Recensione

Hugo Bukkazoom

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a cura di Jacklord

Il Verdetto di SpazioGames

6

Bukkazoom, ossia svago senza preteseBukkazoom è un piccolo gioco (occupa lo spazio di un solo cd) che può offrire svago e spensieratezza soprattutto al pubblico più giovane e inesperto di giochi, o che cerca un titolo pensato appositamente per una fascia particolare di utenza (bambini fino a 8-9 anni), tranquillizzando poi genitori troppo preoccupati dalla dilagante violenza e crudità dei videogiochi attuali. Perché senza pretese? Perché tecnicamente parlando, sebbene non ci siano vistosi difetti, il gioco è sviluppato con un motore grafico datato, ottimo per la PlayStation 1, ormai inaccettabile per la PS2. Ma procediamo con ordine ed iniziamo dai contenuti del gioco.

Cos’è Bukkazoom? Un micro-universo nel giardino di casa!E’ l’ambientazione, lo scenario, la chiave per capire cosa succede in questo titolo; lo spazio in cui giochiamo non è un remoto pianeta dell’universo o un’era primordiale dove si scontrano dei e titani, oppure ancora una terra di eroi, maghi e mostri. Niente di tutto ciò! Anzi: forse molto di più, perché basta rimanere coi piedi per terra, volgere lo sguardo verso il basso e immaginare che in una piccola zolla di un qualunque giardino si stiano svolgendo corse e rincorse tra minuscole creature pacifiche.Lombrichi, vermiciattoli, grilli, formiche e gli altri insetti che popolano la fauna della natura sono qui presenti e si sfidano, senza farsi male, in varie modalità di gara.Inoltre, per aumentare la propensione a giocare di nuovo, numerosi personaggi sono sbloccabili dopo aver vinto alcune gare, in modo che, proseguendo nel gioco, aumentino i personaggi facendone aumentare la giocabilità, o almeno frenando la noia e la voglia di buttare via il cd.Il menu di partenza è tradizionale ed intuitivo: Singolo Giocatore, Multigiocatore, Opzioni e Salva/Carica. Giocando da soli si apre un sottomenu composto da numerose voci: Gara Palloncini, Verponchioli (non chiedetemi cosa sono! Forse il prodotto dell’ingegneria genetica applicata alla programmazione di videogiochi!!!) nel cesto, Gara, Prendi il Palloncino, Gara in Taxi, Corsa Libera, Sfida a Tempo, Campionato. Se soltanto ad elencarle tutte c’è voluto il suo tempo, figuratevi quanto potete sbizzarrirvi a giocarne ognuna! La struttura fondamentale di gioco è costante: scegliete un personaggio che è associato ad un particolare mezzo mobile, anch’esso derivato da un’ingegneria automobilistica applicata agli oggetti naturali: un ramoscello, un tronchetto, una foglia, un fungo che – debitamente “truccati” (sto ridendo a crepapelle!) – diventano poderosi veicoli con cui sgommare su ghiaia e terriccio.Oltre alla selezione del personaggio potete impostare il grado di difficoltà e il particolare scenario in cui giocare ed addirittura le condizioni meteorologiche e la fase della giornata.

Corri, rincorri, afferra, saltaIn pratica è questo succedersi di azioni elementari che costituisce l’azione di gioco, che risulta priva di uno story mode e che cerca invece nell’azione immediata il fulcro su cui appoggiarsi. Se non fosse un titolo per giocatori davvero alle prime armi o comunque appassionati di questo genere, si potrebbe dire che Bukkazoom è costruito sui combattimenti in arene, in ambienti ben delimitati, dove il vincitore è colui che fa più cose degli altri, oppure su corse, dove vincere vuol dire arrivare per primi. Ammetto che è proprio carino notare come i mezzi fuoristrada (!) dei nostri personaggi riflettano l’effettiva fisica dei movimenti degli originali 4×4, con tanto di sospensioni in pieno funzionamento, di sgommate e frenate brusche, di cappottamenti.

Tecnicamente parlando: la graficaBukkazoom sarebbe stato davvero un ottimo titolo per la PS1, capace di sfruttarne a fondo l’hardware, mentre su PS2 la situazione si ribalta: è troppo evidente lo scarto tra ciò che si vede e quello che si sarebbe potuto vedere se i programmatori avessero attinto alle opportunità tecniche del Monolite Nero. Probabilmente ha prevalso una politica di budget targeting, premiando il risparmio tecnico e utilizzando conoscenze largamente sperimentate ed a basso costo. Associando il risparmio di programmazione alla giocabilità, Bukkazoom aspira in teoria a riscuotere un minimo gradimento da parte del pubblico, almeno sufficiente a fare cassa e ripagare dei costi investiti. Graficamente i colori sono vivaci sebbene presi da una palette ormai limitata, mentre il numero di poligoni non raggiunge vette enormi; gli oggetti visivi sono abbastanza numerosi ma sono costruiti su modelli troppo spartani, per non dire spigolosi e grossolani. Niente bump mapping, ma nemmeno bad clipping, l’antialiasing non serve neppure in una simile struttura.

Tecnicamente ascoltando: il sonoroUno dei piatti forti di Bukkazoom è proprio questo. Sin dall’inizio la scelta della lingua di gioco è notevole: Bukkazoom parla ben 12 lingue europee! Ma sono gli effetti sonori e il commento parlato che intrattengono il giocatore e lo aiutano (ma che fatica!) ad immedesimarsi nel giochino. La localizzazione è di buona fattura, con vocine azzeccate al tipo di personaggio, infondendo al gioco una dimensione “fanciulla” e “cartoonesca” così familiare a molti di noi. Anche le battute sono abbastanza varie e legate a quanto sta succedendo nel gioco. La colonna sonora non è invece all’altezza, volando sulle basse quote di ritornelli, jingles, musichette ed effetti vari.

– Svariate modalità di gioco

– Sistema di controllo facile ed efficace

– Molto buona la localizzazione italiana e gli effetti audio

– Tecnicamente datato

– Solo per i più piccoli

6

Bukkazoom è un titolo certamente limitato dal punto di vista tecnico, ma dobbiamo pensare che è il particolare tipo di gioco a non richiedere stupefacenti effetti visivi di ultima generazione, accontentandosi di far divertire qualche piccino in modo gentile, innocente e tranquillo, come se stesse leggendo una favola o guardando un cartoon. Bukkazoom acquista valore solo se visto nell’ottica di un prodotto specifico per un pubblico specifico, sempre più ignorato dalla produzione o addirittura abbruttito forzatamente dalla spazzatura videoludica che sporca le nostre console e i loro occhi.

Vorrei concludere questa recensione con una nota di ottimismo, augurandomi che Bukkazoom possa essere considerato un prototipo, una prova generale per una software house che promette buone cose.

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