Immagine di Dredge | Recensione - Pescar m'è dolce in questo mare
Recensione

Dredge | Recensione - Pescar m'è dolce in questo mare

Pesci con quattordici occhi ne abbiamo?

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Dredge
Dredge
  • Sviluppatore: Black Salt Games
  • Produttore: Team17
  • Distributore: Team17
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Data di uscita: 30 marzo 2023

Il mare è vita, fonte inesauribile di aria salubre, di pesce, di brezze piacevoli e di bagni altrettanto corroboranti. Ma il mare può essere, come la natura tutta, tanto una madre amorevole quanto una sconosciuta vendicativa ed inquietante, capace di spazzare via l'uomo e la sua boria.

Noi nel mare di Dredge, piccolo titolo indipendente dei talentuosi neozelandesi di Black Salt Games, non bagneremmo nemmeno la punta dell'alluce. Eppure per voi ci siamo addentrati in esso ad ogni ora del giorno e della notte, dall'alba al crepuscolo, e ne siamo usciti vivi per miracolo.

Quello che segue è il racconto della nostra esperienza in compagnia di uno dei titoli indipendenti migliori degli ultimi anni, nonché prima vera sorpresa di questo 2023 videoludico.

Fan di Lovecraft

Un naufragio dalle dinamiche piuttosto strane, una barca distrutta, il sindaco di una (una volta) ridente cittadina di mare che ci affida una barchetta per prendere il posto del pescatore che c'era prima di noi: Dredge inizia così, senza troppi preamboli a livello narrativo e con uno stile asciutto ed essenziale, che rispecchia bene la riluttanza della gente di mare a dilungarsi in inutili chiacchiere.

Presi dalle incombenze iniziali, come ripagare il debito per riscattare la piccola imbarcazione, fare la conoscenza con il losco pescivendolo o con la scontrosa donna che gestisce la rimessa delle barche, non abbiamo tempo di porci domande basilari, che però riemergono man mano che l'avventura prosegue.

Cosa è successo, di preciso, al pescatore che ci ha preceduto? E al sindaco del villaggio dall'altra parte della baia, impazzito da un giorno all'altro? Perché tutti, a partire da una vecchina poco amichevole, si raccomandano di non attardarsi in mare dopo il tramonto?

E, soprattutto, perché dalle acque del mondo di Dredge capita di tirare fuori delle spaventose aberrazioni?

Pesci con più occhi che branchie, polpi dalle dimensioni abnormi, murene luminescenti e sgombri con enormi ed innaturali sacche di uova che crescono loro nei punti più impensati sono solo alcune delle deformità in cui ci imbatteremo durante le nostre traversate.

Al netto dell'inquietante fauna marittima, poi, veniamo in equal modo incuriositi e terrorizzati da strani avvenimenti notturni, come aloni di luce a pelo dell'acqua, imbarcazioni fantasma che appaiono per un attimo per poi scomparire nell'oscurità o banchi di rocce che compaiono dal nulla: la notte ha da raccontare un gran numero di storie, ma non è detto che ascoltarle tutte si riveli un'esperienza piacevole...

Pur all'insegna del minimalismo, sull'onda di quanto fatto con la presentazione audiovisiva, la narrativa di Dredge è magnetica, emergente, e si aprirà pian piano a quei giocatori che, invece di andare dal punto A al punto B senza porsi domande, sceglieranno di esplorare, curiosare, girovagare – rinvenendo bottiglie al largo che offrono ulteriori tessere di un puzzle terrificante, relitti di navi distrutte, sopravvissuti solitari ed altri personaggi secondari che, pur non indispensabili per il raggiungimento dei titoli di coda, offrono ognuno un piccolo spaccato degli avvenimenti che nessuno snoda realmente per quelli che sono.

L'omaggio al lavoro di un maestro come Lovecraft è evidente, e i temi trattati pescano (!) a piene mani dalla bibliografia dello scrittore statunitense senza risultare però eccessivamente ridondanti o pedanti.

