Recensione

Mega Man X Legacy Collection 1+2 - L'opera omnia di Capcom

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Sull’onda dell’ottimo successo riscosso dalle due raccolte dedicate agli episodi regolari della saga di Mega Man, Capcom si appresta a lanciare sul mercato anche la collezione dei titoli della serie X, che debuttarono nel 1993 (qualche mese dopo in occidente) sul mai troppo lodato Super Nintendo, per poi toccare tantissime piattaforme, dalla prima Playstation alla seconda, passando per Saturn, GameCube e PC.

Otto titoli, uno più tosto ed adrenalinico dell’altro, suddivisi in due raccolte da quattro l’una: noi abbiamo avuto modo di provare tutti i titoli in versione PS4, ma l’opera omnia sarà disponibile anche su Switch, PC e Xbox One.

Pronti ad un viaggio lungo la strada dei ricordi?

 

C’era una volta un robottino blu…
Con una mossa commerciale simile a quella della precedente raccolta, Capcom ha deciso di spezzare in due uscite separate (acquistabili con un piccolo sconto in bundle) le avventure X di Mega Man: la prima parte comprende i due episodi usciti in esclusiva per Super Nintendo (datati, rispettivamente, 1993 e 1994) e i successivi due, pubblicati l’uno sia su console a 16 bit sia su macchine a 32, e l’altro solamente su queste ultime.
La seconda raccolta, invece, comprende gli episodi dal quinto all’ottavo, pubblicati originariamente su Playstation, Playstation 2 e PC, e, in entrambi i casi, gli extra non mancano: i più succosi sono rappresentati da modalità inedite, pensate tanto per i neofiti quanto per i veterani, ricche galleria di immagini inedite e bozzetti preparatori e la colonna sonora di ognuno degli episodi contenuti nel pacchetto, con la ciliegina sulla torta rappresentata dall’OAV intitolato “Il giorno di Sigma”, fin qui esclusiva della versione PSP del primo episodio.
La modalità facile, denominata Rookie Hunter, abbassa drasticamente il bastardissimo livello di difficoltà dei giochi, che oggi appare, se possibile, ancora più integerrimo rispetto alla prima uscita: l’idea si dimostra da subito vincente, perché le nuove generazioni mal digerirebbero l’abnegazione e la precisione richieste dalla concezione originale dei titoli.
Iniziare con questo livello e poi, passato un fisiologico periodo di apprendistato, rigiocare gli stage in modalità normale restituirà parecchie soddisfazioni a quanti non conoscessero nessuno dei titoli contenuti in questa compilation.
All’altro estremo si pone, invece, la modalità X Challenge, pensata per coloro i quali sono cresciuti a suon di retry e parolacce: in questa modalità il giocatore sarà chiamato a fronteggiare due boss contemporaneamente, scegliendo tra tre livelli di difficoltà e con la possibilità di scalare le leaderboard online a suon di performance da ricordare.
Insomma, in quanto a quantità di contenuti inediti e amore nei confronti del materiale originale, Capcom ha centrato nuovamente il bersaglio, come già fatto con le collection dedicate ai giochi della serie base e, più recentemente, con la raccolta dedicata al trentennale di Street Fighter.
5-1-2
Abbiamo intitolato questo paragrafo da veri proseliti di Oronzo Canà: i numeri del titolo indicano, rispettivamente, i giochi di ottima qualità, quello sufficiente e i due dimenticabili contenuti in questa collection: i primi quattro capitoli e, in misura leggermente minore, il quinto rappresentano quanto di meglio gli action platform abbiano offerto a cavallo tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio.
Salti millimetrici, corse a perdifiato e level design arzigogolato sono solo alcuni degli ingredienti che fecero di Mega Man X una delle saghe più amate tra quelle della casa di Osaka: un vago elemento puzzle e ruolistico si insinuava tra i livelli, visto che era necessario scovare l’ordine (sì, ce n’era sempre uno) in cui sconfiggere i boss per facilitarsi (di poco) la vita.
Ognuna delle nemesi battute, difatti, lasciava in dote il suo potere, che tornava estremamente utile nell’affrontare uno degli altri stage con relativo boss: certi erano suscettibili al ghiaccio, certi altri all’elettricità e così via.
Il personaggio controllato dal giocatore, allora, cresceva in due modi distinti ma intersecanti: tanto accumulando poteri ottenuti dai nemici sconfitti, che davano spesso una nuova chiave di lettura agli stage già visitati una prima volta, favorendo così la longevità complessiva, quanto nella conoscenza del giocatore delle meccaniche basilari del gioco e del tempismo richiesto in molti frangenti.
A ben vedere, il successo mondiale dei titoli sviluppati da From Software si basa in gran parte proprio sulla crescita dell’utente più che su quella del proprio avatar, e quindi etichettare il lavoro di Keiji Inafune e del suo staff come precursore dei tempi non è affatto peregrino.
Alla magia dei primi quattro capitoli, precisi come meccanismi ad orologeria, si contrappone la confusione e la genericità del settimo e dell’ottavo capitolo, simbolo di una Capcom che in quegli anni navigava a vista: tra terribili sezioni a scorrimento verticale, con tanto di telecamera quasi over the shoulder e boss fight annacquate e inutilmente prolungate nel tempo, lo spirito della serie sembrava definitivamente perso, nonostante il maldestro tentativo di tornare alle origini della serie con l’ultimo capitolo in ordine di tempo, che vide la luce su PS2 nel 2005 in Europa.
In mezzo, due episodi controversi ma diversi tra loro: il quinto, la cui unica pecca è il sostanziale immobilismo rispetto ai suoi predecessori, risulta comunque apprezzato dalla community e tutt’oggi considerato meritevole di affiancare i primi quattro, anche solo perché passato alla storia come l’ultimo Mega Man sviluppato dal team di Inafune-san.
Il sesto, invece, affidato da Capcom ad uno studio interno, propose idee prese in prestito da altri franchise (da Castlevania a Metroid), senza annoiare ma senza nemmeno eccellere in alcun aspetto del suo gameplay: giocato oggi, riesce ad intrattenere senza infamia né lode, e di certo non brilla come il punto più alto della collection.
Opzioni per tutti i gusti
In fase di confezionamento il lavoro svolto è certosino: come accennavamo nel paragrafo di apertura di questa recensione, Capcom si conferma molto attenta nel proporre al suo pubblico storico una buona quantità di extra e nell’offrire una serie di opzioni legate alla visualizzazione e al sistema di salvataggio.
Detto della presenza delle leaderboard, che aggiunge un tocco di modernità a titoli altrimenti strettamente offline, vanno segnalate le opzioni per la visualizzazione in 16/9, che stiracchia un po’ l’immagine ma riempie tutto il vostro fiammante televisore da salotto, e quella di mantenere l’aspect ratio originale, con la possibilità di personalizzare le due fasce laterali dello schermo rimaste vacanti.
Ci sono poi diversi effetti di visualizzazione, da quelli che ammorbidiscono le scalettature a quelli che imitano le scanline del caro vecchio tubo catodico, un rinnovato sistema di salvataggio, e, piccola chicca per i meno giovani, sono stati rinominati i boss di Mega Man X 5, adesso fedeli a quelli della versione giapponese, diversamente da quelli della della controparte europea pubblicata nel 2001, che richiamavano chiaramente ai membri dei Guns’n Roses (!?!).

