Il Calendario dell'Avvento 2018 Giorno 11 | CoD Black Ops 4

Riscopriamo con il Calendario dell'Avvento i fattori del successo del rinnovamento della serie con Call of Duty Black Ops 4.

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a cura di Matteo Bussani

Siamo all’undicesimo giorno di dicembre. Il Natale si avvicina. Continua così il nostro Calendario dell’Avvento: l’appuntamento quotidiano con cui cerchiamo di recuperare ricordi, eventi, giochi e riflessioni dall’anno che sta per volgere al termine.

Ieri abbiamo definito il 2018 l’anno del passaggio da Remastered a Remake, poco prima ci siamo persi a ricordare l’E3 2018, che potrebbe essere l’ultimo con la presenza di Sony, e siamo tornati anche ad apprezzare le buone mosse di mercato di Microsoft che si è dimostrata affamata di tornare in prima fila per la nuova generazione. Per non parlare poi dei giochi che singolarmente abbiamo visto e continueremo a ricordare su queste pagine.

Proprio un gioco è il tema di questa puntata del Calendario dell’Avvento. Un FPS che ha saputo ritrovare la vicinanza alla propria community con un capitolo inaspettatamente rivoluzionario: Call of Duty Black Ops 4.

call of duty black ops 4

Treyarch, nel trittico di team di sviluppo adibiti alla gestione annuale della produzione di COD, è sicuramente quello che ha saputo distinguersi maggiormente, dando all’interno della struttura tradizionale della serie il proprio marchio di fabbrica. Non a caso la campagna dei Black Ops è tra le più apprezzate dell’epoca moderna della serie, così come Call of Duty Black Ops 3 è stato il re indiscusso della scena competitiva per ben 3 anni, eclissando la scena esport nata sotto Infinite Warfare e WWII.

Il curriculum di tutto rispetto del team lo ha fatto assurgere a guida dell’intero progetto CoD, per dare i ritmi e la giusta direzione all’evoluzione della serie. Così l’attesa di scoprire le forme di Call of Duty Black Ops 4 aveva dato origine ad aspettative che, oggi dopo l’uscita, dichiariamo che non sono andate deluse.E’ uscita dai giochi la campagna in favore di un potenziamento netto del multiplayer, cooperativo e competitivo, e della modalità Battle Royale Blackout. La campagna, difatti, era scarsamente giocata e in qualche modo, nel suo non evolversi era sempre più un peso per il gioco. Senza stare a ripercorrere singolarmente le modalità e i motivi che ne hanno sancito i miglioramenti, e che potete recuperare nella recensione, quello che accomuna gli sforzi di Treyarch è stato quindi l’ascoltare la community.

I fedeli giocatori di CoD hanno in più occasioni espresso determinate esigenze per la nuova iterazione, e tra di queste a gran voce si reclamava il ritorno al gameplay boots on the ground, a un competitivo serio in grado di rinverdire la scena esport e tanti contenuti zombie per la schiera di seguaci e content creator che hanno interpretato al meglio la vena cooperativa e spettacolare della modalità.

Le stesse esigenze che tra l’altro aveva anche Activision che aveva bisogno che il proprio titolo arrivasse a dare forza al CoD Championship e che, vista la qualità del lavoro svolto, il gioco avesse grande visibilità su tutti i canali social, tramite cui i giocatori di oggi comunicano. Sono così questi i fattori del successo di Call of Duty Black Ops 4, di critica e di pubblico, aver trovato i punti in cui il gioco poteva e doveva migliorare per dare motivo alla community “core” di spingere il prodotto e dall’altra averlo fatto con la giusta chiave e con il coraggio di dare un taglio ai rami secchi del passato. Perlomeno per il momento.