Qualche anno fa, quando venne svelato Assassin’s Creed Unity, si generarono numerose polemiche relative all’assenza di un personaggio giocabile femminile nella modalità cooperativa, che proponeva solo tanti “diversi” Arno. Una scelta di Ubisoft che, per qualche motivo, aveva sollevato un mare di contestazioni, al punto che la compagnia si scusò dicendo che animare una donna avrebbe richiesto un’enorme lavoro aggiuntivo, e l’anno dopo inserì in Assassin’s Creed Syndicate anche Evie come personaggio giocabile. Il ministro LemaireDa qualche tempo, insomma, la questione della rappresentazione dei personaggi femminili è decisamente sotto i riflettori, con chi ritiene che le figure siano sottomesse e sessualizzate—ad onor del vero, c’è anche da dire che personaggi come Nathan Drake, Kratos, il giovane Solid Snake e via dicendo non rappresentino esattamente l’uomo medio, esattamente come Lara Croft non è la donna media, il che è abbastanza sotto gli occhi di tutti. È però anche doveroso dire che, per qualche motivo, alcuni publisher ritengono penalizzante avere una protagonista femminile e cercano fortemente di scoraggiare la cosa, come accadde nel caso di Remember Me, quando gli sviluppatori ebbero forti opposizioni e gli venne chiesto di sostituire l’eroina del gioco, Nilin. Secondo i movimenti femministi, insomma, il mondo videoludico rappresenterebbe le donne non solo in frequenti déshabillé, ma anche in posizioni subordinate a quelle maschili, per i quali le suddette sarebbero spesso solo e soltanto oggetto del conteso e obiettivo inerme da salvare—come riferì Anita Sarkeesian in merito alla principessa Peach nella serie Mario.Il nodo della spinosa questione, secondo i movimenti che si sono concentrati sul mondo dei videogiochi, è che sarebbe necessario garantire una rappresentazione paritaria tra i due sessi, ed un ruolo primario e non sottomesso all’uomo per i personaggi femminili. Per questo motivo, come riportato da Le Figaro, il Ministro per gli Affari Digitali del Governo della Francia, Axelle Lemaire, ha deciso di destinare degli incentivi finanziari a tutti quei videogiochi che daranno “un’immagine positiva delle donne.” Al momento, come riferisce anche The Verge, il provvedimento è ancora nelle sue fasi embrionali, ma la proposta ufficiale dovrebbe concretizzarsi entro la fine dell’anno.
In precedenza, anche la deputata socialista Catherine Coutelle aveva proposto di evitare di fornire crediti ai videogiochi che proponevano “un’immagine degradante delle donne.” Il suo emendamento, però, si scontrò con una dura opposizione e venne definitivamente abbandonato a gennaio. La volontà di Lemaire, ora, è quella di “incoraggiare videogiochi che possano promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne”, facendo attenzione a temi come il sessimo e la violenza sessuale contro le donne.Secondo il ministro, non solo sarebbe necessario aiutare economicamente questi titoli, ma anche assegnare loro un’etichetta che li renda riconoscibili per i loro contenuti positivi. Una strada che venne tentata anche in Svezia, nel 2014.Di contro, ai videogiochi che “incoraggiano il sessimo” e che risulterebbero discriminatori sarebbero automaticamente assegnati al PEGI 18 (ossia riservati ai maggiorenni) e non potrebbero vedere i loro spot passare in TV in prime time. Dal momento che attualmente il PEGI include nella segnalazione di “contenuti discriminatori” le discriminazioni razziali e religiose, il ministro vorrebbe anche che si tenesse conto di quelle di genere.
Il ministro Lemaire ha dichiarato di avere interesse per la questione in seguito alle violente polemiche sorte in Rete dopo il caso Gamergate, e ritiene che il lavoro di Anita Sarkeesian nella sua serie “Feminist Frequency” sia stato di fondamentale importanza per sensibilizzare sulla rappresentazione femminile nell’industria videoludica. Infine, il ministro si è detta orgogliosa del lavoro svolto dagli sviluppatori francesi, in prima linea per l’uguaglianza di genere: tra gli esempi più positivi, ha citato Ubisoft con il suo Beyond Good and Evil e Arkane Studios con Dishonored 2, la cui protagonista femminile, Emily, è ritenuta “un personaggio femminile capace di dare un’immagine positiva delle donne.”Vedremo come la situazione evolverà nei prossimi mesi e se la proposta del ministro troverà opposizione o accoglienza.