Recensione

Max Payne 2

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a cura di Fabfab

Al termine del primo episodio avevamo lasciato un Max pesto e sanguinante ma che era riuscito a vendicare finalmente la strage della sua famiglia lasciandosi dietro un’impressionante scia di cadaveri: ora, col secondo capitolo, apprendiamo che, nonostante tutto il macello combinato, il nostro agente è riuscito a venirne fuori pulito ma, amareggiato e pieno di sensi di colpa, ha deciso di abbandonare la DEA per ritornare in polizia. Sono ormai trascorsi diversi mesi ma la vita di Max Payne non scorre tranquilla, anzi: temuto ed odiato dai criminali, tra i quali è diventato una sorta di leggenda nera e paurosa, vista l’enorme quantità di cadaveri che è solito lasciarsi dietro, Max è tormentato dai ricordi del suo doloroso passato ed ancora non riesce a farsi una ragione per aver perduto tutto. Per quanto possa sembrare improbabile, le cose sono destinate ben presto a peggiorare e tutto ha inizio con la ricomparsa di Mona Sax, una killer letale e spietata verso la quale il nostro poliziotto si sente inesorabilmente attratto…

L’uomo con la pistolaAl momento di dover scegliere cosa fare con questo secondo episodio, se, cioè, innovare oppure rimanere fedeli all’originale, i ragazzi di Remedy hanno optato per la seconda ipotesi : Max Payne 2: the Fall of Max Payne, vale subito dirlo, è del tutto simile al suo predecessore, salvo poche ma significative novità e, naturalmente, un rinnovato aspetto grafico-tecnico.La trama del gioco si ricollega direttamente a quella del primo episodio ma si presenta ancora più cupa e drammatica, con un’atmosfera noir ben più densa e magnifici dialoghi a sorreggerla. Ma non preoccupatevi se non avete giocato al prequel perché dal menù iniziale potrete selezionare il romanzo illustrato di Max Payne che, attraverso una specie di fumetto, vi metterà al corrente dei principali accadimenti: una volta visionato il (breve) riassunto sarete pronti per affrontare la nuova avventura del poliziotto più tormentato di New York!“Max Payne 2” offre ben tre livelli di difficoltà crescente a tutto vantaggio della longevità se non fosse che, inspiegabilmente, all’inizio non potrete scegliere liberamente, ma dovrete per forza giocare a livello Detective, il più facile: in questa modalità i nemici, teoricamente, dovrebbero adattarsi alle vostre capacità, diventando più letali quanto più bravi siete voi, ma in pratica non si avvertono apprezzabili segni di questa autoregolazione; in più la possibilità di salvare in ogni momento e l’inclusione del quick save riducono ulteriormente il grado di sfida.Una volta terminato per la prima volta il gioco si sbloccherà la modalità successiva, A fuoco lento, settata direttamente sul livello più impegnativo, senza la sbandierata autoregolamentazione, completata la quale potrete infine giocare a livello Killer, con nemici più letali e pochi salvataggi a disposizione; bisogna però vedere se, una volta terminata l’avventura, avrete veramente voglia di rigiocare tutto senza nessun altro stimolo che l’accresciuto livello di difficoltà…Dopo aver terminato il titolo almeno una volta si rendono inoltre disponibili due ulteriori sfide, Ultimo Respiro, in cui ogni livello va affrontato e superato entro un tempo massimo, e Condannato a morte, in cui l’unico scopo è resistere più a lungo possibile contro le orde di nemici che ci assalgono (e che tornano in vita cinque secondi dopo essere stati abbattuti).

