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Recensione

Hazumi

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 20/03/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Quando si parla di puzzle games, spesso, se non sempre, è un’idea semplice a fare la differenza: Tetris è l’esempio per eccellenza ma anche altri titoli che hanno fatto la storia del genere si fregiavano di dinamiche di gioco basilari eppure magnetiche.Da pochi giorni sullo shop digitale di Nintendo 3DS è disponibile Hazumi, piccolo progetto del binomio EyeCancer – Gamelion Studios (rispettivamente sviluppatore ed editore) che strizza l’occhio ad un grande classico del passato come Breakout, modificando però il punto di vista.

Come ieri, ma con più rimbalziErano gli albori di un’epoca videoludica che non esiste più, durante la quale molti di noi si perdevano in sale giochi fumose ed affascinanti, frequentate da individui loschi ma anche da appassionati veri, che vivevano per imprimere tre lettere del proprio nome sullo schermo di un cabinato il più a lungo possibile.Breakout faceva leva sui riflessi, sulla capacità di anticipare i rimbalzi di una sfera che doveva demolire tutti i blocchi presenti in un livello senza mai cadere, così facile all’inizio e così maledettamente complicato quando su schermo rimanevano solo due blocchi: Hazumi ci permette invece di controllare la sfera, spostando completamente il focus e puntando tutto sulla fermezza della mano e sulla capacità di fare i conti con un’inerzia assassina, che causerà sproloqui e metterà a rischio l’incolumità del nostro 3DS.La pallina, infatti, si muove più come una di quelle rimbalzine con le quali ci trastullavamo da giovani che come una normale biglia, con un comportamento isterico e sponde spesso imprevedibili, che quasi fanno rimpiangere la solidità e la prevedibilità del blocco respingente dell’illustre predecessore.Come se non bastasse, passati i primissimi livelli che fungono da tutorial per acclimatare il giocatore con i controlli, i blocchi iniziano a prendere colorazioni diverse, richiedendo che la sfera stessa cambi colore a seconda di quelli che vogliamo eliminare: questo avviene toccando blocchi speciali, spesso localizzati nei punti più impervi del livello.Insomma, se avete poca pazienza e poco controllo, lasciate perdere Hazumi: l’ultima quarantina degli oltre cento stage totali sono davvero un osso duro, nonostante gli illimitati tentativi di cui disporremo.

Time is ticking outA comporre il quadro del gameplay del titolo c’è un timer, inesorabile arbitro delle nostre performance: le tre stelle presenti sullo schermo tattile di 3DS andranno a svuotarsi progressivamente con lo scorrere del tempo, rimpinguandosi leggermente ad ogni blocco abbattuto, e decreteranno la valutazione finale che ci verrà assegnata a livello completato: ottenere tre stelle su tre già dal quindicesimo schermo in poi è un’impresa titanica.Il livello di difficoltà è decisamente tarato verso l’alto per precisa scelta degli sviluppatori, ma anche per una certa imprecisione del sistema di controllo: come detto, la pallina che controlleremo avrà rimbalzi irregolari, frenetici, non sempre prevedibili, togliendo la sensazione di avere il pieno controllo su quanto succede a schermo.Se a questo aggiungiamo seghe, blocchi indistruttibili, ulteriori acceleratori e mille altre diavolerie che vengono introdotte con il passare del tempo, la sfida sfocia troppo spesso nella frustrazione: mentre perdere a Tetris dipende solo dalla nostra capacità di infilare i tetramini al punto giusto, si ha la sensazione che perdere ad Hazumi dipenda al 60-70 per cento dai nostri errori e per il rimanente da un metodo di controllo mai davvero preciso.Il sistema di progressione ideato dagli sviluppatori prevede che il giocatore accumuli un certo numero di stelle per sbloccare i set successivi di livelli, e se nella prima parte dell’avventura due stelle per stage bastano, durante la seconda è richiesta una precisione quasi millimetrica per raggiungere le agognate tre stelle in ogni quadro, pena il blocco dell’avanzamento del giocatore, costretto a rigiocare all’infinito livelli già affrontati.Sarebbe bastato non vincolare l’avanzamento del giocatore per lasciare la libertà di riaffrontare i livelli solo ai più completisti tra i giocatori.Nel gioco è inserito anche un editor dei livelli, che sfrutta gli stessi asset della campagna principale, fornendo così l’illusione di potersi mettere allo stesso livello dei programmatori nell’architettare quadri diabolici: peccato però che le nostre creazioni non possano essere in alcun modo condivise, né online né a livello locale, rendendo di fatto questa feature fine a se stessa.

Minimalismo coloratoHazumi è ben confezionato, con un download dalle dimensioni contenutissime (in linea con i titoli Virtual Console) e soli 3,99 euro richiesti per l’acquisto, a fronte di una durata media decisamente soddisfacente, complice anche il suddetto livello di difficoltà.La palette di colori è ricchissima ed ispira allegria, rivelandosi compagna perfetta per un viaggio in treno di primo mattino, quando magari il cielo fuori di colori proprio non vuole saperne.L’accompagnamento sonoro non è certo memorabile, ma svolge il suo compitino senza segnalarsi in negativo: di certo non sentirete la mancanza di un buon paio di cuffie, ma era difficile pretendere di più da una produzione di piccole dimensioni come questa.

– Idea semplice e accattivante

– Longevo

– Economico

– Livello di sfida a tratti eccessivo

– Editor interno senza sbocchi

– Costringe a rigiocare all’infinito livelli già completati

7.0

Con un sistema di progressione meno vincolato ai risultati ottenuti, un livello di difficoltà meno intransigente e un editor che permettesse di condividere le proprie creazioni, Hazumi si sarebbe candidato al titolo di miglior puzzle game a basso budget presente sullo shop virtuale di Nintendo 3DS:allo stato attuale delle cose, invece, rappresenta “solo” un buon esponente della categoria, longevo e dal prezzo d’occasione, particolarmente adatto a coloro che non si divertono se la loro pazienza non è messa a dura prova.

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