Il remake di Final Fantasy Tactics, recentemente annunciato durante lo State of Play con il titolo The Ivalice Chronicles, rappresenta un’impresa titanica tanto ambiziosa quanto nostalgica.
A raccontarlo è Kazutoyo Maehiro, direttore del progetto in casa Square Enix, che in un’intervista ha svelato dettagli affascinanti — e a tratti drammatici — sulla genesi di questa nuova versione del leggendario strategico uscito per la prima volta su PlayStation nel 1997 (avvistabile ancora su Amazon).
Il dato più clamoroso? Il codice sorgente originale del gioco è andato perduto. Maehiro ha spiegato che non si è trattato di incuria o cattiva gestione, ma semplicemente di una prassi dell’epoca: conservare il “master data” non era la norma.
A complicare le cose, pare che i file della versione giapponese siano stati sovrascritti da quelli delle localizzazioni successive. Risultato: Final Fantasy Tactics – The Ivalice Chronicles è stato sviluppato «con pura forza di volontà», per usare le parole del director del gioco.
Un’impresa che ha richiesto la ricostruzione del gioco praticamente da zero, basandosi su materiale secondario e reverse engineering.
A questa operazione certosina si è accompagnata una scelta precisa di campo: non includere i contenuti aggiuntivi della versione War of the Lions uscita su PSP nel 2007. Niente personaggi come Balthier o Luso, né i job esclusivi come Onion Knight e Dark Knight.
Una decisione presa, come afferma Maehiro, per rispettare l’esperienza originale del titolo.
Nonostante il miglioramento grafico, l’obiettivo era quello di non tradire l’estetica originale. I personaggi in pixel art e le texture calde delle mappe sono state reinterpretate per risultare più definite, ma senza perdere quella “artigianalità” che ha reso iconico l’originale.
In definitiva, The Ivalice Chronicles non si limita pare a essere un’operazione nostalgia: è un atto d’amore verso un titolo che ha segnato un’epoca e che, con le dovute accortezze, punta a parlare anche alle nuove generazioni.