Se avete amato anche solo uno dei lavori del genio di Providence, apprezzerete molto di più tanto il plot in sé quanto il modo in cui ci viene raccontato, con un utilizzo eccellente della filosofia narrativa del less is more.

Qualcosa sta strisciando nella cabina

Il gameplay loop su cui Dredge è costruito si rivela tanto semplice quanto assuefacente: al timone della nostra imbarcazione, all'inizio minuscola e malferma e poi man mano sempre più grossa ed attrezzata, saremo chiamati a pescare in diverse zone del mare aperto, ognuna con le sue specie di pesce e con differenti sfide da superare con l'equipaggiamento adeguato.

Diversi tipi di canna da pesca possono pescare diversi tipi di pesce (superficiale, abissale e così via), tanto quanto diverse dimensioni di reti a strascico possono catturare specie anche molto diverse tra loro per fisiologia e dimensioni.

Una volta pescati pesci a sufficienza, e riempita a fatica una stiva come si faceva nei vecchi capitoli di Resident Evil (ma anche nel recentissimo remake del quarto episodio), possiamo scegliere di continuare ad esplorare o recarci immediatamente dal pescivendolo, che ovviamente pagherà meglio per del pescato fresco invece che stantio.D'altro canto, ci saranno anche strani figuri che preferiranno del pesce quasi marcio...

Con i soldi ricavati dalla vendita del pescato possiamo potenziare vari aspetti dello scafo, dalle dimensioni generali alla forza delle lampade montate a bordo, passando per la forza dei motori e il numero di canne da pesca equipaggiabili simultaneamente: se durante i primi minuti di gioco le opzioni sono limitatissime, già dopo qualche ora saremo in grado di veleggiare per le isole limitrofe senza troppe limitazioni, se non quelle legate alla necessità di riposare di quando in quando e ai pericoli che si materializzano (per davvero o solo nella nostra mente?) al crepuscolo, quando i pesci più rari popolano le acque torbide.

Il livello di panico è rappresentato da un occhio frenetico in alto al centro dello schermo, che si muove in maniera sempre più convulsa man mano che la nostra sanità mentale diminuisce: ricordatevi sempre di riposare, perché la mente può fare brutti scherzi.

Il loop che allora si crea non è troppo differente da quello di un qualsiasi action RPG loot based, con le dovute differenze in termini di meccaniche di gioco: lì si combatte, si ottengono fondi e li si investe in equipaggiamento sempre migliore, laddove qui si esplora, si evitano i pericoli, si pesca e si torna all'ovile per potenziare la propria imbarcazione.

Ad ogni giro, la nostra rotta si allarga un po' di più, includendo piccole isole che contengono indizi e loot, se non qualche NPC nascosto, e zone di pesce del tutto nuove, che ci danno accesso a specie di pesce differenti, utili a raggranellare ulteriori fondi o a soddisfare le richieste degli abitanti delle isole, che non esiteranno a coinvolgerci in missioni opzionali, perlopiù ben retribuite.

Per quanto semplice, la struttura si rivela assuefacente e ben scandita nei ritmi e nel bilanciamento, impedendoci di diventare da subito troppo potenti e instillando in noi un sincero senso di paura per certi mostri, letali alla prima ora come all'ultima, vista l'impossibilità di combattere e la conseguente necessità di darsi alla fuga o aggirare i nemici più coriacei.

Inutile dire, come avrete intuito dal voto in calce a questa recensione, che noi ci siamo piacevolmente persi nel loop proposto da Black Salt Games – e che non possiamo che consigliare il gioco senza troppe remore alla stragrande maggioranza dei nostri lettori, dai quali escluderemmo solo quelli che non amano il gameplay basato su cicli, che tende a ripetersi.

Un difetto? Il sistema di controllo ideato dagli sviluppatori per la nave include una buona dose di inerzia, soprattutto nelle curve e nei cambi repentini di direzione, con il risultato che, in certe situazioni, abbiamo subito dei danni allo scafo non direttamente dipesi da noi, anche nelle fasi più avanzate dell'avventura.

