Nel mondo dell'industria videoludica, dove i confini tra diverse forme di recitazione si fanno sempre più sfumati, emerge una questione professionale che tocca direttamente chi dà vita ai personaggi più amati dai giocatori.
La distinzione tra "doppiatore" e "attore" non è solo una questione semantica, ma riflette il riconoscimento del valore artistico e della complessità del lavoro svolto.
Jennifer English, l'attrice britannica che ha interpretato Cuorescuro in Baldur's Gate 3 e Maelle in Clair Obscur: Expedition 33, ha sollevato questo tema durante una discussione che merita particolare attenzione nel panorama dell'intrattenimento digitale contemporaneo.
English ha espresso con forza il suo disappunto verso l'etichetta di "voice actor" durante una sessione di gioco di Clair Obscur: Expedition 33 (qui la nostra recensione), condivisa con la collega Aliona Baranova.
La sua posizione è chiara e diretta: «Odiamo essere chiamate doppiatrici», spiega, sottolineando come questa definizione riduttiva non renda giustizia all'ampiezza del loro contributo artistico. Il termine, secondo la sua percezione, rappresenta principalmente una categorizzazione di stampo americano che non rispecchia la realtà del lavoro svolto.
La questione tocca il cuore dell'evoluzione tecnologica nei videogiochi moderni. La motion capture, una tecnica ormai fondamentale per dare credibilità ai personaggi digitali, richiede competenze attoriali complete che vanno ben oltre l'uso della voce.
English evidenzia come questa componente fisica della performance venga completamente ignorata quando si utilizza il termine "doppiatore".
Il background professionale di English dimostra la validità delle sue argomentazioni. La sua esperienza teatrale, che spera di riprendere in futuro, rappresenta il fondamento classico della sua formazione artistica.
Questa preparazione si riflette nella profondità interpretativa che ha reso Cuorescuro uno dei personaggi più memorabili di Baldur's Gate 3 (anche in questo caso ecco a voi la nostra recensione), con battute diventate virali sui social media e persino integrate nel gioco stesso dopo la loro diffusione come meme.
La distinzione culturale emerge come elemento centrale della questione. Baranova ha osservato come paesi diversi dal Regno Unito, inclusi Germania e Stati Uniti, abbiano sviluppato "una cultura del solo doppiaggio" che non considera le molteplici competenze richieste nel settore videoludico contemporaneo.
Questa differenza di approccio culturale influenza non solo la percezione pubblica del lavoro, ma anche il riconoscimento professionale degli artisti coinvolti.