Bang, bang, bang!Come nel prequel il gioco non richiede un approccio particolarmente ragionato: il livelli si affrontano e si superano correndo e sparando.Max, d’altronde, non è una persona normale ma è un vero e proprio artista delle armi da fuoco che nelle sue mani non lasciano scampo agli avversari che osano affrontarlo: l’arsenale del nostro detective viene inoltre costantemente rimpinguato dalle armi cadute ai nemici abbattuti, spesso ben più letali della misera pistola d’ordinanza.I movimenti vengono effettuati tramite lo stick analogico sinistro, si spara col grilletto destro mentre col direzionale si seleziona l’arma da utilizzare tra quelle a disposizione; la visuale è in terza persona ma un mirino è sempre presente davanti al nostro poliziotto per meglio indirizzare i suoi colpi; all’utente è permesso sceglierne l’aspetto e se avvalersi del puntamento automatico (che semplifica decisamente le cose). Il tasto Y è dedicato all’utilizzo delle armi secondarie, dal calcio della pistola alle molotov fino alle utilissime granate, essenziali per sfoltire i ranghi dei malavitosi prima di una bella irruzione; Max può anche accucciarsi, per trovare un riparo momentaneo dietro qualche elemento dello scenario o per diventare un bersaglio meno facile per i nemici, ma non può muoversi quando si trova in questa posizione. D’altronde lui è uno che affronta di petto le situazioni, quindi non ha bisogno di ricorrere ad un approccio indiretto, potendo contare su riflessi fulminei che fanno sembrare più lenti i movimenti del nemico: mi sto riferendo, lo avrete intuito, al famosissimo bullet time, grazie al quale Max può rallentare il tempo per migliorare l’efficacia dei suoi tiri e per evitare i proiettili avversari, oltre che prodursi in spettacolari movenze esaltate dal rallenty. Ogni volta che viene attivato, il bullet time consuma un’apposita barra, il che ci obbliga a non abusarne troppo durante le sparatorie; peccato solo che questa precauzione sia in parte vanificata dall’introduzione del cosiddetto shootdodging, lo sparo in volo. Scegliendo una direzione e premendo il grilletto sinistro il nostro buon Max può tuffarsi e contemporaneamente sparare nella direzione desiderata, avanti, indietro, a destra o a sinistra. Durante il shootdodging il tempo rallenta come nel bullet time ma senza consumare l’apposita barra; inoltre Max diventa molto più difficile da colpire. C’è da dire che la possibilità di ricorrere senza limitazioni di sorta a questo stratagemma contribuisce ad abbassare ulteriormente il livello di sfida.Oltre all’indicatore del bullet time, in basso a sinistra dello schermo sono presenti anche quello della salute ed il numero di antidolorifici a disposizione, che sono poi i medikit del gioco.Resta da parlare degli avversari, la cui IA non fa certo gridare al miracolo anzi, a volte precipita in abissi sconcertanti: oltre alle tendenze suicide di sgherri che corrono tranquillamente incontro alle nostre pallottole – un classico in questo genere di produzioni – va sottolineata l’idiozia imperante nelle fila avversarie, in cui basta attirare l’attenzione e poi appostarsi dietro un angolo per vedere i nemici che in fila, uno dopo l’altro, vengono diligentemente a farsi impallinare. Visto che l’IA non li aiuta, la loro unica forza rimane il numero preponderante, non fosse che le vittime del “fuoco amico” non si contano, specie quando gli idioti fanno uso di granate: noterete ben presto che una volta lanciato l’ordigno non si fermeranno ad aspettare che esploda ma avanzeranno verso di esso; per non parlare di quando l’arma lanciata rimbalza contro qualche ostacolo e torna indietro seminando morte e distruzione, situazioni che si verificano più spesso di quanto possiate immaginare…

