Nel mare di remake, remaster, reboot e “re-qualcosa” che hanno invaso il mercato videoludico negli ultimi anni, uno dei grandi assenti resta Final Fantasy VIII.
Mentre Final Fantasy VII è stato al centro di un progetto mastodontico che ha riscritto il modo stesso di intendere la reinterpretazione di un classico (e che trovate su Amazon), il suo “successore spirituale” del 1999 resta in un limbo nostalgico, idolatrato da alcuni, snobbato da altri, dimenticato dai più.
Ma poi arriva una mod. Un’idea semplice, realizzata con passione da un fan che si firma ReforgedStudio, e improvvisamente Final Fantasy VIII torna a respirare in una veste moderna.
Squall e Rinoa, importati (con qualche glitch facciale qua e là, ma chi se ne importa) dentro Final Fantasy VII Rebirth, ci mostrano qualcosa che Square Enix si ostina a non volerci dare: uno sguardo concreto su come sarebbe vedere Balamb Garden e la stazione di Timber con l’estetica fotorealistica della nuova generazione. E sapete che c’è? Funziona sorprendentemente bene.
Ma Square Enix continua a ignorarlo, forse perché FF8 non ha mai avuto il carisma “pop” di Cloud o Aerith. Squall non è mai stato un protagonista universale, Rinoa non è mai diventata l’icona romantica che Tifa o Yuna sono riuscite a incarnare.
Eppure, sotto quella superficie più cupa, più introversa, si nasconde una delle storie più audaci e concettualmente mature che la saga abbia mai proposto.
La mod non fa altro che ricordarci questo: che Final Fantasy VIII è pronto. Pronto per essere riscoperto, reinterpretato, finalmente valorizzato. E se ci riesce un fan con pazienza e Blender, allora Square Enix non ha più scuse.
Questa mod, per quanto limitata e work-in-progress, è molto più di un semplice “what if”. È una dichiarazione d’intenti. È un atto d’amore verso un titolo troppo spesso sottovalutato. Ma quanto ancora Square Enix potrà ignorare questo richiamo?