Diversi classici riuniti insieme…

Tantissimi extra gustosi

Due nuove modalità per i veterani e per i neofiti

Il tempo non ha scalfito il valore dei titoli migliori

…e un paio di pecore nere come X7 e X8

Nessuna versione fisica per l’Europa

8.0

Nonostante l’inclusione del settimo e dell’ottavo episodio, che rappresentano due tra le parentesi più buie per la longeva saga Capcom, è davvero difficile non consigliare Mega Man X Legacy Collection 1+2 a tutti gli appassionati del robottino blu, perché, per meno di quaranta euro, si porteranno a casa due decenni di eccellenti action platform, invecchiati benissimo tanto dal punto di vista del gameplay quanto da quello visivo, grazie anche all’ottimo lavoro svolto in fase di porting da parte del team di sviluppo.

Se doveste avere solamente venti euro da spendere, propendete per la prima delle due, ovviamente, ma anche la seconda ha il suo perché.

Il gran numero di extra e chicche inedite incluse, poi, accresce il valore della raccolta anche dal punto di vista collezionistico, castrato solamente dalla mancanza di una versione fisica per l’Europa.

Fortuna che tutte e tre le console sul mercato sono region free.

Voto Recensione di Mega Man X Legacy Collection 1+2 - L'opera omnia di Capcom - Recensione


8