Nel 2021 si può giocare ai videogiochi senza una connessione Internet? Più o meno

Videogiochi senza Internet: viaggio in una rievocazione storica videoludica degli anni ’90.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

C’è una premessa molto importante che voglio fare prima che cominciate a leggere: lo so che i problemi sono altri. Non poter usufruire dei videogiochi senza una connessione ad in Internet in Zona Rossa è un non-problema in questo periodo, ma SpazioGames è un sito che parla di videogiochi e ci tengo a specificare questo punto perché questo articolo non sembri una lamentela da first world problem.

Si parla di videogiochi, come quelli che necessitano di una connessione ad Internet. Nell’epoca del Game Pass e dello streaming, della crescita del mercato digitale e di una fruizione videoludica che ha bisogno di aggiornamenti e patch continui, il tema del digital divide e dell’accessibilità alla connettività Internet è sempre molto forte.

Soprattutto nel nostro Paese dove, saprete, non siamo messi molto bene. Secondo Speedtest.net, per qualità media delle connessioni a linea fissa nel 2021 l’Italia è al 49esimo posto nel mondo. Battuti anche dalla piccola San Marino, per intenderci. Una situazione che soprattutto nell’ultimo periodo ha dimostrato quanto siamo, purtroppo, incapaci di sostenere una digitalizzazione totale dei servizi, dallo smartworking alla didattica a distanza, con intere zone quasi del tutto isolate dal mondo.

E per quanto riguarda i videogiochi, quando si solleva il problema la risposta è sempre “sì ma in Italia tutti hanno Internet ormai”. Il che non è formalmente vero, ma senz’altro c’è una diffusione ormai molto ampia del servizio seppur con qualità e solidità altalenanti. Ma servizi come Google Stadia funzionano egregiamente solo per una parte della popolazione italiana, così come scaricare gli oltre 100GB di Call of Duty Warzone non è una formalità per ogni utente. Al sottoscritto, per esempio, ci vuole quasi una mezza giornata.

Oltre allo streaming ed il digital delivery ci sono poi le patch, l’always online, gli abbonamenti da controllare e tutta una serie di limitazioni che ci vengono imposte in maniera del tutto naturale e fluida. Del tipo che quando tutto va bene non ce ne accorgiamo, ma quando sul modem cominciano ad apparire delle spie rosse ci si accorge di quanto in realtà una linea ad Internet sia più importante di quanto sembri.

Con buona pace di Microsoft che all’epoca, con Xbox One, provò a spiegare che perché funzionino a dovere le console di nuova generazione avrebbero dovuto essere sempre collegate, prendendo una serie di pernacchie e sberleffi, senza una connessione attiva si entra nel magico mondo degli anni ’90. E stiamo ancora, solo, parlando di videogiochi senza tirare in ballo qualsiasi altro servizio digitale.

Ma com’è realmente il mondo dei videogiochi del 2021 senza una connessione ad Internet funzionante? Ve lo racconto io.

Nel momento in cui ho iniziato a scrivere questo articolo sono le 14:30 del 6 marzo 2021. Alle 8 di mattina la connessione è crollata ed ho fatto partire la segnalazione, il cui ultimo aggiornamento è delle 8:03 con un generico “verifiche sulla linea in corso”, con la promessa di risolvere il guasto entro l’8 marzo (a voler essere maliziosi è dopo il weekend, guarda caso). L’ultima telefonata a TIM, di cinque minuti fa, si è conclusa con un “vi faremo sapere”.

Quindi sono in un weekend di Zona Rossa (spiegato in breve per chi legge dal futuro: lockdown nel tentativo di scongiurare una pandemia), senza una connessione ad Internet per quelle che saranno chiaramente delle comode 48 ore di lavoro da parte dei tecnici.

Proviamo quindi a forzare l’efficacia dei videogiochi senza una connessione ad Internet. Cosa si può realmente fare?

Videogiochi senza Internet su PC, cosa funziona e cosa no?

Scordiamoci ovviamente una partitina online a MTG Arena o Fall Guys. E neanche scaricare qualche bella avventura single player da consumare nel fine settimana, uno di quegli acquisti compulsivi fatti durante i saldi e che sono rimasti nel backlog. Si va con quello che è già installato, per forza.

