God of War, Cory Barlog ammette: il team si era opposto alla camera unica

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a cura di Paolo Sirio

Non è un mistero che Cory Barlog, creative director di God of War, abbia fatto della “one-shot camera” un suo cavallo di battaglia. Prima del lancio ammise di averlo proposto a Crystal Dynamics per il reboot di Tomb Raider e che abbandonò la software house britannica proprio in seguito al rifiuto di applicarla alla prima avventura della giovane Lara.In un’intervista concessa a Polygon, Barlog è tornato a parlarne, spiegando che gli è stata opposta resistenza spesse volte anche all’interno di Santa Monica Studio.“Hanno dovuto fidarsi quando dicevo loro: ‘guardate, avrete un senso di immediatezza e connessione con questi personaggi (…) che non potreste avere in qualunque altro modo”.“A volte”, ha approfondito poi sul discorso produttivo, “abbiamo dovuto usare qualche trucco ma stiamo parlando di sei-sette, massimo otto trucchetti in un gioco intero. Il resto è il risultato di un quantitativo assurdo di planning e trucchi tecnici”.La soddisfazione più grande per il creative director, in ogni caso, è stata quando “il 40% del team è venuto da me dopo che abbiamo completato il gioco e finalmente mi hanno detto ‘oh, ora capisco. Non ero d’accordo, pensavo stessimo sprecando un sacco di tempo. (…) Ma ora che l’ho giocato, capisco. Ok, è forte – dovremmo fare assolutamente così d’ora in avanti”.Per saperne di più su come la pensiamo noi di Spaziogames.it, potete consultare la nostra recensione di God of War. Diteci la vostra, se volete, nei commenti.