Clair Obscur a Londra, con zombie e alieni? C'è mancato poco

Clair Obscur: Expedition 33 inizialmente avrebbe dovuto essere un'avventura steampunk tra zombie e alieni, ben diverso dal risultato finale.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Oggi è uno dei titoli più acclamati del 2025, con oltre 2 milioni di copie vendute, una colonna sonora in vetta agli streaming e un’identità artistica ben definita, ma Clair Obscur: Expedition 33 non è sempre stato il gioco che conosciamo.

Come svelato dalla narrative lead Jennifer Svedberg-Yen a The Gamer, nelle prime fasi di sviluppo il progetto era ambientato in una Londra vittoriana steampunk infestata da zombie e alieni, con una trama completamente diversa dal gioco finale (che trovate su Amazon).

«Il gameplay sarebbe stato simile, ma la storia era totalmente un’altra,» ha raccontato Svedberg-Yen.

Il cambio di rotta è arrivato quando gli investitori hanno spinto Sandfall Interactive a pensare in grande.

Dopo sei mesi di lavoro sul concept originale, il team ha deciso di reinventare il gioco da zero, ispirandosi a un quadro amato dal game director Guillaume Broche e a un racconto scritto dalla stessa Svedberg-Yen, incentrato su temi artistici.

La svolta definitiva? L’ha fornita la madre di Broche, che ha fatto da "catalizzatore" narrativo per la nuova direzione.

Il risultato è un’opera visivamente influenzata dalla Belle Époque francese, con leggeri elementi soulslike, combattimenti a turni e un forte focus sulla narrazione. Un titolo raffinato, profondo e che ha saputo conquistare pubblico e critica.

Nel frattempo, il team continua a lavorare sul gioco con patch mirate: l’ultima ha ridotto la potenza della build Stendhal, molto amata dai giocatori più aggressivi, ma il meta resta vario e bilanciato.

Un sequel? Non è escluso, ma per ora Sandfall Interactive si sta concentrando sul perfezionamento dell’esperienza attuale, pur lasciando la porta aperta a contenuti futuri. Anche se, come dice Svedberg-Yen, non sarà presto.

È affascinante vedere quanto drasticamente possa evolversi un progetto. Il passaggio da un universo steampunk classico a un immaginario profondamente europeo e artistico come quello di Expedition 33 non è solo una questione di stile, ma anche di ambizione.

Il successo ottenuto (anche se non in Giappone, a quanto pare) dimostra che il rischio è stato ben calcolato. Forse c’è ancora spazio, in futuro, per riprendere quel concept originale di zombie e alieni vittoriani. O magari no.

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