Il nuovo capitolo della serie Battlefield si prepara a rivoluzionare il panorama degli sparatutto online non solo con il gameplay, ma anche grazie a uno dei sistemi anti-cheat più avanzati mai introdotti nell’industria videoludica.
Con il lancio fissato per il 10 ottobre su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, Battlefield 6 integrerà Javelin, una tecnologia proprietaria sviluppata internamente da EA, che rappresenta un deciso passo avanti rispetto alle soluzioni comunemente adottate sul mercato.
L’aspetto più discusso di questo sistema riguarda l’obbligo, per gli utenti PC, di attivare il Secure Boot nelle impostazioni UEFI/BIOS del proprio computer: una misura che punta ad alzare drasticamente il livello di sicurezza nella lotta contro i cheater.
La strategia anti-cheat di EA va ben oltre i sistemi di rilevamento standard utilizzati dalla concorrenza. Javelin è stato progettato per individuare e neutralizzare minacce di livello avanzato che affliggono il gaming competitivo moderno, dai cheat con accesso a livello kernel ai rootkit, fino alla manipolazione della memoria e all’iniezione di codice esterno.
Il sistema si distingue per l’efficacia nel contrastare lo spoofing degli ID hardware, l’uso di macchine virtuali per aggirare i controlli e ogni tentativo di manomettere direttamente il software anti-cheat.
L’integrazione con Trusted Platform Module (TPM) e Secure Boot non è casuale: questa combinazione consente a Javelin di monitorare l’intero processo di avvio del sistema operativo Windows, bloccando all’origine qualsiasi software sospetto che cerchi di infiltrarsi in quella fase delicata.
Chi tenterà di avviare Battlefield 6 senza aver abilitato il Secure Boot riceverà un messaggio d’errore chiaro che impedirà l’accesso al gioco.
Accanto a questa infrastruttura tecnologica, EA ha messo in campo anche il Battlefield Positive Play team, un gruppo interno dedicato all’implementazione di contromisure sempre più sofisticate.
Questo approccio ibrido, che unisce algoritmi avanzati e intervento umano, rappresenta una novità nel contesto degli sparatutto competitivi, dove in genere si fa affidamento su soluzioni completamente automatizzate, come Easy Anti-Cheat.
La community ha accolto con entusiasmo questo nuovo capitolo. Nonostante i test beta chiusi inizino il 7 agosto (seguiti da quelli aperti il 9 e 10 agosto), il pre-caricamento disponibile da poche ore ha già generato oltre 9.000 utenti simultanei su Steam.
Anche al momento, secondo i dati di SteamDB, più di 5.600 giocatori sono connessi, impegnati a esplorare i menu e ottimizzare le impostazioni in vista dell’imminente fase di test.
Per accedere alla beta chiusa, i giocatori possono seguire streamer affiliati o sottoscrivere un abbonamento a EA Play Pro.
Il reveal multiplayer della scorsa settimana ha confermato la presenza di oltre 40 armi, distribuite in diverse categorie. Inoltre, per gli utenti Steam è stata annunciata l’eliminazione dell’obbligo di usare l’EA App, pur restando necessaria la creazione di un account EA valido.
Questa combinazione di innovazione tecnica e attenzione all’esperienza utente pone Battlefield 6 come un potenziale punto di svolta per l’intero settore, fissando nuovi standard non solo sul fronte del gameplay, ma anche sul piano dell’integrità competitiva.