Per fortuna Steam permette tranquillamente di giocare in modalità offline. Valheim, Baldur’s Gate 3, killer7 (era nei titoli che volevo rigiocare) e compagnia bella sono salvi. Quasi quasi mi finisco anche il new game plus di Resident Evil 4 per l’ebrezza di avere l’equipaggiamento al massimo. Certo i salvataggi in cloud non sono attivabili, ma non sarò così sfortunato da ritrovarmi anche un blackout che mi frigge il PC, no?

La brutta sorpresa è stata con Hades, che ho acquistato su Epic Games Store. Stando alla guida sul sito di Epic Games è tranquillamente possibile giocare in modalità offline, ma avviando il titolo, ecco cosa appare:

Provando ad entrare nel solo launcher del negozio in modalità offline appare il messaggio di errore:

“Siamo spiacenti, ma le credenziali che stai utilizzando non sono valide o non sono state archiviate per l’utilizzo offline”

Decido quindi di controllare sul sito di Epic Games per capire bene come funziona la questione, chiaramente contorta. Nel supporto clienti viene specificatamente dichiarato che “potrai giocare a qualunque gioco già installato che supporti la modalità offline”. Poco sotto, però, con una nota si specifica che “se dovessi riscontrare dei problemi con un gioco in modalità offline, è probabile che questa non sia supportata. Ti consigliamo di accedere al tuo account di Epic Games per giocare a questi giochi”.

I titoli che ho installato dallo store, acquistati o riscattati, sono Absolute Drift, For the King, Hades, Superhot, The World Next Door e Where the Water Tastes Like Wine, e nessuno di questi si avvia perché, semplicemente, sono in un loop per cui non posso convalidare le credenziali (non che mi sia mai stato chiesto) per poter usare i videogiochi in modalità offline.

Quindi, riassunto fino a qui: Steam ok, Epic Games Store inutilizzabile. Mi rimangono Ubisoft Connect, Origin, Amazon Games, GOG, Battle.net e l’app Xbox per Windows 10.

Nel primo caso tutto regolare, il launcher di Ubisoft si avvia. I titoli multiplayer come R6 Siege non sono ovviamente giocabili se non per le modalità offline, mentre tutto bene per un titolo come il primo Splinter Cell va tranquillamente.

Altra brutta sorpresa per Origin ed Amazon Games. Entrambe le piattaforme non contemplano in alcun modo la possibilità di avviare titoli installati su PC in modalità offline. Si viene direttamente bloccati al login senza nessuna via di fuga.

GOG condivide la stessa tranquillità di Steam, invece. Al di là dell’ovvia assenza dei salvataggi in cloud, Cyberpunk 2077 o The Witcher 3 possono essere avviati offline senza problemi. Discorso simile per Battle.net, di cui possiedo solo Overwatch installato il quale si avvia, ma nel menù iniziale mi avverte di non potersi collegare.

Discorso parziale per l’app Xbox, visto che possiedo solamente Sea of Thieves installato e, per sua natura, richiede di essere online per poter funzionare. L’app è navigabile, ma sfortunatamente non possiedo nessun single player con cui fare la prova. In realtà il messaggio di errore mi dà un po’ di speranza in generale:

“Per aprire questo elemento nel dispositivo quando sei offline, vai all’impostazione ‘Autorizzazioni offline’ nella pagina impostazioni dello Store. Puoi modificare questa impostazione la prossima volta che sarai online”

Un discorso simile a quello di Epic Games Store quindi, con una impostazione da attivare tramite Internet. Solo che, in questo caso, la spiegazione di come farlo è decisamente più chiara.

Volendo quindi chiudere l’esperienza del gaming offline su PC con un giudizio: pollice in su per Steam, Ubisoft Connect, GOG, e rimandata a settembre l’app Xbox; grande delusione Epic Games Store (per la mancata esposizione delle soluzioni in particolare), Origin ed Amazon Games.

Videogiochi senza Internet su console, una sorpresa

Quali videogiochi si riescono ad avviare in modalità offline su una console? Nel mio caso su PlayStation 4 e Nintendo Switch sono ovviamente giocabili tutti i titoli avviati tramite supporto fisico. Unica vera consolazione e punto di forza di un mercato che sta via via perdendo sempre più terreno.

Partiamo dall’ibrida Nintendo. Tutti i giochi riscattati tramite licenza, ed ovviamente già installati nella console, si avviano senza problemi. Animal Crossing: New Horizons carica giusto più lentamente, probabilmente per via del fatto che, abituato ad essere connesso, cerca di agganciare la connessione prima di far partire la schermata iniziale e di caricare l’isola successivamente.