Max è meglio di Tex!Visto che le sparatorie sono la parte che costituisce l’ossatura del gioco, è naturale che i ragazzi di Remedy abbiano speso gran parte del tempo per realizzarle nel miglior e più esaltante dei modi: le armi a disposizione sono parecchie e il nostro Max non esita ad usarne anche due contemporaneamente, quando necessario. I nemici rispondono in maniera varia e, soprattutto, assolutamente credibile: gli sgherri si accasciano in posture differenti a seconda di come e dove sono stati colpiti, vengono spazzati via dalle esplosioni delle granate sfracellandosi contro le pareti o altri elementi dello sfondo e gli spasmi della morte fanno muovere convulsamente i loro corpi esanimi. Anche l’ambiente, grazie all’implementazione del famoso motore Havoc, reagisce in maniera incredibilmente realistica ad ogni tipo di stimolo, sia esso dovuto ad un urto accidentale mentre ci stiamo muovendo o ad una raffica di mitra…Graficamente il titolo si presenta molto bene e, pur non potendo vantare la stessa qualità grafica della versione per PC, è decisamente superiore a quanto visto su PS2: le texture sono convincenti anche se a volte appaiono un poco “sfuocate”, gli ambienti urbani sono vari e dettagliati riuscendo a conferire un’ottima sensazione di veridicità. Troverete telefoni che squillano, televisioni accese (potrete anche fermarvi ad “ascoltare” la telenovela che trasmettono), sgherri che chiacchierano tranquillamente tra loro, ignari della vostra presenza: come nel precedente episodio tutte queste possibilità di interazione passiva donano un’atmosfera davvero incredibile al gioco.Ho parlato di interazione passiva perché nei vari livelli non ci verranno richieste particolari elucubrazioni per poter proseguire: se entrate in un ascensore ricordatevi di premere il pulsante per salire o scendere, aprite tutti gli armadietti per trovare armi, munizioni ed antidolorifici, sparate sempre alle casse di esplosivo sistemate in mezzo ai nemici, ma oltre a questo non dovrete fare molto di più. Trattandosi essenzialmente di uno sparatutto, non ci troveremo mai di fronte ad impegnativi enigmi da risolvere, né a sterminati livelli da esplorare prima di trovare la strada giusta: forse proprio questa linearità delle ambientazioni inficia un poco la credibilità generale, non importa quanto sia grande il luogo in cui vi trovate, esiste sempre e solo un’unica strada per proseguire e se anche ci fossero venti porte presenti se ne aprirebbe soltanto una…Un po’ di varietà all’azione è data, talvolta, dalla possibilità di essere affiancati da alcuni alleati o di impersonare Mona Sax sia in livelli normali che in vere e proprie azioni di cecchinaggio; alcune volte, inoltre, ci troveremo ad affrontare missioni molto particolari in cui non sarà necessario sparare, come quando dovremo esplorare un’intera casa stregata “a tema” alla ricerca dell’abitazione della nostra Mona.La prima cosa che salta all’occhio è comunque il cambio di faccia del nostro Max: l’espressione ghignante e vagamente inquietante del primo episodio ha lasciato spazio ad una più classica faccia da duro, graniticamente regolare nei lineamenti ma proprio per questo – a mio avviso – assai meno carismatica! Buone le caratterizzazioni di Mona Sax e degli altri personaggi principali, mentre la marmaglia sembra essere uscita da un folle esperimento di clonazione: sono tutti uguali!Da sottolineare, infine, la massiccia presenza di scene di intermezzo, alcune realizzate con la grafica di gioco, altre in stile fumetto con la voce narrante di Max in sottofondo, il tutto a vantaggio di un maggior approfondimento della trama e del coinvolgimento del giocatore.Controverso il comparto audio che se dal punto di vista delle poche musiche e degli effetti sonori appare più che soddisfacente, convince molto meno riguardo al doppiaggio: la nota positiva è che sono state recuperate buona parte delle voci italiane del primo capitolo (protagonista compreso), la brutta è che il loro livello di recitazione è davvero scarso! Doppiare un videogioco non è mai semplice, ma in “Max Payne 2” quasi tutti gli attori (si salvano la voce di Mona e, a tratti, quella di Max) danno veramente l’impressione di leggere il copione più che interpretarlo, il tutto a discapito della godibilità dei bellissimi dialoghi, resi piatti dai toni spesso incongruenti impressi dai doppiatori che ci fanno ancora una volta rimpiangere il cinematografico doppiaggio originale.

– Sparatorie violente ed appaganti

– Giocabile e divertente

– Bella storia e dialoghi curatissimi

– Troppo breve

– Poca interazione e troppa linearità

– Doppiaggio italiano poco convincente

7.8

Il primo Max Payne riscosse un enorme successo grazie a tutta una serie di fattori tra cui lo spettacolare bullet time ed una trama intrigante e molto noir; il suo successore ripresenta gli stessi elementi opportunamente rivisti e corretti, ma dopo anni e anni di slow motion e sparatorie qualcosa è andato indubbiamente perduto…

Max Payne 2 : the Fall of Max Payne è un titolo che ricalca quasi pedissequamente il suo insigne predecessore, anche nei difetti! La trama è intrigante e molto noir ma, in qualche maniera, sa di già visto per chi ha avuto modo di completare il precedente capitolo; il gameplay è nuovamente basato sulle sparatorie, spettacolarizzate dal bullet time e dall’inedito shootdodging, ma si avverte presto la mancanza di un minimo di interazione con l’ambiente, senza contare l’estrema linearità e la facilità dell’esperienza gioco.

Nonostante i succitati problemi il titolo si difende molto bene, è divertente, godibile e mai frustrante: le sparatorie sono violente ed appaganti, la brevità può essere un vantaggio per chi non ha mai molto tempo per giocare, e per gli altri potrebbe rappresentare uno stimolo alla rigiocabilità, rafforzato dalla possibilità di sbloccare nuove e più impegnative sfide.

Un titolo molto valido nel suo genere, dunque, ma che difficilmente segnerà un’epoca come il suo predecessore…

Voto Recensione di Max Payne 2 - Recensione


7.8