Immagine di Femida, ... And Justice for All - Recensione
Recensione

Femida, ... And Justice for All - Recensione

Vi siete mai chiesti come sarebbe essere un giudice che deve decidere la sorte degli imputati in uno scenario post Seconda Guerra Mondiale dove è appena caduta una dittatura immaginaria? Probabilmente no. Ma magari dovreste.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Informazioni sul prodotto

Immagine di Femida
Femida
  • Sviluppatore: Art Interactive
  • Produttore: Roman Loznevoy
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Avventura grafica
  • Data di uscita: 25 febbraio 2020

«Nessuna ricerca della verità: vincere è tutto. La giustizia è persa, la giustizia è violentata. La giustizia è andata.» Cantavano così i Metallica nell’indimenticata … And Justice for All, invitando a modo loro a riflettere sulle dicotomie della giustizia, anche e soprattutto quando questa si ritrovi a essere genuflessa dal non curarsi che tutti sono uguali davanti alla legge, perché ci sono cose più importanti.

È anche vero che essere un giudice non è per niente facile. Ancora di meno, se rivestite questa carica in una città che sembra appena uscita dal secondo dopoguerra, dove una rivoluzione ha appena rovesciato un regime dittatoriale che ha soffocato i cittadini e in cui i rottweiler dell’attuale sistema giudiziario sembrano più che altro pronti ad azzannarsi mutuamente alla gola, per anche un solo briciolo di potere e controllo in più.

È questo il concetto alla base di Femida, videogioco indipendente nato nel 2016 con una campagna su Kickstarter, che è finalmente riuscito ad arrivare alla sua release definitiva. Sarà valsa la pena di aspettare? Dopo averlo giocato tutto, possiamo dire che siamo proprio in tema per esprimerci con un giudizio definitivo sull’opera del piccolo team Art Interactive.

Punta, clicca e prove da analizzare

Demian Mardoch arriva in città venendo estratto in una vera e propria lotteria che doveva assegnare nuovi giudici a Metropolis, dopo la caduta del regime. Il giudice di cui vestirete i panni non prenderà mai decisioni di per sé: in un sistema punta e clicca, sarete voi a farlo interagire con le persone, con gli oggetti e, soprattutto, con imputati, magistrati e avvocati penalisti agguerriti.

Il gioco è composto da scenari statici, come le avventure grafiche tradizionali, che variano a seconda delle diverse fasi: inizialmente vi ritroverete nella casa del giudice Mardoch, pronti a partire per il prossimo caso e – perché no – a scoprire la verità sulla scomparsa di vostro padre, avvenuta anni prima proprio a Metropolis, e magari in qualche modo collegata all’uccisione di vostra figlia. Difficile a dirsi, certo, quindi sarete voi a dover svelare la verità.

Il gioco vi propone sette diversi casi da risolvere nell’aula del vostro tribunale, prima di recarvi nella quale vi ritroverete nel vostro ufficio: qui, sarete chiamati a decidere come condurre alcune indagini. Dei documenti vi introdurranno la causa e in ogni caso si tratterà di crimini con forti dilemmi morali sul piatto, che vi renderanno difficile avere una visione bianca o nera. Potrete decidere di sguinzagliare i vostri sottoposti per ottenere prove extra, per l’una o l’altra parte, da portare in aula il giorno del dibattimento (che è praticamente a un click di distanza): potreste ad esempio ordinare delle intercettazione, o far perquisire la tenuta dell’imputato, o magari far analizzare nuovamente le impronte digitali, o magari chiedere una perizia psichiatrica.

+ La scrittura dei casi è intelligente nei suoi dilemmi morali

+ Colonna sonora di personalità

+ Direzione artistica interessante

- UI da rivedere

- Ritmi narrativi non gestiti bene

- Refusi sparsi in ogni dove

- Alcune scelte di design incomprensibili

5.9

Femida, pur non riuscendo neanche minimamente a tenere fede alle promesse fatte in sede di campagna di crowdfunding – avendo limitato l’impatto delle vostre decisioni solo a come la polizia si comporta con voi (e di conseguenza al finale a cui andrete incontro), e non a tassi di criminalità e vivibilità di Metropolis – propone comunque delle idee interessanti.

I casi in tribunale sono orchestrati e scritti con intelligenza, al punto che sebbene foste ben decisi, dopo aver consultato le prove, nella vostra scelta, confrontarvi con testimoni e coinvolti potrebbe rimettere tutto in gioco. L’eloquenza dei personaggi in aula non riesce però a elevare un videogioco che pur riuscendo nel suo scopo – coinvolgervi per qualcosa di meno di quattro ore, con la rigiocabilità non proprio stimolata – è minato da alcune palesi ingenuità nel game design, che rendono l’esperienza più claudicante, a braccetto con i non sempre decifrabili ritmi della narrativa, a tratti diluita e a tratti frettolosa.

Voto Recensione di Femida - Recensione


5.9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • La scrittura dei casi è intelligente nei suoi dilemmi morali

  • Colonna sonora di personalità

  • Direzione artistica interessante

Contro

  • UI da rivedere

  • Ritmi narrativi non gestiti bene

  • Refusi sparsi in ogni dove

  • Alcune scelte di design incomprensibili

Commento

Femida, pur non riuscendo neanche minimamente a tenere fede alle promesse fatte in sede di campagna di crowdfunding – avendo limitato l'impatto delle vostre decisioni solo a come la polizia si comporta con voi (e di conseguenza al finale a cui andrete incontro), e non a tassi di criminalità e vivibilità di Metropolis – propone comunque delle idee interessanti. I casi in tribunale sono orchestrati e scritti con intelligenza, al punto che sebbene foste ben decisi, dopo aver consultato le prove, nella vostra scelta, confrontarvi con testimoni e coinvolti potrebbe rimettere tutto in gioco. L'eloquenza dei personaggi in aula non riesce però a elevare un videogioco che pur riuscendo nel suo scopo – coinvolgervi per qualcosa di meno di quattro ore, con la rigiocabilità non proprio stimolata – è minato da alcune palesi ingenuità nel game design, che rendono l'esperienza più claudicante, a braccetto con i non sempre decifrabili ritmi della narrativa, a tratti diluita e a tratti frettolosa.