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Recensione

Mosaic Maze

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Avatar di Doctor.Oz

a cura di Doctor.Oz

Pubblicato il 05/04/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5

Se c’è una grande famiglia di videogiochi che da sempre hanno attratto il pubblico a discapito di età, sesso, estrazione culturale e videoludica, dagli hardcore gamer a quelli che desiderano farsi un partitella da venti minuti al giorno, quel genere è certamente rappresentato dai platform. Variegato e camaleontico, questo genere di giochi ha potuto nel tempo evolversi e re-inventarsi in continuazione, portando sugli scaffali e sulle librerie online di milioni di giocatori prodotti tra loro molto dissimili ma che condividevano un minimo comun denominatore: saltare, saltare, saltare. Seppur Mosaic Maze sfugga e di molto anche ai canoni dei moderni platform in 2D, fa comunque dell’arte del salto il perno sul quale edificare un titolo tanto semplice quanto difficile. Dopo una prova di alcune ore con il titolo di Raw Lion Workshop, siamo pronti a parlarvi del perché, seppur davanti ad una grafica scialba e a tratti smunta (e alla totale mancanza di qualunque colonna sonora), questo Mosaic Maze non è un titolo del tutto pessimo. Avanti a saltare, forza.

 
Era un’imprecazione, quella?
Essendo questo un titolo un po’ fuori dalle righe, ci permettiamo di introdurlo utilizzando la descrizione che gli hanno dato i suoi stessi sviluppatori. Secondo Raw Lion Workshop, Mosaic Maze è nientepopodimeno che un harcore platform di precisione, ossia, detta in parole povere, un gioco dove i vostri nervi saranno messi a dura prova più e più volte. Messe le mani sul gioco, ci accorgeremo che non esiste nessuna storia se non quella di superare i circuiti di labirinti che ci si porranno di fronte di volta in volta. Di forma quadrata e distinti in sezioni, terminando un determinato numero di sezioni di ogni circuito, sbloccheremo quelli più avanzati, sei in tutto, riconoscibili per differenza di colori di sfondo e di difficoltà. Ogni circuito è composto generalmente da trenta sezioni distinte che andranno affrontate una ad una. Il nostro compito sarà semplice da cominciare e difficile da terminare: prenderemo possesso di una particolare particella di luce che, attraverso la pressione della barra spaziatrice, possiede l’abilità di saltare all’infinito. Il nostro compito sarà quello, come ogni labirinto che si rispetti, di portarla sana e salva dalla parte opposta del circuito in cui viene inserita. Va da sé che nei circuiti che affronteremo, sempre di forma quadrata, avremo degli elementi nocivi alla particella che al solo tocco ci obbligheranno a ricominciare da capo. Ogni livello presenta trenta circuiti differenti, di difficoltà crescente, che andranno superati uno alla volta. Toccare gli elementi nocivi ci porterà indietro di un checkpoint, dunque attenzione a non prenderne due o tre di seguito premendo la barra del salto senza alcuna logica: potremmo essere declassati di diversi livelli tutti assieme e potremmo essere costretti a ricominciare da diversi checkpoint prima. Una meccanica geniale, che porta il giocatore a ragionare sottilmente sulla distanza e il tempismo dei salti, soprattutto nelle sezioni più avanzate con moltissimi pixel nocivi a schermo. In nostro aiuto verranno i comandi che seppur semplicissimi (croce direzionale e barra spaziatrice) sono di una precisione unica e che mai una volta hanno mancato l’input, anche nelle sezioni più ostiche e confusionarie.

Se fosse su tablet…
Seppur preciso ed impegnativo, Mosaic Maze perde un po’ di lustro nella vesta grafica ed, in generale, sulla sua ispirazione artistica. Proveniente da un piccolo studio con a disposizione un piccolo budget, la sensazione generale che si ha dal comparto artistico è quella di un prodotto scialbo e povero, con una colonna sonora del tutto inesistente ed effetti sonori ridotti all’osso. In pratica, Mosaic Maze non fa nulla di rilevante per accattivare il videogiocatore della domenica, quello che cerca insomma un po’ di svago nei quindici minuti di pausa tra un impegno lavorativo e l’altro. Giusto per farvi un esempio, l’unica differenza che avranno i vari circuiti sarà un cambio di colore dello stage, senza aggiunta di elementi di contorno, di nuovi pericoli o di sezioni aggiuntive nel gameplay. Un peccato, se si considera l’idea solida che è alla base del prodotto, e cioè un platform psichedelico minimalista che richiede nervi saldi e precisione.

HARDWARE

MINIMI: OS: Windows 7 Processor: 2 GHz Dual Core Memory: 2 GB RAM Graphics: 512MB DirectX 9.0 Graphics Card DirectX: Version 9.0 Storage: 100 MB available space

– Idea alla base buona

– Comandi precisi

– Povertà del comparto tecnico e artistico

– Nessuna varietà al sistema di gameplay

– Ripetitivo

5.0

Mosaic Maze è una chance sprecata. Prodotto in ristrettezze economiche da uno studio piccolo formato da una sola persona, seppur portatrice di un’idea di gameplay di tutto rispetto, risulta troppo povero sia nei contenuti che, soprattutto, nella sua veste grafica, molto più che insufficiente. Divertente per qualche tempo, vi potrà tenere davanti allo schermo per qualche ora se siete fan dei platform puri, in cui potrete mostrare freddezza e nervi saldi. Peccato per un comparto grafico non all’altezza e una vera e propria mancanza di varietà nel gameplay a livelli più avanzati: questo è un gioco che potrebbe stufare presto e che non riesce ad essere appetibile in nessun modo, neppure verso quei videogiocatori casual che cercano un titolo diverso per rilassarsi un po’ o magari solamente per mettersi alla prova di fronte una sfida difficile.

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