Dopo quasi un anno di braccio di ferro, il sindacato SAG-AFTRA ha raggiunto un accordo preliminare con i principali colossi dell’industria videoludica, ponendo le basi per la conclusione dello sciopero iniziato il 26 luglio 2024.
Manca soltanto la ratifica formale dell’accordo da parte del consiglio nazionale e dei membri del sindacato, ma il clima ora è chiaramente quello di una svolta.
Lo sciopero era stato innescato da una questione tanto attuale quanto cruciale: l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per riprodurre voci e sembianze digitali degli attori senza il loro consenso, o senza una giusta retribuzione.
In gioco c’era la tutela del lavoro di migliaia di performer, in un contesto sempre più dominato da tecnologie emergenti che rischiano di superare le tutele esistenti.
Tra le aziende coinvolte nell’accordo ci sono nomi di primo piano come Activision, EA, Epic Games, Insomniac, Take-Two, WB Games, Disney Character Voices e altri.
Si tratta di giganti che rappresentano una fetta considerevole del mercato dei videogiochi, e che avranno ora nuovi obblighi contrattuali, in particolare per quanto riguarda le "barriere di protezione" sull’uso dell’IA, uno dei punti fondamentali del nuovo accordo.
Duncan Crabtree-Ireland, direttore esecutivo nazionale di SAG-AFTRA e capo negoziatore, ha dichiarato: «La pazienza e la perseveranza ci hanno permesso di ottenere un accordo che fissa dei paletti necessari per difendere i mezzi di sussistenza dei nostri interpreti nell’era dell’intelligenza artificiale».
Anche la presidente Fran Drescher ha espresso grande soddisfazione: «I nostri performer dei videogiochi hanno resistito con coraggio ai più grandi datori di lavoro di uno dei settori più redditizi al mondo. Ora che l’accordo è sul tavolo, inizieremo subito a pianificare la prossima fase. Ogni contratto è un lavoro in corso, e il progresso è la nostra parola d’ordine».
Nonostante l’accordo sia solo provvisorio e la ratifica debba ancora avvenire, il clima è di ottimismo diffuso. Nel frattempo, i membri SAG-AFTRA restano ufficialmente in sciopero fino alla firma definitiva.
L’industria ha sempre più bisogno di professionisti – attori, doppiatori, performer – ma troppo spesso dimentica che dietro ogni volto o voce c’è una persona reale, con diritti da difendere.
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