Anche Tetris 99 arriva al menù principale ma, per ovvi motivi, si blocca nel momento in cui si decide di avviare una partita. A sorpresa si avviano anche i titoli presenti nelle collezioni di NES e SNES, che sono appannaggio solo degli abbonati a Nintendo Switch Online e che possono essere giocati senza il minimo check da parte del sistema.

La vera sorpresa è stata PlayStation 4. Ricordavo che, tempo ci fa, ci furono delle proteste legate al fatto che le licenze dei giochi acquistati tramite PlayStation Store non potessero essere utilizzate, e quindi i software avviati, in modalità offline. Parliamo sempre chiaramente di contenuti digitali, e non di videogiochi collegati ad un supporto fisico.

Con il tempo deve essere cambiato qualcosa, perché con mio grande stupore tutti i software installati nella memoria della console sono avviabili. Non solo quelli acquistati, ma anche i videogiochi riscattati tramite l’abbonamento PlayStation Plus.

Ero già pronto a fare delle acrobazie improbabili con il tethering del cellulare come suggerito dalla nostra irreprensibile Stefania in mattinata, e invece con mia grande sorpresa posso almeno aspettare che i tecnici della TIM facciano quello che devono mentre recupero Final Fantasy 7 Remake.

Alla fine dovevamo stare davvero sempre connessi

Le mie vicende personali non possono che riportarmi alla mente proprio le prime presentazioni di Xbox One – quando Microsoft spiegò a tutti che la console all’epoca dovesse essere sempre connessa, quel “always online” che spaventò chiunque e fu uno degli assist che consentì a Sony di contrattaccare e lanciare PlayStation 4 verso la generazione in arrivo.

Ma, a conti fatti, dobbiamo stare sempre davvero connessi per poter giocare ai videogiochi in un modo o nell’altro. I titoli che possiedo su PC erano già installati da prima, e non posso per esempio giocare ad Hades che ho pagato moneta sonante e che, per un assurdo loop di infrastruttura di Epic Games Store, non posso avviare in nessun modo. È ovvio che i controlli e le varie autenticazioni devono essere obbligatoriamente eseguiti quando si ha la possibilità di connettersi al web, ma ci sono delle domande che è necessario bisogna farsi.

Che sarebbe successo se, stamattina, avessi inserito un videogioco all’interno di una console che, per poter essere avviato, ha necessariamente bisogno di una patch? Che sia un update più o meno importante o significativo, dalla classica patch del day one ad una serie di hotfix che avrebbero reso il mio Cyberpunk 2077 per console almeno giocabile.

Siamo pronti ad un futuro in cui il mercato videoludico dirà definitivamente addio alle copie fisiche? Di sicuro mi sono reso conto che non sono, e non sarò mai, pronto a convertirmi completamente al mercato digitale. La comodità di poter acquistare una copia di un gioco e, dopo qualche ora, avere la possibilità di avviare una partita è indubbia, ma le controindicazioni sono troppo pesanti.

Almeno su console, la scelta è sicuramente più semplice da affrontare. Il mercato PC, invece, è ormai da considerarsi al 100% digitale. Che sia per alcune uscite che sono esclusivamente in digital delivery, sia per il fatto che anche comprando le copie fisiche in negozio ormai si ottiene solamente un codice per riscattare le versioni Steam, Origin, Ubisoft Connect che siano.

Però l’idea di avere una macchina da svariate centinaia di euro che possa rischiare, da un momento all’altro, di essere parzialmente inutilizzabile è inquietante. Nello scenario, ipotetico, di cui sopra è inconcepibile ritrovarsi di fronte a situazioni in cui non si ha accesso ad una modalità offline per usufruire di prodotti regolarmente acquistati. Passi, e davvero per una concessione estremamente generosa, il software riscattato tramite abbonamenti o programmi di fidelizzazione vari ed eventuali, ma non gli altri.

Se davvero il futuro del mercato videoludico sarà prepotentemente dominato da transazioni digitali, è bene che tutti proprietari di negozi virtuali si attrezzino per rendere la fruizione dei contenuti il più agevole possibile. Perché il confine che le librerie digitali possono valicare, passando dal rappresentare una comodità innegabile – e difficilmente contestabile – a essere delle vere e proprie trappole per i consumatori rischia di essere molto sottile, in determinate circostanze.

Lo sapete quali videogiochi potete sicuramente giocare senza Internet? Quelli all'interno di una console mini come SNES o PlayStation!