L'acquisizione di Electronic Arts da parte di un consorzio di investitori guidato dal fondo sovrano saudita sta sollevando interrogativi sulla direzione futura di una delle più importanti case videoludiche al mondo.
Mentre l'operazione, definita la più grande acquisizione privata nella storia dell'industria tecnologica con pagamento interamente in contanti, dovrebbe concludersi nei prossimi sei-nove mesi, l'azienda si affretta a rassicurare dipendenti e giocatori sulla propria indipendenza creativa.
Un documento interno destinato al personale, poi diffuso da Game File, cerca di placare le preoccupazioni che inevitabilmente emergono quando colossi dell'intrattenimento passano sotto il controllo di nuovi proprietari.
Il gruppo acquirente presenta una composizione particolare che ha già attirato l'attenzione internazionale. Il Public Investment Fund dell'Arabia Saudita, controllato dal principe Mohammed bin Salman Al Saud, rappresenta l'investitore principale e convertirà la propria partecipazione esistente nella società.
Accanto al fondo sovrano figurano Silver Lake e Affinity Partners, quest'ultima fondata da Jared Kushner, genero dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Questa combinazione di attori politicamente rilevanti ha immediatamente sollevato questioni che vanno oltre il semplice ambito economico.
Nei documenti distribuiti internamente, EA sottolinea con forza che la propria missione, i valori e l'impegno verso i giocatori rimarranno invariati.
L'azienda insiste sul fatto che manterrà il controllo creativo e che la tradizione di libertà artistica e attenzione ai giocatori resterà intatta. "Il consorzio crede nella nostra visione, nella nostra leadership e nel nostro impegno a creare giochi", si legge nel documento, dove si specifica che gli investitori stanno scommettendo proprio sulla creatività che definisce l'identità di EA.
L'azienda ha anche respinto con decisione qualsiasi ipotesi di difficoltà finanziarie alla base dell'operazione. Secondo la prospettiva ufficiale, questa partnership offrirebbe invece la possibilità di muoversi più rapidamente e sbloccare nuove opportunità su scala globale. EA ha garantito che non ci saranno cambiamenti "immediati" per quanto riguarda posti di lavoro, team o attività quotidiane, e ha confermato che Andrew Wilson manterrà il ruolo di amministratore delegato senza modifiche al vertice esecutivo.
La natura dell'accordo prevede l'acquisizione del cento per cento della società, rendendo EA una compagnia privata dopo anni di quotazione in borsa. Questa transizione rappresenta un cambiamento significativo nella struttura aziendale, anche se l'impegno pubblico rimane quello di una continuità operativa. L'azienda sostiene che continuerà a creare giochi, storie e contenuti che riflettono una varietà di esperienze, distribuendoli alla propria comunità globale di giocatori.
Tuttavia, non tutti guardano all'operazione con ottimismo. La scorsa settimana, il presidente della Communications Workers of America, uno dei principali sindacati statunitensi nel settore delle comunicazioni, ha inviato lettere formali alla Federal Trade Commission e al Committee on Foreign Investment negli Stati Uniti.
L'appello chiede una revisione completa dell'acquisizione, evidenziando preoccupazioni che probabilmente riguardano sia gli aspetti relativi alla sicurezza nazionale sia le implicazioni per i lavoratori del settore.
L'intervento del sindacato introduce un elemento di complessità in un'operazione che EA vorrebbe presentare come una semplice evoluzione strategica.
La presenza del fondo sovrano saudita come investitore principale solleva infatti questioni geopolitiche non trascurabili, considerando il ruolo crescente dell'Arabia Saudita negli investimenti nell'industria dell'intrattenimento e dello sport.
Per il pubblico italiano, abituato a vedere investimenti mediorientali nel calcio e in altri settori, la dinamica non è nuova, ma nel mondo dei videogiochi rappresenta un precedente di dimensioni inedite.
Resta da vedere se le rassicurazioni offerte da EA si tradurranno in realtà concrete una volta completata l'acquisizione.
La storia dell'industria videoludica è costellata di promesse di indipendenza creativa che si sono poi scontrate con le priorità commerciali di nuovi proprietari.
L'operazione, che dovrebbe concludersi tra la fine della primavera e l'inizio dell'autunno, sarà probabilmente scrutinata con attenzione sia dalle autorità regolatorie che dalla comunità dei giocatori, storicamente sensibile ai cambiamenti nelle dinamiche di potere delle case di sviluppo più influenti.