Recensione

Cho Aniki

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a cura di Mauro.Cat

Pensate ad uno sparatutto irriverente, divertente e totalmente fuori di testa, ricco di astronavi colorate improbabili e con una colonna sonora degna del vostro lettore mp3. Immaginate che questo titolo dietro al suo aspetto fuorviante nasconda una giocabilità degna dei veri capisaldi del genere.In molti giustamente potreste pensare al mitico, ed attesissimo su Virtual Console, Parodius di Konami, ma in questo caso ci stiamo riferendo ad un prodotto meno noto. I giochi Baka-ge, sono stati, specie in passato una realtà piuttosto comune in Giappone.Hudson propone con l’Hanabi festival il primo episodio di Cho Aniki, una serie che conoscevamo ma non avevamo mai testato direttamente.Il titolo, uno sparatutto a scorrimento orizzontale, è disponibile al costo di 900 Wii Points ed è perfettamente giocabile con il telecomando Wii posizionato orizzontalmente.

Il TabùLa serie di Cho Aniki, sviluppata originariamente da Masaya, è piuttosto nota al pubblico di veri appassionati. La saga, alla quale appartengono vari titoli di pregevole fattura, gode di una discreta risonanza a causa di alcune scelte stilistiche e di contenuti. Lo stile grafico volutamente kitsch, in alcuni casi ai limiti del buon gusto, contiene più di un riferimento all’omosessualità. I due strani fusti strafatti di proteine che vi aiuteranno in alcune occasioni nel corso dell’avventura, Samson e Adon, non sono altro che due culturisti in mutande davvero demenziali.Quale sia il senso di questi loschi figuri è in effetti poco chiaro, ma il contrasto divertente che provoca la visione di queste assurde “astronavi” di supporto alla fine rende il titolo decisamente originale.Il successo di questi due strani personaggi ha garantito discreto futuro alla serie che vanta in tutto sei episodi, l’ultimo dei quali pubblicato per Playstation 2 nel 2003. Adon e Samson dopo il primo episodio diventarono gli indiscussi protagonisti della saga.Il richiamo all’omosessualità dell’avventura ha tra l’altro avuto un impatto sempre crescente e le cover degli episodi più recenti della saga dovrebbero esserne la testimonianza.

La proteinaIl primo episodio della serie è stato pubblicato per Turbografx-Cd e narra una vicenda al limite dell’assurdo. L’imperatore di un malvagio pianeta brama la vittoria nella “Grande Competizione Galattica di Bodybuilding” e per questo invade un pianeta alla disperata ricerca di proteine.Idaten e Benten, un belloccio ed una belloccia armati e volanti, dovranno difendere il loro pianeta riconquistando le proteine perdute, che rappresentano i Power-Up, e debellando la muscolosa invasione. Tralascio ulteriori commenti sulla sballata e poco educativa trama, ci concentreremo sul gioco vero e proprio.Cho Aniki colpisce immediatamente il giocatore per due aspetti tecnici distinti che uniti creano una strana atmosfera raramente percepibile con altri sparatutto. Lo stile grafico sbalordisce e disorienta. Tecnicamente non ci troviamo di fronte a nulla di miracoloso, ma le animazioni i colori ed i nemici costituiscono un mix molto riuscito, costruito con mestiere e visivamente di grande impatto.A questo si aggiunge una colonna sonora maestosa con richiami a vari generi attraverso anche sonorità legate a musiche religiose buddiste (la colonna sonora del primo livello ci ha proprio ricordato quella ascoltata all’interno di un tempio buddista in Giappone).La giocabilità è più che discreta. Il titolo è lontano dall’adrenalina di Lords of Thunder ed anche dalla pulizia di Gate of Thunder ma si ritaglia uno spazio più che dignitoso nel mondo degli shooter orizzontali. I livelli sono solo cinque ma tutti piuttosto lunghi e impegnativi da portare a termine anche a difficoltà facile.Ogni stage è strutturato in varie sottofasi, scandite da improvvisi cambi del ritmo di gioco, al termine delle quali ve la dovrete vedere con ogni genere di nemico finale. I boss variano dalle locomotive, alle astronavi alimentate da uomini, fino ad arrivare a mastodontici culturisti.I continue infiniti, che vi faranno ricominciare da inizio stage, faranno un po’ storcere il naso ai puristi del genere, ma il livello di difficoltà elevato giustifica in parte questa scelta. Se siete cresciuti a pane e sparatutto potreste correre il rischio di liberare il pianeta in un paio di sessioni di gioco intense.In definitiva però questo sparatutto folle ed irriverente ci ha decisamente convinto. La giocabilità è più che buona e se andrete oltre l’aspetto grafico talvolta eccessivo potreste trovare in Cho Aniki una gradita sorpresa. Peccato per il solito ingiustificato aumento di prezzo di un euro.

– Colonna sonora memorabile

– Stile grafico molto personale…

– Boss finali da sbellicarsi

– Follia giapponese allo stato puro

– Pochi livelli

– …che ad alcuni potrebbe non piacere

– Rovinato in parte dai continue infiniti

7.4

Cho Aniki si è rivelato un titolo all’altezza delle aspettative e ad oggi il miglior gioco pubblicato in questo secondo Hanabi Festival. Alcune scelte grafiche ed una trama ai limiti del buon gusto potrebbero risultare fastidiose per alcuni. Chi invece saprà apprezzare lo stile puramente idiota del titolo si divertirà molto con questo sparatutto firmato Masaya. L’unico appunto può riguardare una difficoltà forse eccessiva, che va a compensare l’esiguo numero di livelli. Questo sparatutto ci ha davvero divertito, le musiche sono strepitose, i nemici improponibili e spassosi e la sfida appagante. Scaricatelo se amate il genere demenziale, chiudendo un occhio sul prezzo e ricordando che le proteine assunte per gonfiarsi i muscoli nuocciono decisamente alla salute.

Voto Recensione di Cho Aniki - Recensione


7.4