La lotta di Nintendo contro la pirateria ha appena segnato un punto pesantissimo.
È notizia di queste ore che l’FBI ha sequestrato Nsw2u, uno dei più noti e trafficati siti di distribuzione di ROM per Nintendo Switch.
Il dominio risulta ora offline, sostituito dal classico avviso di sequestro da parte delle autorità statunitensi.
Il portale era da tempo nel mirino: già inserito nella watchlist europea per la pirateria, Nsw2u offriva gratuitamente una vastissima libreria di giochi Switch scaricabili illegalmente, ed era uno dei punti di riferimento principali nel circuito underground.
Per Nintendo si tratta quindi di una vittoria importante, che conferma la nuova linea dura adottata dalla compagnia giapponese in questi ultimi mesi.
Nintendo aveva avviato campagne particolarmente aggressive contro gli emulatori di Switch, ma ora l’azienda sembra determinata ad affiancare un approccio legale sistematico a una collaborazione attiva con enti come l’FBI per smantellare la rete di pirateria a monte.
Onestamente, questa vicenda solleva una serie di riflessioni molto complesse. Da una parte, è innegabile che la pirateria sia una violazione del diritto d’autore e che piattaforme come Nsw2u permettano la diffusione di contenuti protetti in modo totalmente illegale.
I creatori – sviluppatori, publisher, team indipendenti – meritano che il loro lavoro venga acquistato e supportato, soprattutto in un’industria dove i costi di produzione stanno crescendo a dismisura.
C’è anche il nodo della conservazione videoludica: molte ROM su siti come Nsw2u riguardavano giochi non più acquistabili, o versioni introvabili. È giusto trattare queste situazioni con la stessa rigidità di chi distribuisce copie recenti di Super Mario Bros. Wonder (che trovate su Amazon)? Probabilmente no.
Nintendo ha tutto il diritto di difendere le sue IP, ma dovrebbe anche interrogarsi su come soddisfare una parte della sua community che, in mancanza di alternative legali, si rifugia nella pirateria per un "bisogno" di accesso, non di furto.