Nel luglio del 2023, i corridoi degli uffici Ubisoft hanno iniziato a riempirsi di voci sussurrate su una decisione che molti sviluppatori non si aspettavano. Un progetto ambizioso della serie Assassin's Creed, ambientato in uno dei periodi più complessi e divisivi della storia americana, era stato bruscamente cancellato dalla dirigenza di Parigi.
Il gioco avrebbe dovuto portare i giocatori nell'era della Ricostruzione post-bellica americana, tra il 1860 e il 1870, attraverso gli occhi di un ex schiavo diventato assassino.
Secondo cinque dipendenti attuali e passati dell'azienda francese, che hanno accettato di parlare con Game File in forma anonima, il gioco cancellato rappresentava una delle proposte più coraggiose mai concepite per il franchise.
Il protagonista sarebbe stato un uomo di colore, ex schiavo del Sud America, che dopo essersi trasferito verso ovest per iniziare una nuova vita, viene reclutato dall'organizzazione degli Assassini. La sua missione lo avrebbe riportato nel Sud per combattere l'ingiustizia, includendo un confronto diretto con la nascita del Ku Klux Klan.
Gli sviluppatori intervistati hanno descritto il progetto con entusiasmo, sottolineando come il gioco avrebbe affrontato tematiche storiche cruciali spesso evitate dall'industria videoludica. L'ambientazione nel periodo della Ricostruzione avrebbe permesso di esplorare le complessità del post-guerra civile americana, un'epoca segnata da tensioni razziali e trasformazioni sociali profonde.
La decisione di interrompere lo sviluppo sarebbe arrivata per due motivi specifici che hanno sorpreso molti all'interno dell'azienda. Il primo riguarda le reazioni negative online alla presentazione di Yasuke, il samurai di origine africana protagonista di Assassin's Creed Shadows, che aveva scatenato polemiche nella primavera del 2023. Il secondo motivo, ancora più significativo, è legato alla percezione del management parigino che il clima politico statunitense stesse diventando sempre più instabile.
Sebbene le cancellazioni di progetti siano comuni nell'industria dei videogiochi, le motivazioni addotte in questo caso rappresentano un unicum nella storia di Ubisoft. Raramente un'azienda decide di abbandonare un progetto per ragioni legate al clima politico di un paese, specialmente quando si tratta di eventi storici consolidati come la Guerra Civile Americana.
Il gioco si trovava ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, ma la sua cancellazione solleva interrogativi significativi sulla direzione creativa che l'industria videoludica intende prendere. La decisione di Ubisoft potrebbe rappresentare un precedente preoccupante per future produzioni che affrontano tematiche storiche sensibili, particolarmente quelle legate alla questione razziale negli Stati Uniti.
L'azienda francese non ha risposto alle richieste di commento riguardo questa vicenda, mantenendo il silenzio su quello che avrebbe potuto essere uno dei capitoli più significativi della saga Assassin's Creed dal punto di vista narrativo e sociale.