto sono liberi di muoversi entro due zone controllate dal giocatore, nelle quali l’accesso ai nemici è negato.Ovviamente la cosa è biunivoca, e consente anche ai nemici di gestire certe zone del campo di battaglia e difenderle strenuamente.Peculiare è anche il Link System, meccanica centrale della produzione: attaccando lo stesso bersaglio (o addirittura anche con bersagli diversi per quanto riguarda i personaggi muniti di armi da fuoco), i combattenti del nostro party possono usufruire di un turno supplementare durante la fase di azione di uno dei loro compagni, così da concatenare attacchi di grande lunghezza e inaudita potenza.Se però, sulle prime, la cosa sembra funzionare, soprattutto perché premia una buona pianificazione (tanto da non consentire nemmeno l’iniziativa agli avversari), ben presto viene a galla una serie di magagne che inficiano quanto di buono c’è nella produzione Kadokawa.Innanzitutto, dato che anche al nemico saranno concessi attacchi e turni multipli, la possibilità di vedere spazzato via il nostro party senza possibilità di rimediare si fa sempre più concreta con il passare delle ore: se gli attacchi dei nemici di basso livello difficilmente portano alla morte un nostro membro, infatti, già prima delle dieci ore di gioco totali finiremo con l’incrociare le spade con nemici capaci di spazzarci via con due colpi ben assestati, a meno di dedicarsi in maniera sfrenata al grinding.

Come se non bastasse, abbiamo notato in più di un’occasione la spiacevole tendenza di alcuni personaggi a spostarsi rispetto alle posizioni in cui li avevamo minuziosamente posizionati: a nulla serve collocare un combattente più debole (come il mago, ad esempio) dietro ad un ostacolo naturale, se poi, quando preso di mira dal nemico, questo si sposta automaticamente in campo aperto per dar luogo allo scambio di colpi con il nemico.A ulteriore detrimento del divertimento ci sono dei tutorial tanto inutili quanto prolissi, che tendono a riempire il giocatore di informazioni (peraltro non sempre utili) durante le primissime battaglie per poi abbandonarlo nel prosieguo dell’avventura, e l’esasperante lentezza del turno nemico, le cui animazioni non possono essere skippate.A patto di avere la pazienza necessaria per progredire, la pratica aiuterà il giocatore a comprendere diverse meccaniche, ma mi è nondimeno capitato di stupirmi per la possibilità di attivare un Link che non credevo possibile, come di veder perire un mio personaggio dopo nove (?!?) attacchi consecutivi senza che io potessi intervenire.Sarebbe bastata una più classica alternanza dei turni per prevenire questi momenti di frustrazione, che raggiungono il culmine durante le battaglie più lunghe, quando non saper prevedere le mosse dell’avversario può costare un Game Over repentino, e con esso 45 minuti di gioco.

128 bit e non sentirliSpesso su Spaziogames abbiamo sostenuto che il comparto tecnico non faccia, da solo, un gran gioco: questo però non giustifica motori, livello di dettaglio e animazioni come quelli messi in mostra da Natural Doctrine.Ok, è un titolo multipiattaforma, e due delle tre console per cui è stato pubblicato non appartengono alla nuova generazione di console, ma onestamente, anche sul piccolo schermo di PsVita, la sensazione è quella di trovarsi dinanzi ad un classico PS2 appena scaricato dallo store.Di sicuro la cosa non avrebbe rovinato l’esperienza di gioco se il titolo si fosse rivelato godibile e ben bilanciato, ma quando ad un gameplay zoppicante si aggiunge un comparto audiovisivo scadente allora il risultato finale non può che lasciare l’amaro in bocca.Un character design abbastanza anonimo ed un sonoro con molti bassi e pochi alti (più che altro nella scelta delle voci dei doppiatori) chiudono il cerchio di una produzione che si merita l’etichetta di occasione mancata più che di fallimento.Poco importa se la durata totale è più che soddisfacente, corroborata da diverse modalità multigiocatore cross console, sia competitive che cooperative: giocando a Natural Doctrine ci si diverte meno di quanto ci si stizzisca, ed è purtroppo questo quello che conta di più.

– Prova ad osare…

– Campagna dalla buona longevità

– Cross play tra piattaforme Sony…

– …ma a scapito dell’accessibilità

– Tutorial prolissi e poco chiari

– …ma scordatevi il cross buy

– Frustrante

– Comparto tecnico insufficiente

5.5

Della ventina abbondante di ore di gioco dedicate a questa versione portatile di Natural Doctrine, le più gradevoli sono state le prime tre o quattro, quando si intravedevano le potenzialità di un gameplay innovativo e la possibilità di cimentarsi in un multiplayer discretamente confezionato. Poi sono sopraggiunte, nell’ordine, una serie di meccaniche poco chiare, una trafila di Game Over, la frustrazione, e la constatazione che, lavorando di più su molte delle scelte di game design, questo prodotto avrebbe potuto offrire di più che improperi e avanzamento per tentativi.

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