Il suono del male

Abbiamo giocato a Dredge su Xbox Series S (la trovate su Amazon) e non solo siamo rimasti molto piacevolmente colpiti dallo stile grafico e dal taglio minimalista della direzione artistica, ma non siamo incappati in alcun tipo di problema nelle oltre venti ore spese dragando i mari scuri che sono i veri protagonisti del gioco.

La grafica low-poly, la quasi totale assenza di personaggi a schermo al di fuori degli sparuti NPC e l'utilizzo di una grafica bidimensionale per rappresentare le anime perdute con cui andremo a relazionarci sicuramente non mettono minimamente alla frusta le attuali console sul mercato, ma è comunque bello sapere che un file di poco superiore al giga (praticamente delle dimensioni dell'ultimo aggiornamento che avete scaricato sul vostro smartphone) sia capace di regalare tante emozioni e di tenere impegnati per due decine di ore.

A dirla tutta, volendo tirare dritto, con il serio rischio di perdersi dettagli segreti, missioni secondarie ed isolotti nascosti, l'avventura si potrebbe portare a termine anche nella metà del tempo che abbiamo impiegato noi, ma i tentacoli del mondo di Dredge non ci hanno lasciato andare una volta fatta presa su di noi.

A modo suo, questo titolo contiene in sé un piccolo open world e, come tutti i mondi aperti in cui ci siamo persi nell'ultimo quarto di secolo di videogiochi, il tempo che passerete al suo interno dipende solamente dalla vostra curiosità, dalla voglia di esplorare e di vedere tutto ciò che il team di sviluppo aveva in serbo per noi.

A facilitare la nostra permanenza tra gli arcipelaghi c'è la presenza di un'ottima localizzazione nella nostra lingua, assolutamente non scontata viste le dimensioni del progetto e la nazionalità degli sviluppatori: se scenderete pian piano nell'incubo, il merito è anche di chi ha tradotto i testi con tanta cura.

Non possiamo che consigliare un buon paio di cuffie gaming per godersi a pieno l'ottimo lavoro svolto da Black Salt Games sul design audio: pur in assenza di doppiaggio, i gorgoglii delle profondità marine, soprattutto quando la notte discende sul mondo di gioco, si rivelano inquietanti ed avvolgenti, restituendo una costante senzazione di apprensione – sebbene poi, a conti fatti, le penalità per la morte siano minime e sia proprio lo straordinario senso di inquietata suggestione a farla da padrone.

Lovecraft poteva evocare i suoi orrori innominabili solo con la forza della parola e dell'immaginazione, ma crediamo che, se avesse potuto unire dei suoni ai suoi scritti, non si sarebbe discostato molto da quelli che udirete in Dredge, se deciderete di avventurarvi tra le sue acque una volta calato il sole.

E questo è probabilmente il miglior complimento che potessimo fare alla produzione neozelandese.

Versione recensita: Xbox Series S

Voto Recensione di Dredge - Recensione


8.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Idea di fondo semplice ma ottimamente sviluppata

  • Atmosfere inquietanti

  • Genera dipendenza

  • Audio design di prim'ordine

Contro

  • L'inerzia dei controlli potrebbe portare a qualche collisione accidentale

Commento

Dredge è passione pura, che idealmente gocciola dal file di gioco come la crema da un bombolone troppo pieno quando lo mordi. La passione di un team che, con un budget presumibilmente ridicolo ma un'idea di fondo brillante, ha realizzato uno dei titoli indipendenti più assuefacenti e meglio concepiti degli ultimi anni, che parte piano e poi ti avviluppa in una morsa dalla quale liberarsi è più difficile che farlo dall'abbraccio di un kraken. L'esperienza è, di conseguenza, assolutamente imprescindibile per tutti coloro che amano Lovecraft, gli orrori indicibili, i giochi semplici nelle meccaniche ma capaci di divertire e generare uno spettro di emozioni che varierà a seconda del giocatore, ma che in questo caso comprenderà sempre l'inquietudine. Difficilmente andrete a farvi una bella mangiata di pesce appena pescato dopo aver portato a termine Dredge, ma crediamo comunque che ne sarà valsa la pena.
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